Capitolo 5

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Le folate di vento gelido graffiavano il volto di Todoroki come lame di ghiaccio.

I suoi capelli galleggiavano nell'aria, mentre con passo spedito tornava a casa.

Sentiva il cuore battergli prepotente in petto, lo stomaco chiuso in una morsa di agonizzante tormento e la testa che in pulsazioni ritmiche gli scoppiava.

Non aveva ottenuto che delusioni, da quando stava cercando di portar via Midoriya da Bakugo.

Una lacrima gli sfuggì, rigandogli la guancia rossa fredda.

Raggiunse casa e bussò con forza.

Fuyumi gli aprì, con una vestaglia da notte che stringeva a se e un sonoro sbadiglio.

"Shouto? Non dovevi dormire fuori?" le chiese leggermente sorpresa, aveva dimenticato di indossare gli occhiali.

Il ragazzo non rispose, entrando in casa chiudendosi in camera senza fiatare.

Aveva il respiro pesante, sentiva di poter soffocare.

"valgo la metà di lui Midoriya?"

Con rabbia lanciò lo zaino, con all'interno i suoi effetti, contro la parete.

Si appoggiò esausto contro la porta, nel buio più totale delle sue stanze, scivolando fino al pavimento.

Si strinse contro le ginocchia, coprendosi il capo con le braccia.

Qualsiasi cosa gli stesse accadendo, Midoriya ne era il responsabile.

Izuku serio in volto andò da Bakugo, il quale veniva inutilmente calmato da Kirishima.

Midoriya lo spinse, attirando la sua attenzione, con un sentimento che nei confronti di Kacchan non aveva mai nutrito, ira.

"cosa cazzo credi di fare?" gli ringhiò contro il biondo.

"cos'hai fatto? Cosa gli hai detto?" urlò Midoriya percosso da brividi insostenibili.

"non osare parlarmi in quel modo insetto, ti spacco la faccia" quasi lo raggiunse Bakugo pronto a colpirlo, ma Eijiro si mise in mezzo, pronto a sedare un'altra potenziale rissa.

"pensi sia disposto a perdonarti per sempre Bakugo?" Midoriya affondo le unghie nel proprio palmo, con la mano destra stretta in un pugno.

Bakugo spalancò gli occhi, preso alla sprovvista.

Se amava Midoriya, se veramente avrebbe voluto provarci, doveva smettere, smettere di essere impulsivo, arrabbiato con il mondo, schifato dell'esistenza altrui, ma non poteva e basta.

Eijiro aveva ragione, mentre il tempo passava più Izuku avrebbe seppelito i sentimenti che in lui emergevano talmente evidenti.

"gli ho detto di non sforzarsi per chi non lo vuole" disse pacato, con il volto basso.

"perché?" Bakugo vide Izuku tremare.

"io" era la prima volta che incespicava nelle sue stesse parole.

"perché non puoi semplicemente lasciar che tutto questo passi Bakugo? non hai nessun diritto di interferire nella mia vita in quel modo" lo guardò dritto negli occhi con il volto irato.

"tu non lo vuoi" urlò l'altro scostando il rosso in malo modo.

"non puoi saperlo" fece l'altro ugualmente.

Bakugo rimase sgomento.

Kirishima aveva assistito come una terza persona, ma forse era l'unico a vedere il dolore che si insediava negli occhi del biondo.

E vedere chi amare soffrire, era il peggior modo di comprendere quanto nel complesso i suoi sentimenti erano compromessi.

"allora va da lui, se lo vuoi così tanto da star contro di me, vai" disse Bakugo con una smorfia di disgusto.

"tu non sei mai stato dalla mia parte" rispose indignato Midoriya.

"e credi che m'importi star dalla tua misera parte?" Bakugo aveva il ghigno strafottente di sempre, parando i colpi ricevuti con la sua volontà d'acciaio.

"se mi amassi" fece con un ultimo sforzo "sì" e tornò in camera.

Il giorno dopo Izuku fu il primo a lasciar la residenza Kirishima, volendo andare a trovare Shouto, per chiarire le cose.

La notte non era riuscito a dormire, con l'immagine di lui impressa nel volto.

Era tanto come una tempesta, con il respiro affannato e il labbro rotto.

Quanto aveva sognato di poter medicarlo, scosse la testa al pensiero.

No, doveva solo rimediare, non creare altra confusione tra sentimenti ancora sconosciuti.

Raggiunse la casa di Todoroki.

Bussò, ma nessuno giunse.

Forse era troppo presto, forse Shouto non voleva vederlo e poteva comprenderlo.

Stava per andarsene, quando la porta si aprì e una ragazza gli sorrise.

"cerchi qualcuno?" gli chiese.

Aveva i capelli bianchi, con qualche spruzzo rosso qua e la, doveva essere sicuramente la sorella maggiore di Todoroki.

Era incantevole, nonostante gli occhiali sottili.

"Sono Midoriya, un compagno di classe di Shouto, lo stavo cercando" rispose leggermente in imbarazzo.

Midoriya intravide, oltre la figura della ragazza, una sagoma sparire oltre il corridoio.

"mi dispiace, è uscito presto oggi" la ragazza si agitò appena, con le orecchie che si arrossivano alla punta.

"è Domenica" disse Midoriya dubbioso.

"lo so" la ragazza lo guardò come se l'avesse presa per folle "ma gli piace correre di mattina presto".

"quando torna, potresti dirgli di chiamarmi? È importante" le sorrise e se ne andò a testa bassa.

Fuyumi chiuse la porta e fece un lungo respiro profondo.

Percorse il corridoio e bussò alla porta del fratello minore.

"Shouto?" chiese.

Nessuno rispose.

"è passato un tuo amico, ha detto di chiamarsi Midoriya" continuò con tono basso, quasi triste.

"mi ha chiesto di dirti di chiamarlo" ancora nulla.

Shouto si trovava seduto con la testa tra le mani sul filo del letto.

Occhi gonfi e rossi bruciavano appena serrava le palpebre, mentre gli oggetti della stanza erano stati lanciati al suolo.

"credo non lo farò Fuyumi" rispose a voce bassa "se torna" guardò la porta, da dove uno spiraglio di luce penetrava la stanza "menti ancora".

Midoriya sapeva che c'era.

E il suo rifiuto gli doleva.


Questo capitolo è più corto degli altri, ma volevo far capire come soffre Shouto (se ci sono riuscita) e come Midoriya ha bisogno di averlo al suo fianco nonostante ciò che prova per Bakugo.
STO TROPPO TRISTE GIURO.
A perte questo, spero di poter aggiornare ogni giorno, ma non ne sono sicura questa settimana, poi vi farò sapere.

Al prossimo capitolo ♡

Se fosse per me // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora