16: No!

230 30 4
                                    

«E quindi questa cosa si chiama Ginger?» Chiede Liz indicando il mostro.
«Non è una cosa!» Ribatte Isabel.
«Già!» Continua Mable. «È un dragatto!»
«Ok, ok... Comunque è orrendo!».
Ford accarezza il muso di Ginger, che emette un suono simile alle fusa di un gatto. «Io lo trovo carino!».
«Dite che potremmo portarlo a casa? Sarebbe l'attrazione principale del Regno del Mistero!» Esclama Stan entusiasta.
«Prozio Stan! Adesso non c'è tempo» Ribatto.
Sono felice che il gruppo si sia riunito, ma sono più preoccupato per (t/n) ogni secondo che passa.
Isabel mi posa una mano sulla spalla. «Non ti preoccupare: starà bene. Se Bill le vuole bene non le farà del male».
«Quel demone è incapace di voler bene» Dico a denti stretti.
Con la coda dell'occhio noto che Liz e James si scambiano un'occhiata furtiva.
Quei due sanno qualcosa. Qualcosa che Isabel ignora e che non deve sapere.
Io però devo capire cosa nascondono, non mi va che abbiano dei segreti con me.
Ci rialziamo in volo.
Mable mi stringe la mano. «Dipper... Ho un po' di paura».
«Non preoccuparti: andrà tutto bene. Abbiamo già sconfitto Bill una volta, ci riusciremo di nuovo!».
«Non è per Bill... È che stavo ripensando alle parole di Isabel.
E se (t/n) non volesse tornare? Se si fosse... Affezionata a Bill?».
Mi scappa da ridere.
«Affezionata a Bill? Mable, è impossibile!».
«Lo so, però...».
«Eccola, guardate!».
Liz indica una gigantesca fortezza che emerge dagli alberi.
Ginger atterra lentamente e si china per far scendere i passeggeri.
Isabel le accarezza la testa e la ringrazia, poi ci raggiunge davanti al portone.
Noto che James è particolarmente teso.
Liz anche. Strano...
«Siete pronti?»  Chiede Ford.
Annuiamo.
«Allora entriamo».
Spingiamo il portone e subito ci troviamo in un gigantesco atrio buio.
«Bene, bene, bene. Ma chi si rivede!».
La luce si accende. E Bill è davanti a noi.
«Guarda guarda, il gruppo al completo! I Pines, la Regina di Picche, la piccola Isabel e...» Il sorriso svanisce dal suo volto. «James...».
Non capisco cosa stia succedendo.
Lancio un'occhiata a Liz, James e Isabel. Lei sembra più confusa di me, mentre i primi due non sono affatto stupiti.
«Cosa sta succedendo?» Chiedo. «E dov'è (t/n)?».
«Ragazzi! Cosa ci fate qui?».
(T/n) è in cima alle scale e ci guarda con un sopracciglio alzato.
«Siamo venuti a salvarti, (t/n)!» Esclama Mable.
«Ma io non voglio essere salvata» Risponde lei tranquillamente.
«Aspettate, io ora non ci capisco più niente!» Esclamo.
«Tu non hai bisogno di capire, piccolo Pines» Risponde Bill.
«Liz, James, Isabel... Che storia è questa?» Continuo.
Isabel solleva le mani e scuote la testa.
«Io... Io non lo so... Liz? James...?».
Loro due ignorano completamente la nostra confusione.
«(T/n), ti ricordavo diversa. Più grande» Dice Liz.
«Già. Adesso è inquietante: siamo praticamente coetanei...» Continua lui.
«E di chi è la colpa secondo te?» Ribatte (t/n).
Lei guarda me, Mable, Stan e Ford con disprezzo.
«(T/n)...?».
Mia sorella mi stringe la mano.
«Davvero non ricordate minimamente ciò che avete fatto?» Chiede la (c/c).
Scuoto la testa.
«Mi avete ucciso. Un sacco di volte, solo perché ricambiavo i sentimenti che Bill provava e prova tutt'ora per me».
«U... Ucciso...? Ma (t/n), noi non potremmo mai farti del male!».
«Già, infatti. L'ultima volta non sono stati loro: me lo ricordo» Interviene Liz.
«Sono stati i Cacciatori. Ma loro erano cacciatori».
«Già, erano. Adesso non hanno colpe, mamma!» Esclama James. Si copre la bocca con le mani.
«M... Mamma?» Balbetta Mable.
«James... Vorresti dire che...» È Isabel a parlare. La sua voce trema.
«Vuoi dire che tuo padre è Bill?».
Il biondo annuisce.
«Liz, tu lo sapevi?».
«Sì».
«E papà? Lo sapeva anche lui...?».
«Sì».
«Aspettate un secondo! Qualcuno vuole spiegarmi cosa diamine sta succedendo?! Non ci capisco niente!» Esclamo.
Bill sospira: è strano vederlo così.
Schiocca le dita e dei divani compaiono sotto di noi, facendoci sedere.
«(T/n)...?» Chiedo.
Lei si morde il labbro. «Vedi, Dipper... Che storia vuoi sapere prima?».
«Quella dei cacciatori».
«Vedi, io e Bill abbiamo continuato ad incontrarci e amarci varie volte durante le nostre vite precedenti. Il problema è che io sono mortale, lui no.
Io e voi, ragazzi, siamo sempre stati amici, senza dimenticare Wendy, Soos e Pacifica. E siete sempre stati voi a complicare il mio rapporto con Bill.
Avreste avuto anche ragione delle volte: lui era ed è uno stronzo».
A quelle parole Bill borbotta qualcosa, ma (t/n) continua imperterrita a parlare.
«Voi però non siete stati stronzi. Siete stati malvagi. Mi avete ucciso un sacco di volte, dandomi della strega, della traditrice...
Sebbene tutte le volte Bill cercasse di venirvi incontro, sebbene avesse deciso di non farvi del male... Voi avete sempre reagito nello stesso modo.
Finché una volta, una in particolare, vi siete uniti a un gruppo di viaggiatori dimensionali cacciatori di demoni. E lì avete fatto le cose peggiori. All'epoca furono Liz ed Isabel a salvarmi: era il 1879. Mi portarono da Bill, nella dimensione dei demoni.
Loro invecchiarono e morirono varie volte, ma io no: la dimensione rallentava parecchio il mio processo di invecchiamento.
Fatto sta che si continuò così finché non diventai una donna. A quell'epoca concepii James. Vivevamo in pace, felici...
Finché non sino arrivati i Cacciatori, di nuovo. Senza di voi questa volta: voi all'epoca eravate già ragazzini di adesso.
Eravamo in pericolo. Fu allora che conoscemmo un uomo col quale divenimmo subito amici, noi e il signor Lennox. James aveva dodici anni quando i Cacciatori ci attaccarono. Erano presenti Liz, che aveva solo undici anni ma viaggiava già, e il signor Lennox, al quale affidammo il bambino».
«Ma... Papà non è mai tornato da questa dimensione» Sussurra Isabel. «Tornarono solo Liz e James...».
«I Cacciatori uccisero sia me che Nicholas. Mi dispiace, Isabel...».
Rimaniamo in silenzio: tutta la storia è difficile da digerire.
James ridacchia, rompendo il silenzio. «Certo che è strano... Adesso abbiamo quasi la stessa età. E tra un po' sarò più grande di te, mamma!».
«Questa storia è troppo assurda persino per me» Sussurra Mable.
«Ad ogni modo» Dice (t/n) «Dipper, Mable, signori Pines... So benissimo che in questa vita non mi fareste mai del male. Vi voglio molto bene, davvero. Ma io non voglio tornare a casa».
«Ma... Ma non puoi rimanere qui!» Esclamo.
«Perché no? Insomma, lei ama Bill, Bill ama lei. Non è prigioniera: può andare dove vuole. Non credo che ci sia qualcosa di male se vuole rimanere qui» Dice Isabel.
«Parli come tuo padre. Siete entrambi così... Non lo so. Gentili?» Sorride (t/n).
La castana arrossisce. «Papà era diverso... Come lo avete conosciuto?».
Bill ridacchia. «Come te, lui riusciva ad ammaestrare qualsiasi animale. All'epoca avevamo un grosso cane da guardia, pronto a divorare qualsiasi viaggiatore troppo curioso. Quando lo vidi che giocava con quel cane capii che quell'uomo mi piaceva.
E così... Il resto lo sai».
«Liz, perché non me ne hai mai parlato?».
La castana si stringe nelle spalle.
«(T/n), non voglio che tu rimanga con questo maledetto bastardo!» Esclamo.
Lei si alza. «Dipper, non sei mio padre! Non c'è nulla di male se...».
Un'esplosione. Un terremoto.
Tutto diventa buio. Sento Isabel urlare, seguita da (T/n).
Poi più niente.

Centuries {Human Bill Chiper X Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora