Capitolo 2

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Qualcuno bussa insistentemente alla porta.
Vi prego fatelo smettere!
Metto il cuscino sopra la testa per attutire il rumore ma nulla.
I colpi diventano sempre più decisi e forti.
Socchiudo un occhio, afferro l'iPhone nero sul comodino, lo tolgo dalla carica e lo accendo per vedere che ore sono.
Le nove di mattina?!
Stiamo scherzando?!
Io prima delle dieci non mi alzo!

Poso il telefono sul suo posto e poi mi giro dall'altra parte.
Tutto inutile.
La persona fuori dalla mia porta insiste.
Se continua così mi staccherà la porta, sicuro!
Decido così di alzarmi e senza curarmi di come sono vestita, vado a vedere chi c'è alla porta.

Apro velocemente e quando tiro con un po di forza la porta mi si presenta agli in occhi un ragazzo che sembra un sogno.
Sbatto più volte le palpebre per capire se sono ancora nel letto che sto sognando o se è reale.

-Mi fai entrare o no?!- chiede guardando la mia figura.
Si passa una mano fra i capelli e poi mi sorride.
Se è un sogno non svegliatemi, vi prego!

Mi sposto per farlo entrare.
Un attimo.. Ma chi è?!

-Scusa ma chi sei?- chiedo chiudendo la porta e seguendolo in salotto.
-Bel modo di far entrare le persone! Se fossi stato un serial killer a quest'ora saresti morta- ride divertito.
-Ripeto: chi saresti tu?- incrocio le braccia ma appena vedo il suo sguardo spostarsi sulle mie gambe nude, riporto le braccia lungo il corpo e tento di tirar più giù possibile la maglia che indosso come pigiama.

-Mi chiamo Cameron, sono la tua guardia del corpo- dice ricomponendosi.
Rimango un attimo ad osservarlo.
Porta dei jeans neri, una maglia a maniche corte colorata e una giacca blu.
Non ha per nulla l'aria di una guardia del corpo.
-E perché mi dovrei fidare? Potresti essere davvero come hai detto un serial killer- incrocio di nuovo le braccia al petto e non mi curo stavolta della maglia che si alza e scopre le gambe.
Deglutisce.
-Perché, come ti ho detto poco fa, se fossi un vero serial killer saresti già morta adesso!-
Guardandolo mi ricordo che nella cartellina che mi ha detto l'amico di mio padre c'è una sua foto e i suoi dati.
Lo sorpasso, recupero la cartellina sul divano e la apro.
Guardo la sua foto.
Si è lui!

-Va bene- sospiro -Che si fa ora?-
-Bhe prima di tutto vestiti, altrimenti non ti posso promettere che manterrò un rapporto solo professionale!- sorride leggermente.
Rimango con la bocca aperta per qualche secondo per la sua risposta, per poi ricompormi e andare dritta in camera per vestirmi.

Questo ragazzo sento che mi farà uscire matta!

-Io ho fame!- urlo andando in cucina.
-Si, anche io!- ribatte dal salotto, alzandosi dal divano e venendo dove sono io.
-Mhm.. E cosa vuoi?- apro diverse ante per vedere se trovo una tazza.
-Caffè e dei biscotti, grazie!- si siede al piccolo tavolo sorridendo.
Roteo gli occhi all'insù e continuo a cercare la mia tazza, più una per il signorino.

Appena le trovo le poso sul tavolo e poi preparo il caffè.
-Guarda che poi mi devi una colazione eh!- mi siedo mentre aspetto che esca il caffè.
-E i biscotti?!- chiede evitando quello che gli ho detto.
Mi alzo e li prendo da un anta in alto.
Li poso sul tavolo e li apro.
Verso poi il caffè nelle tazze.
-Ecco qua!- mi siedo di fronte a lui e porto la tazza alle labbra osservandolo.
-Cosa ti hanno detto di me?- chiedo mentre sta mordendo un biscotto.
-Bhe solo che ti devo proteggere, mi sembra ovvio- prende un altro biscotto.
-E nient'altro?!- chiedo bevendo un sorso.
-Cosa dovrebbero avermi detto?- continua a masticare il biscotto.
-Non si risponde a una domanda con un altra domanda.. E comunque che ne so io, pensavo ti dicessero qualcosa sulla persona che devi proteggere- lo guardo ancora.
Però è davvero carino!
-Senti- si pulisce dalle briciole e beve un sorso di caffè -Mi hanno detto di fare il lavoro per il quale mi hanno addestrato, cioè proteggere persone. E in questo caso, devo proteggere te. Devo fare rapporto ogni settimana a tuo padre, nulla più!- dice come se per lui fosse una cosa che fa sempre.
-Ok- finisco il caffè e porto la tazza nel lavandino.
-Davvero è stato mio padre a chiedere di te?!- chiedo asciugandomi le mani.
-Si. Perché?- chiede finendo anche lui il caffè.
-Bhe perché mio padre è strano e non credevo che avesse scelto lui personalmente una persona come te!- dico alzando le spalle.
-Cosí come?- si avvicina e mi fissa negli occhi.
-Bhe- ma perché esito?! -Cosí giovane, carino..- abbasso lo sguardo.
Mi sento in imbarazzo.
Sorride per poi allontanarsi un po.
-Vado a cambiarmi, se hai bisogno di me sai dove trovarmi, pulce!- sorride ancora e poi esce dall'appartamento.

Come mi ha chiamata?!
Pulce?!



She Bad ~ Who Am I [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora