Intrappolati nei Nostri Pensieri Pt.2

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Cercò di tenere il libro aperto sulle sue gambe in equilibrio, mentre frugava nella grossa sacca in pelle che si era portata dietro. Ne estrasse un paio di lenti rosse e, quando controllò la corrispondenza con il colore degli occhi, dovette sbuffare e rigettarle all'interno.

‹‹ Accidenti, Tyler doveva uscire con i suoi amici proprio oggi? ›› disse, per poi sbuffare.

Siccome la missione in cui erano coinvolte comportava la ricerca di un Sogno di una precisa persona, il mandante doveva venire con loro ed indossare i C.O.P.E., in modo da aiutarle nella ricerca. L'esperto di attrezzi da Cacciatori di Sogni, però, era Tyler e sua madre l'aveva avvisata che sarebbe stato fuori per tutta la giornata.

Quindi non le era rimasta altra opzione che farsi dare le chiavi della sua stanza e prendere quello che le serviva, nonostante le sue conoscenze tecniche fossero quelle basilari.

Un'improvvisa accelerata della motoretta le fece quasi cadere il vetro che aveva estratto dalle mani, assieme al libro.

‹‹ Tris, attenta! ›› esclamò, ancora con il cuore in gola.

La giovane le sussurrò una rapida scusa, per poi tornare a maneggiare le marce della motoretta.

Guardò ancora per un istante il suo lavoro: aveva raccolto i capelli blu della giocane in una treccia laterale, in modo da poter finalmente mettere in risalto il suo viso. Poi le aveva nascosto meglio che poteva le sue occhiaie, per poi contornarle le palpebre con una sottile linea di matita. Era stata tentata persino di mettere del lucidalabbra, ma poi aveva realizzato che quello per una missione sarebbe stato davvero troppo.

Nonostante tutto, però, era riuscita nel suo intento: ora sembrava completamente un'altra persona, anche se inespressiva.

Come aveva notato, Trivecta era davvero una bella ragazza e, quando era scesa dalle scale, aveva attirato non pochi sguardi dei clienti, Tristam compreso. Anzi, quello dell'uomo era un misto tra meraviglia e stupore, come se non avesse mai notato di aver lavorato al fianco di una bellezza simile.

‹‹ Accelera troppo velocemente, non sono abituata. ›› commentò la giovane, abbassando la marcia.

‹‹ Purtroppo è il difetto delle motorette costruite a Thropos. Devono percorrere grandi distanze in poco tempo, hanno una velocità ed un'accelerazione maggiore rispetto alle altre. ›› le spiegò.

Trivecta non le rispose e riuscì a regolare nuovamente la propria velocità, permettendole di poter continuare il suo lavoro.

Purtroppo non avevano avuto la certezza che la sua motoretta potesse reggere il passaggio della Pausis verso lo strato successivo e quindi avevano dovuto chiedere in prestito il mezzo di suo padre. E con questo avevano dovuto sprecare quasi un'ora per convincerlo di fidarsi di Trivecta come guidatrice, rassicurandolo in ogni modo che alla sua preziosa Xelidon non sarebbe successo niente.

Fortunatamente aveva ceduto quando sua madre, stufa di sentire quella discussione nella sala da pranzo, l'aveva minacciato di farle usare lo Ierax di Peter. A quelle parole aveva ceduto senza esitazione, ance se aveva riempito di raccomandazioni la povera guidatrice. Che poi lei le avesse ascoltate sarebbe rimasto un mistero.

‹‹ Faccio il passaggio. Non vedo atolli sopra di me. ›› le disse Trivecta come se fosse un'annunciatrice di bordo.

Annuì ed appoggiò la borsa vicino ai suoi piedi, per poi mettervi dentro anche il libro. Vi frugò dentro un po', finché non trovò una scatoletta metallica. La aprì e prese una pallina rossa, per poi infilarla in bocca e rompere il bordo in zucchero colorato, in modo da renderla una gomma da masticare.

Cacciatori di Sogni - VUOTO (I) (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora