Sprecare il Nostro Tempo Pt.2

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Il silenzio le piaceva in quegli ultimi tempi. Non aveva molta voglia di parlare con le persone, ogni volta che apriva bocca le sembrava di fare uno sforzo immane. Un viaggio così tranquillo non le dispiaceva, dove al massimo doveva concentrarsi sulla guida e sulle svogliate indicazioni del suo compagno di viaggio.

Il mutismo dei suoi sensi, però, le dava terribilmente fastidio. Era qualcosa di innaturale, che il suo istinto stava cercando di reprimere sforzandosi di percepire anche un minimo segnale dalla persona al suo fianco. E ad ogni suo fallimento sentiva la rabbia crescerle dentro, tutto a causa di un banale fastidio.

Si voltò verso il giovane e vide che non si era mosso di un millimetro. Continuava a guardare svogliato la mappa di Mesos con lo sguardo perso, e non dava cenno di muoversi.

Ritornò a concentrarsi sul paesaggio davanti a sé, stringendo con forza il volante per non urlargli di nuovo contro. Una volta giunti a terra l'avrebbe mandato nella direzione opposta alla sua, a costo di svolgere tutte le mansioni da sola. Non poteva continuare a gestire tutta la giornata in quel modo, rischiava di impazzire.

«Là, quella è Dimatis. »le disse, indicandogliela.

Davanti a lei c'era una grossa isola circondata da campi e strade alberate,una delle quali finiva all'interno di un paese dalle case in pietra e dai tetti arcuati e spioventi. Poco fuori si poteva intravvedere il parcheggio, affiancato da una larga piazza circondata da un muretto. Al suo interno c'erano svariate bancarelle e capì che quello fosse il mercato a cui si riferiva Aiva.

Iniziò a fare la manovra di atterraggio e, con tutta calma, raggiunse il terreno. Premette il pulsante per aprire il portellone e decise di chiarire subito la questione con il suo collaboratore improvvisato.

«Se vuoi puoi andare a farti un giro. Riesco a sbrigare tutto da sola.»

Lui non ripose subito. Restò a fissarla con quei stanchi occhi verdi, per poi abbassare il capo e rimettere la cartina dentro il cruscotto della motoretta.

«Va bene, nessun problema. » le rispose flebilmente.

Ringraziò che fosse collaborativo e scese dalla motoretta, per poi attendere lui prima di premere il pulsante esterno di chiusura dei portelloni.

«Ritroviamoci qua alla fine. Il primo che arriva aspetta l'altro. » gli disse.

Lui annuì, ma notò nuovamente quello sguardo troppo prolungato nei suoi confronti. Sembrava voler essere sul punto di chiederle qualcosa, ma non voleva pronunciare la minima parola. Se avesse avuto il suo sesto senso attivo avrebbe capito il motivo di quel comportamento, ma ora non aveva la minima idea di cosa stesse provando.

Decise di allontanarsi per non innervosirsi ancora di più e si diresse verso l'entrata del mercato. La lista che le aveva dato Aiva era bella lunga, aveva di cosa occupare il suo tempo.

***

Doveva assolutamente ritornare alla motoretta e depositare quelle borse dentro. Aveva solo preso i rifornimenti per il cibo a lunga durata ed era già piena.

Si trascinò le borse attraverso la folla, mentre il sole di mezzogiorno l'accecava. Abbassò lo sguardo e fissò il terreno, oscurato ogni tanto da delle ombre e dalle gambe delle persone.

Iniziava a fare anche caldo, non un bel segno.

«Ti serve una mano? »

Alzò lo sguardo e vide che Aeon l'aveva raggiunta. Preferì l'idea di farsi tutti i metri a piedi e sotto il sole che accettare il suo aiuto.

Cacciatori di Sogni - VUOTO (I) (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora