Capitolo 23

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Perché la mia vita non poteva essere come quella di una ragazza normale che fa cose normali per questa età? Perché non posso avere solo questioni di cuore o problemi a scuola? "Litigare" con amiche su cosa devo mettere per uscire oppure su dove andare?
Perché devo piangere se mio padre mi tiene all'oscuro di alcuni cambiamenti e non perché mi sono fatta male sbattendo che ne so il ginocchio contro uno spigolo?
Che cosa ho fatto di male nella mia vita precedente per meritare tutto questo?

-Rebecca- una voce arriva da dietro la porta chiusa della mia stanza.
Giuse mi chiama più volte, sempre con dolcezza, non un accenno di stanchezza o impazienza.
È un ragazzo d'oro.
Vado ad aprire la porta a testa bassa per poi abbracciarlo.

-Avrei bisogno di stare un po da sola- sussurro.

-Non ti preoccupare, piccola- mi lascia un bacio sulla fronte e poi sorridendo va alla porta ed esce.
Non aggiunge nient'altro. Solo un semplice sorriso che vale più di mille parole.

Ripeto: sono fortunata ad averlo conosciuto.

Mi corico di nuovo nel letto per poi chiudere gli occhi nell'intento di tranquillizzarmi.
Più provo ad essere arrabbiata con Cameron per aver interrotto il bel pomeriggio con Giuse, più non riesco. Mi sembra di essere diventata pazza.
Da quando in qua mi faccio trasportare da emozioni che mi crea un ragazzo, quando invece sto bene insieme ad un altro?!

Afferro il telefono che avevo lanciato sulla scrivania stamattina e metto un po di musica. Mi aiuterà a rilassarmi.
Chiudo di nuovo gli occhi e piano mi addormento.

*  *  *

Quando apro gli occhi, il telefono suona ancora, ma non più la musica bensì la suoneria.
Mi alzo per andare a vedere chi è che mi cerca.

Cameron.

Mi ha chiamata più volte. Strano.
Prendo il telefono e mi risiedo sul letto rispondendo.

-Pronto?- esce quasi come un fischio la mia voce, molto debole.

-Rebecca- non posso non sorridere. Amo quando Cameron mi chiama con fare dolce. Devo smetterla. Sembro un incoerente.

-Rebecca ci sei?- chiede la voce dall'altra parte del telefono.

-Si scusa- abbasso lo sguardo e attendo che lui mi parli.

-Tuo padre.. - non finisce la frase che a quelle parole scatto in piedi come una molla. Senza vedere come sono conciata, corro nell'appartamento di Cameron.

Busso più volte impaziente che mi venga ad aprire.

-Ehy ehy piano, così mi spacchi la porta- ridacchia e non posso fare a meno di rilassarmi un po' vedendolo davanti a me che mi sorride.

-Puoi anche chiudere la chiamata ora- continua a ridere e mi accorgo solo ora che ho il telefono ancora appoggiato all'orecchio.

Come una scema. Sempre figure di merda io. Altrimenti non sono contenta.
Blocco il telefono e lo metto nella tasca della felpa.

Cameron si sposta leggermente e mi fa entrare.
Passo molto vicina a lui, tanto che i nostri corpi si sfiorano e posso sentire il suo profumo, come il suo respiro caldo arrivare dritto sul mio volto.
Lo ha fatto apposta, sicuro.

Vado in salotto e Cam mi raggiunge dopo aver chiuso la porta con trenta mila serrature. Sorrido.

-Che c'è?- mi chiede vedendomi sorridere e beccandomi a fissarlo.

-Nulla. Papà?- vado dritta al punto e lo vedo incupirsi. Prende il telefono e digita un numero, se lo porta all'orecchio e poco dopo me lo passa.
Sento due squilli e poi la sua voce.

* * *

Ho passato tutta la notte a pensarci senza chiudere occhio e ancora adesso non riesco a capacitarmi della decisione di mio padre.
Non può decidere lui della mia vita.
Non può tenermi rinchiusa perché ha sbagliato lui, perché non ha pensato mesi fa che il suo gesto potesse avere delle conseguenze.
Perché per colpa sua ci devo rimettere io?!

Per quanto voglia bene a mio padre, non smetterò ne di vedere Giuse, ne tanto meno Martina e il resto del gruppo. Con loro sto bene, mi sento meno un'estranea e più una loro amica.

Anche se non appartengo a questo mondo, io voglio farne parte. Voglio provare cose nuove senza avere rimpianti.

Cameron dopo la telefonata è stato così gentile, tenero, affettuoso. Non mi sarei mai voluta allontanare dal suo corpo, dalle sue braccia strette intorno a me.

Ma ho pensato all'altro ragazzo che mi vuole bene e con cui sto bene.. e mi sono sentita in colpa. Mi sembrava quasi come se lo stessi tradendo stando tra le braccia di qualcun altro.. non so, avevo una strana sensazione ma ero bello poter avere così vicino Cameron.

In quel momento non avrei saputo chiedere di meglio. Avevo bisogno di lui. Solo lui.

She Bad ~ Who Am I [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora