«Mettetelo qui. No, aspettate, qui! O forse... No, a destra. A sinistra, a sinistra!
Più sotto. O forse è in alto?».
(T/n) abbassò il braccio spazientita, facendo cadere a terra l'asse di legno che reggeva in mano.
«Insomma, Dipper! Ce la fate a darmi un'indicazione precisa o no?».
Dipper girò il libro e cercò di capire meglio la complicata immagine del macchinario (l'avevano chiamato "estrattore" e funzionava con la forza dell'acqua e della pirite che, nonostante tutto, il ragazzo era riuscito a rubare), ma lasciò perdere e si lasciò cadere su un pagliericcio.
«Non ci capisco niente! È come se fosse greco... Ci vorrebbe Soos!».
«Beh, dobbiamo andare a salvarlo, quindi datemi delle istruzioni chiare!».
Era da più di un mese ormai che i ragazzi erano al lavoro.
La costruzione dell'estrattore stava richiedendo più tempo del previsto, e tra tutto Pacifica non aiutava mai: si occupava della pulizia e della sicurezza nella capanna facendo montare su tutte le furie i compagni.
Dipper e (t/n) passavano molto tempo insieme. Ormai erano rimasti soli, e quando lavoravano sembrava che fossero rimasti solo in due.
E stava succedendo qualcosa; qualcosa che entrambi non ammettevano e non rifiutavano: stavano iniziando a provare qualcosa l'uno per l'altra.
Pacifica ovviamente se ne accorse immediatamente e non smise un attimo di prenderli in giro.
«Ma non avete niente da fare voi?!» La rimproverava sempre Dipper, ma la bionda scuoteva sempre la testa.
«Allora andate a prendere della legna!».
Presto però il ragazzo e (t/n) capirono che non potevano mandare la loro compagna a svolgere un simile compito, soprattutto perché tornava sempre con qualche inutile legnetto e sosteneva che una come lei non potesse sgobbare troppo.
Fu così che ben presto venne esclusa da tutte le attività e lei iniziò a stare per conto proprio.
Una sera, dopo parecchie ore di lavoro, (t/n) si lasciò cadere sfinita sulla paglia.
«Sono esausta!» Esclamò.
«Pure io» Convenne Dipper. «E ho anche fame».
«Voi avete sempre fame!».
Lo stomaco della ragazza brontolò rumorosamente e lei arrossì.
«Chi è che ha sempre fame?».
«Dovremmo andare a caccia».
Il castano sbuffò. «Voi non potete andare a caccia, (t/n). Siete una donna e questa è una cosa da uomini».
Lei si chinò verso di lui con aria maliziosa. «E chi vi dice che sia una donna?».
«Beh...» Lui ricambiò il sorriso. «Innanzitutto avete troppo seno per essere un uomo. E poi non credo che lì sotto ci sia un...».
«Dipper! Ma come parlate?!» Esclamò lei tra il divertito e l'indignato.
Lui ridacchiò. «L'avete chiesto voi! E poi... Siete troppo bella per essere un uomo».
Immediatamente il ragazzo arrossì e (t/n) prese quasi fuoco.
Nessuno le aveva mai fatto un complimento, nessuno le aveva mai detto che era bella.
Decise di cambiare discorso.
«Allora? Mi insegnerete a cacciare?» Chiese.
«Mmh... Non saprei. È notte, e fuori per voi potrebbe essere pericoloso. Non vorrei perdere anche voi».
La ragazza arrossì nuovamente, poi guardò fisso negli occhi il compagno.
«Non me ne andrò. Sarò sempre qui, per voi e per gli altri. Ormai l'estrattore è quasi completato e a quel punto tutto finirà».
«Avete ragione. Vorrei però che sapeste una cosa: non permetterò che vi accada nulla di male.
Né ora, né mai».
Dipper si alzò, lasciando (t/n) senza parole. «Allora? Non volete venire a caccia?».**
Mentre camminava nel bosco buio (t/n) pensò che nell'ultimo mese Dipper fosse cambiato un sacco.
Era diventato più temerario, meno timido; diceva sempre quello che pensava. Delle volte sembrava un'altra persona.
E si era innamorato di lei: una ragazza debole che si era trovata in una situazione che nemmeno capiva fino in fondo.
(T/n), nonostante tutto, aveva ricambiato gli sguardi e i sorrisi fin da subito.
Credeva che lui fosse innamorato perso di Wendy, non di lei.
E forse lo credeva anche lui.
«(T/n), fermatevi!»
Lei obbedì. «Cosa succede?» Chiese in un sussurro.
Dipper le indicò un punto più avanti, ma la ragazza, sebbene strizzasse gli occhi, vide solo buio. «Non vedo niente» Ammise.
«Guardate meglio!».
Questa volta la (c/c) captò un movimento. «Che cos'è?».
«Un cervo! Venite, dobbiamo seguirlo senza fare rumore».
I due iniziarono a muoversi furtivamente tra la vegetazione, seguendo l'animale come meglio potevano.
Dipper si muoveva con movimenti esperti, mentre (t/n) era goffa, rumorosa e impacciata.
Aveva anche paura del buio, ma era troppo felice di essere a caccia col castano per tornare indietro.
Lui allungò un braccio per farla fermare, poi si tolse l'arco dalla schiena e lo porse alla ragazza.
«Provate voi».
Lei annuì emozionata e il ragazzo l'aiutò ad incoccare la freccia, a prendere la mira e a tirare.
Il colpo andò a segno immediatamente e i due esultarono.
«Siete bravissima, (t/n)!» Esclamò sincero Dipper.
«Avete fatto tutto voi!».
«Non è vero! Adesso aiutatemi a portare il cervo alla capanna».
I ragazzi si diressero verso il cervo, quando (t/n) inciampò in una radice e cadde dritta dritta sul compagno.
Imbarazzata cercò di alzarsi, ma lui le mise le mani sulla schiena e la fece rimanere ferma.
La luce della luna filtrava tra gli alberi, illuminano il volto arrossato e i capelli della ragazza.
«Siete bellissima, (t/n)...».
Il ragazzo pronunciò quelle parole con una certa rigidità, come se non fosse abituato a dire cose simili.
Lei sorrise.
I loro volti erano vicinissimi.
E poi arrivò: il bacio.
Fu lungo, pieno di amore e di passione: un magico incontro tra le labbra.
Nessuno seppe mai quanto i due rimasero attaccati, ma fu una voce a separarli. La voce di Mable.
«(T/n)! Allontanatevi da lui, quello non è Dipper!!».
(T/n) confusa si staccò da quella magia, quando vide i suoi compagni che erano stati catturati correre verso di lei.
La ragazza spostò nuovamente gli occhi su Dipper, ma incontrò solo due malvagi occhi gialli.
«E bravi ragazzi! Si sono liberati, al quanto pare!» Esclamò Bill divertito.
La (c/c) cercò di allontanarsi dall'abbraccio, ma il demone era troppo forte e non la lasciò andare.
«Cosa succede? Mi sembrava che ti piacesse tutto questo fino a un attimo fa!» Esclamò lui.
«Lasciatemi! Lasciatemi andare!» Urlò lei colpendolo forte con i pugni, ma i suoi colpi si fermarono quando capì che, comunque, stava ferendo il corpo di Dipper, e Bill glielo lasciava fare.
«(T/n)!».
Era Wendy.
In quel momento però il demone liberò il corpo del castano, poi si sollevò in aria tenendo sempre (t/n) stretta a sè.
«Vorrei tanto rimanere qui a chiacchierare, ma ho delle cose da fare. A presto!» Esclamò.
E scomparve nel nulla.**
(T/n) era confusa e spaventata.
Era nelle mani di Bill. Di nuovo.
Inoltre per tutto quel tempo non aveva lavorato con Dipper.
Non si era innamorata di lui, non l'aveva baciato.
Aveva baciato quel demone.
La ragazza venne fatta cadere su un pavimento duro e freddo.
Sollevò la testa e lui era lì, che la guardava a braccia conserte.
«Bene, bene, bene... Ma guarda chi è tornato a farci visita!».
«Voi... Voi mi avete ingannato per tutto questo tempo! Avete imprigionato i miei compagni, sicuramente avete dato false indicazioni per costruire l'estrattore e... E vi siete impossessato del corpo di Dipper!» Esclamò la (c/c) balzando in piedi.
«Sì, e allora? È stato divertente» Disse lui con tono malizioso. «E potremmo continuare da dov'eravamo rimasti!».
Lei indietreggiò e lui smise di sorridere.
Sembrò... Diverso.
Smise di fluttuare a mezz'aria e si accomodò su una sedia.
«La verità è, (t/n)... È che provo qualcosa per te. Qualcosa di vero. Inizialmente doveva essere una farsa, avrei dovuto usarti.
Ma poi, quando ho iniziato a fingere di amarti, mi sono trovato ad amarti davvero.
So che non mi credi: ma ho le prove.
Non voglio più essere il re dei barbari che tutti odiano. Non voglio più fare del male a te e i tuoi amici».
«Ma al resto del mondo sì» Replicò (t/n) freddamente.
«No, te lo assicuro! Sono cambiato».
E quella volta era vero: Bill era cambiato.
Era veramente intenzionato a non fare del male a nessuno, a rimediare ai suoi danni.
Ma non sapeva che presto sarebbe stato obbligato a cambiare idea.
«Se veramente sei cambiato» Disse la ragazza cercando di non far tremare la voce. «Dimostralo».«Ragazzi! Ragazzi, venite a vedere!».
Pacifica indicò un punto nel cielo dove solitamente si vedeva un pezzo del castello di Bill.
Era scomparso.
I ragazzi, che da qualche ora erano finalmente tornati nella capanna, seguirono con lo sguardo il dito della campagna.
«Ma com'è possibile?» Chiese Stan.
«Forse Bill ha trovato il modo di uscire dalla città usando (t/n)! Dobbiamo mandarlo indietro, subito!» Esclamò Gideon.
«Ma il macchinario è distrutto, e senza (t/n) non possiamo fare nulla!» Fece notare Soos mangiandosi le unghie.
«No» Disse Ford cupo. «C'è un altro modo: il più pericoloso».
«E cioè?» Chiese Mable con voce stridula.
«Dovremo evocare Bill con una convocazione e aprire un portale per rimandarlo indietro».
«Perché non l'abbiamo fatto prima?!» Domandò Wendy.
«Perché è molto pericoloso. Probabilmente moriremo tutti».
«Aspettate!» Esclamò una voce.
La voce di (t/n).
Tutti si votarono verso di lei...
...e rimasero impietriti.
«Che ci fa lui qui?».
Mable indicò Bill sprezzante.
Lui la guardò con la sua solita espressione divertita, ma non disse nulla.
La ragazza al suo fianco invece prese parola. «Non potete più vedere il castello di Bill perché lui si è pentito. È sincero: non vuole più fare del male e vuole rimediare».
«E voi gli credete?! Lui è un demone: starà giocando con i vostri sentimenti!» Rispose ancora la castana.
«Questa volta invece è sincero, ve lo assicuro! Venite con me, vi dimostrerò che è la ver...».
Una pietra colpì con forza la tempia di (t/n), che barcollò all'indietro e cadde tra le braccia di Bill.
Il demone fece passare lo sguardo tra il gruppo di umani davanti a sé, alla ricerca del colpevole.
Ma erano tutti colpevoli.
Subito le pietre si accanirono su di loro; più precisamente su (t/n), accompagnate dalle urla.
«Traditrice!».
«Eretica!».
«Maledetta!».
Bill, che nonostante tutto voleva ancora far cambiare loro idea, non usò la magia per deviare i colpi verso i mittenti: si limitò a fare scudo a (t/n) col proprio corpo.
Lei ormai però era ferita e perdeva troppo sangue.
L'ultima cosa che sentì prima di morire?
«A morte la strega».Mai più Bill si pentì delle proprie azioni.
Mai più volle cambiare.
Sempre fu alla ricerca di (t/n) e sempre l'amò, anche se lei non poteva stare sempre al suo fianco.
Fu così che il demone non diventò buono; non ci fu alcun lieto fine.
Lui non sapeva amare nessuno che non fosse (t/n).
Ma per nulla al mondo avrebbe risparmiato coloro che, in una vita o in un'altra, avevano messo fine a quella della ragazza.
Per nulla al mondo.
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Centuries {Human Bill Chiper X Reader}
FanficPer troppo tempo siete stati separati. Ogni volta la stessa storia: tu, lui, un bacio. E tutto svanisce. L'unica sua richiesta é di ricordarlo attraverso i secoli. Il tuo dovere é soddisfarlo. O cambiare il vostro destino. Attenzione: nella storia...