A tutto ciò che è proibito
ma non impossibile.***
Ora mi perdo però poi
se mi vorrai trovare
sai dove andare.(TVM,
Tiziano Ferro)Avete presente quando, dopo aver trovato la felicità con una persona, sei costretto a vederla andare via?
Quando, dopo aver toccato il cielo con un dito, sei costretto a tornare da dove sei venuto, dove tutto è più buio?
Niente.
Non puoi fare niente, se non aspettare che l'oscurità che ti ha sempre ospitato, ti accolga di nuovo.
Ed è quello che sta facendo Mario, appoggiato sullo stipite della sua porta, perché è lì che s'è dato appuntamento con Claudio.
Oggi ha deciso di portare gli occhiali da sole perché non vuole far notare le profonde occhiaie provocate da una notte insonne, passata a rigirarsi sul letto in cerca di una posizione tanto comoda da assomigliare alle braccia dell'uomo che aveva baciato quella stessa notte. Totalmente vestito di nero, si chiede come sia possibile che un uomo solo possa avergli colorato la vita, il nero del vuoto.
Si morde il labbro inferiore talmente forte da farsi male, per scordarsi che un uomo come lui non può che stare male, non può che soffrire per aver avuto un destino che forse non meritava, ma che lo ha reso consapevole di tutto ciò che non potrà mai avere.
Ed ora il suo desiderio proibito aveva un nome: Claudio.
Non era come gli altri. Non era un corpo nudo disteso sul suo letto. Quelli non erano altro che il rimpiazzo di qualcosa che non poteva essere chiesto, non da lui.
Eppure, pur essendosi arreso già da un pò, quell'infinita (finita) felicità gli aveva bussato alle porte della sua vita e lui l'aveva abbracciato come chi, dopo essere scappato via, ritrova casa.
Avete presente quando, guardando una persona, la prima parola che vi viene in mente è casa?
È così che lo guarda arrivare Mario, rimanendo sullo stipite della porta.
Con una maglietta bianca e un paio di jeans stretti alle caviglie, sembra corrergli incontro con la premura di chi ha delle labbra da baciare a un centimetro dal cuore.
Non hanno tempo per salutarsi, loro.
Però si guardano negli occhi e, come nella notte precedente, si fondono l'uno nelle labbra dell'altro, non facendo attenzione a tutto ciò che li circonda, a tutto ciò che invidia un sentimento tanto forte, tanto bello.
«Mi sei mancato.» gli sussurra Claudio, e non aspetta risposta quando assapora nuovamente le labbra dell'uomo che gli ha migliorato la settimana, ma che potrebbe migliorargli la vita.
Potrebbe.
«Mi mancherai.» gli risponde l'altro di rimando, e Claudio lo sa che gli mancherà, ma non sa se tanto quanto a lui.
Gli mette una mano tra i capelli, e con l'altra tra i suoi, li tira indietro contemporaneamente. È così che gli dice che mancherà anche a lui, perché - pur non essendo mai stato bravo a parole - sa che Mario può capirlo.
«Non è un addio, Mario.» dice con fare ovvio, vedendo nell'altro l'espressione di chi pensa lo sia. «Io so dove abiti.»
«È una minaccia?» dice Mario per poi ridere, e Claudio lo vede tranquillizzarsi.
«Può essere.» e ridono insieme, ridono di cuore.
«Beh, anch'io so dove abiti.» afferma con un pizzico di furbizia, e sedendosi sulle scale, invita Claudio a fare lo stesso.
«Quando vuoi.» ribatte Claudio facendo spallucce, come se non aspettasse di sentirsi dire altro.
«Oh... bene.» dice Mario con il solito (insolito) rossore in viso, sorpreso da quella risposta. E si sente nudo davanti a quello sguardo che lo scruta, che lo interroga, che lo rende speciale.
Con fare impacciato si toglie gli occhiali poggiandoli sulla testa, scordandosi per un attimo del suo viso stanco - ma ora felice - e ricordandosene solo quando vede Claudio accorgersene, ed aggrottare la fronte. E Mario ha sempre risposte bellissime per le domande che non gli vengono poste. «Ti ho pensato tutta la notte.»
È un modo raro di amarsi, questo.
Tra gesti inattesi e parole strappate.
Ma è vero.Furono interrotti dal suono di un clacson proveniente dal taxi che avrebbe portato i due veneti all'aeroporto.
«Clà, dobbiamo andare» sente dire alle sue spalle da suo fratello. «Ciao Mario!»
Entrambi si girarono di scatto, come se fossero stati sorpresi nel fare qualcosa di sbagliato. «Arrivo!» gli urla Claudio, mentre Mario ricambia il saluto.
«Devo andare...» sospira Claudio, mentre - alzandosi dalle scale - si sistema i jeans. Si gira intorno, per quella che gli sembrava essere l'ultima volta, cercando di memorizzare al meglio il posto. «Ci... ci sentiamo» dice, dopo lunghi attimi di silenzio.
«Ok.» risponde freddo l'altro, che di riflesso si alza e lo imita nei movimenti impacciati.
«Ciao panda dormiglione.» gli esce così, inaspettato, quel soprannome buffo che fa arrossire entrambi. Si morde la lingua maledicendosi mentalmente.
«Ciao scimmia!» e come poco prima ridono forte, tanto da far sembrare ogni altro rumore al mondo, un sussurro.
Smettono solo quando vengono nuovamente interrotti dal suono del clacson.
Si guardano ancora, ancora e ancora una volta, ripromettendosi - mentalmente - di rincontrarsi presto.
«Clà?» lo richiama Mario quando lo vede andar via.
«Sì?»
«Non mi dai un ultimo bacio?»
Claudio non sembra pensarci un attimo, prima di dirigersi verso Mario e stringerlo forte a sé prima di costringersi ad andar via. Un bacio, ancora uno e ancora un altro, e un altro. E si danno tutto ciò che hanno, tutto ciò di cui hanno bisogno per far sorridere il cuore.
E come quando si sono conosciuti, Claudio si avvicina al suo orecchio, perché quei segreti hanno la prepotenza di voler lasciare tutto il mondo fuori.
«Tanto lo sai che non è l'ultimo.»
***
Dopo essere rimasto un altro po' sulla porta e aver guardato i due fratelli andare via, Mario sale svogliatamente a casa sdraiandosi sul divano. Sente una forte pressione sulle tempie. Socchiude gli occhi, passandosi la mano sulla parte destra della nuca, da dove deriva maggiore dolore. Si blocca immediatamente, quando sente un liquido caldo sulla mano. Se la guarda attentamente, accorgendosi del sangue che gli macchia la pelle. Proprio come tanti anni prima... su una macchina.
E quella cicatrice che impacciato cerchi di coprire, forse ora non c'è più, forse ora è più grande.
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Il Padrone della Luna
Hayran KurguOcchi neri, audaci. Sguardo orgoglioso, di chi sa cosa cerca e sa come ottenerlo, senza dover faticare nemmeno un po'. Questa è la storia di un uomo dotato di un potere che - fino ad ora - lo ha sempre fatto sentire completo, ma che mai lo renderà t...