Parte 2: Ferite

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Una volta "sveglio" mi toccai il naso e sentii il sangue delle botte del giorno prima completamente coagulato.

Facevo fatica a muovermi avendo ancora lividi e ferite addosso, era ufficiale: era tutto solo che un sogno.

Vedendo la mia situazione i miei genitori mi accompagnarono personalmente a scuola in auto, così almeno nessuno avrebbe potuto colpirmi o farmi del male.

Così fu la cosa: entrai in classe e i miei genitori si recarono in presidenza per far in modo che la scuola prendesse provvedimenti riguardo quei frequentissimi episodi di bullismo.

Mi misi a sedere al mio solito posto di fianco al mio migliore ed unico amico Cristian, un tipetto un po' bassino con due occhi verdi e un testone importante.

"Lory l'hai fatta grossa...non dovevi permettere ai tuoi genitori di parlare con il preside...ti saranno tutti di nuovo addosso."
disse il mio amico con aria preoccupata.

Io sospirai guardandomi intorno notando tutte le occhiate che stavo ricevendo in quel momento. Ero terrorizzato come al solito, ma fu in quel momento che mi venne in mente ciò che sognai la notte prima.

Decisi così di raccontare tutto il "sogno" a Cristian sperando che in quel modo la mia paura potesse essere tenuta a bada.

"Bello è? Almeno faccio ancora bei sogni! Peccato per il finale..." aggiunsi con un sorriso forzato.

Cristian mi sorrise e per via di un richiamo da parte della nostra professoressa di Arte finimmo la chiacchierata.

A fine giornata presi lo Zaino e mi misi ad aspettare il mio migliore amico all'uscio della porta della classe come ero solito fare. Fu in quel momento che Igor, il capo del gruppetto di bulli che ce l'avevano tanto con me, mi spinse a terra con solo una mano.

"Non solo sei secco e stupido, non ti reggi neanche in piedi coglione?" Mi disse con aria minacciosa mentre il suo gruppo mi aveva già accerchiato.

Cristian vedendo la scena gettò il suo zaio per terra non curante delle sue cose e cercò di correre in mio aiuto ma fu subito bloccato da tre ragazzi della cricca di Igor.

Erano sempre troppi, una decina se non di più. Pur non sapendo difendermi all'inizio provavo a reagire, ma arrivai al punto di non provarci neanche più...chiudevo gli occhi e aspettavo che la tempesta passasse.

I colpi mi arrivavano da tutte le parti: calci, pugni, spinte e anche una testata mi pare. Dove diavolo erano i professori in questi casi?

Neanche il testone se la passava bene, ma sicuramente se la passava meglio di me; dovevano essere minimo in sei contro di me.

Fu in quel momento che un ragazzo dall'aria parecchio familiare si fece avanti. Era identico a me ma visibilmente più alto. Aveva dei tattoo su entrambe le braccia: sul braccio sinistro aveva un drago nero, sul destro invece uno strano simbolo.

Il ragazzo dall' aria minacciosa corse in nostro aiuto e da solo malmenò tutto il gruppo di Igor nonostante fossero di più; erano pur sempre dei tredicenni per lui.

Igor e i suoi scapparono piangendo e dopo un "ben vi sta!" da parte di Cristian provai a ringraziare quel ragazzo... ma si era come volatilizzato.

"Chi era quel ragazzo? Hai visto come era arrabbiato? Sembrava uno tosto" commentò Cristian con un sorriso pieno di sangue e lividi.

"Non lo so...ma gli dobbiamo un favore sai?" Aggiunsi mentre provavo a rimettermi in piedi.

Dopo esserci assicurati di poter riprendere a camminare prendemmo gli zaini e uscimmo per ultimi dalla scuola media.

Ci salutammo al bivio che portava nelle nostre rispettive case e passai tutto il giorno a giocare ai videogiochi.

Si, avevo pessimi voti ma non ero per nulla motivato a fare meglio di così, l' ambiente scolastico non aiutava affatto.

Ero pronto per andarmene a letto tutto ammaccato come sempre e l'avrei fatto se non fosse stato per un particolare: una collana che avevo appesa di fianco alla libreria iniziò a brillare di una luce dorata.

Che si illuminasse era normale: era una collana giocattolo trovata in un uovo di pasqua; ne ero molto affezionato! Ma quella volta fu diverso.

Non emanava una luce "elettronica": era come se fosse illuminata dall'interno da un faro, un faro molto potente.

Quella stessa luce fece apparire dal nulla una ragazza, una dai capelli castani e gli occhi più azzurri del mare.

"Hey! Scusa per ieri ma...ma che ti è successo?!" Disse Vera guardandomi in un mix di rabbia e stupore.

Caddi per terra per lo spavento facendo cadere varie cose con me. Come era possibile? Pensai di aver preso così tante botte che il mio cervello fosse ormai in brutte condizioni.

"OI TI HO FATTO UNA DOMANDA!" Disse la ragazza letteralmente sgridandomi.

"N-nulla sono caduto per le scale oggi" le risposi come ero abituato a fare con chi mi facesse domande del genere.

Non potevo credere però di aver risposto a lei in questo modo, in realtà non potevo proprio credere di parlare con lei nella mia camera...e se fossero entrati i miei? Trovare il proprio figlio improvvisamente con una ragazza in stanza è già di per sé imbarazzante...figuriamoci con una che "non esiste".

Proprio mentre Vera era pronta a rispondermi riguardo la scusa detta da me poco prima entrò mia madre...il mio cuore si fermò.

"Vado a dormire, tu non fare tardi che domani andiamo dal medico per controllare come stai" mi disse mamma con aria preoccupata guardandomi conciato sempre peggio.

Se ne andò a dormire. Come era possibile? Vera era proprio di fronte a lei, come potè non vederla? Ma si... saranno sicuramente le botte prese in testa allora, avevo ragione.

"Dicevo...non dire bugie. Si vede chiaramente che ti hanno picchiato! Forza vieni con me." Allungò la mano come per invito.

"Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo?" Domandai retoricamente con aria un po' seccata.

Vera non ci pensò su due volte: mi prese per la mano e mi spinse contro il muro dove vi era appeso il ciondolo che poco prima emanò la luce dorata.

Ero sicuro di andare a sbattere dunque chiusi gli occhi. Andai sul serio a sbattere, ma una volta riaperti gli occhi ero in una città molto familiare: Albanova.

"Ti senti meglio qui no? Sei più carino senza lividi" disse Vera sorridendomi.

Mi guardai le braccia e il torso: non avevo più lividi e i dolori erano completamente spariti.

"Mi spieghi che diavolo succede? Come è possibile tutto questo?!" Chiesi alla ragazza completamente in stato di shock.

Vera mi sorrise nuovamente e iniziò a spiegare...

Pokémon: Il Mondo InversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora