Parte 13: Specchio

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"La stessa sorte capiterà anche a noi due se non fermiamo il tuo amico" mi disse il ragazzo con aria preoccupata.

Ero davvero nel panico: sembravo aver trovato la mia "dimensione" per vivere sereno... ma quanto pare mi sbagliavo completamente.

L' altro me interruppe i miei pensieri con lo scopo ultimo di consegnarmi un oggetto: un ciondolo inverso; identico al mio seppur molto usurato.

"Basta parlare, è giunto il momento di entrare nel mondo inverso, metti il mio ciondolo al collo, dato che il tuo PokéNav è stato distrutto finiresti per essere corrotto anche tu dall' energia negativa dell' altra dimensione... proprio come è successo a Cristian." 

Quella nozione confermò il mio dubbio: solo il possessore di un PokéNav poteva entrare nel mondo inverso senza avere con sé il ciondolo e restare indenne... l' avessi saputo prima.

Indossai l' oggetto ed entrambi effettuammo il "salto".

Hoenn mi apparve assai diversa dall' ultima volta che vi misi piede: le persone erano visibilmente provate, vi erano forze di polizia ovunque ed era possibile notare dei cartelli con la scritta 'Se noti qualcuno con queste uniformi denuncialo alle autorità'.

Si, era una sorta di banda di teppisti a quanto pare, no... forse qualcosa di più grande e pericoloso; quei lunghi cappotti bianchi  con il ricamo di un Hoopa sulle braccia. Erano davvero troppo "chic" per essere di proprietà teppista.

"Questo è il mondo inverso che si è generato dalla distruzione del tuo PokéNav, quindi non aspettarti che le persone ti riconoscano." mi riferì il dragone nero guardandosi intorno.

In quel momento vidi passarci di fianco una vecchia conoscenza: era Vera!

Il mio cuore si riempì di gioia e chiamandola a gran voce corsi subito ad abbracciarla... mi scagliò a terra con un pugno sul viso.

"Che diavolo fai? Voi pervertiti mi date proprio sui nervi." disse la ragazza mentre si avvicinava a me per continuare a darmele di santa ragione.

Il mio "Inverso" intervenne subito e per la prima volta lo vidi con un atteggiamento molto cortese.

"Ti chiedo scusa per il comportamento del mio...ehm... fratellino. A quanto pare dovrò sgridarlo a dovere." riferì a Vera con un mezzo inchino in segno di scuse.

Vera sbuffò seccata guardandomi con disprezzo per poi invece iniziare a conversare con il dragone nero.

"Ti capisco... i fratellini piccoli sono proprio uno strazio. Getterei volentieri il mio in un fiume." la ragazza finì di parlare con una risata.

CI rimasi un po' male, Vera non avrebbe mai parlato così di Max... effettivamente aveva un qualcosa di diverso.

Non solo nel carattere; anche la sua intera figura mi era nuova: pareva più grande, era visibilmente più alta, non indossava i suoi soliti abiti da allenatrice di Pokémon, bensì aveva un pantaloncino di jeans, degli anfibi neri e un giubbotto di pelle, la sua solita bandana rossa (o all' occorrenza verde) era stata sostituita dai capelli raccolti in una coda alta, infine era notabile un piercing al sopracciglio sinistro.

Mi arrivò uno schiaffo improvviso sulla guancia: "Hai finito di fissarmi? Vuoi finirci tu nel fiume magari?" aggiunse l' ormai ragazzaccia.

Il Drago sospirò e chiese: "Immagino tu sia Vera, la figlia di Birch Haruka, quindi ascoltami: sai dove posso trovare una certa Lyris?"

Vera nuovamente passò dall' avere un tono aggressivo ad un tono più cordiale e solare pronta a rispondere: "Quella zoticona  fissata con i draghi? Abita in una piccola casetta sperduta sul percorso 115, vicino alle Cascate Meteora. Perché vuoi saperlo? Non dirmi che ti interessano le strambe come lei... non sai cosa ti perdi con "altre" ragazze più carine e simpatiche caro il mio... un attimo, come ti chiami?"

Il drago prontamente le rispose: "Non mi interessano queste cose. Grazie per l'informazione... mi chiamo Icor".

Mi scappò un sorriso, ero assieme al drago da un po', e nonostante egli fosse il mio inverso mi resi conto di non avergli mai chiesto il suo effettivo nome.

Icor mi fece cenno col la testa di seguirlo alla volta del percorso 115, quello adiacente a Ferrugipoli e, proprio mentre iniziammo a camminare, Vera ci sbarrò la strada prendendo per il braccio il drago nero:

"Dai portami con te, andarsene in giro da solo con questo nanerottolo deve essere noioso no? Sei fidanzato?" le chiese con gli occhi dolci.

Icor era visibilmente seccato, infatti la respinse: "Smettila con questo comportamento. Se proprio vuoi fa' pure e unisciti a noi,  basta che tu non sia una palla al piede o sarà peggio per te."

Vera sbuffò come una bambina... mi ricordò proprio la "Vera" che conoscevo io.

"Ho una moto sai? Se la prendessimo  arriveremo li in un baleno." la ragazza ridacchiò sperando nella reazione di Icor.

Quest' ultimo però si limitò semplicemente a guardarla con aria apatica per poi pronunciare un semplice "Andiamo a prenderla allora".

Pokémon: Il Mondo InversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora