Capitolo 12

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"è illegale" urlò Shouto contro Enji.

"dove credi abbia imparato io a lottare?" rispose lui indifferente mentre preparava un borsone "ora smetti di fare storie e cambiati".

"io spero tu stia scherzando" sgranò gli occhi.

"senti, Shouto, la vita è fatta di alti e bassi, chi non sa difendersi è debole, non si nasce combattenti, si diventa" si voltò a guardarlo in faccia "tutto ciò che vedi in televisione è sempre oscurato da un velo di farsa e corruzione, invece là fuori, dove sono cresciuto, dove ho imparato a sopravvivere prima di avere un nome, è reale, il sangue, i pugni, le urla" procedette.

Shouto tacque, limitandosi a seguire il padre e tutto ciò a cui pensò fu a quanto fosse debole la sua volontà.

Midoriya aveva chiamato durante il pomeriggio Todoroki circa un paio di volte, giusto per sapere come fosse andata.

Sapeva di essere invadente, ma era più forte di lui.

Si chiedeva se fosse accaduto qualcosa di importante, forse gli era stato proibito di rispondere a Shouto, durante le sue chiamate.

Sarebbe stata una scusa plausibile, ma Midoriya non cercava scuse, voleva solo sapere, nelle più innocenti delle intenzioni.

Shouto non riusciva ad orientarsi, tra la folla che lo circondava, fra urla e esclamazioni, la sua testa sarebbe scoppiata come una bolla.

Non indossava i guantoni come quelli del padre, no, solo bendature a fasciargli le nocche.

Era il suo turno e le scommesse a favore suo erano poche, poteva capirli, stava tremando.

"Shouto, devi concentrarti, sai lottare, ti ho preparato dall'infanzia, fai quello che devi" e lo spinse nel cerchio creato dai corpi degli stessi spettatori che schiamazzavano estasiati.

Dall'altra parte vi era un uomo robusto, dallo sguardo truce e funesto.

Todoroki portò le braccia in avanti, pronto a fare ciò che doveva e iniziò.

Il giorno dopo Midoriya non trovò Shouto alla metro, ma direttamente a scuola.

Si chiese se il padre lo avesse accompagnato o la sorella.

Lo vide seduto al proprio banco, con la testa china su di esso.

"Todoroki" lo chiamò.

Ma da lui alcuna risposta.

Si chiese se era un'abitudine di famiglia ignorare chi a loro ci teneva, ma Izuku era disposto ad attendere le sue pause, qualunque esse fossero state.

"almeno guardami" imbronciò le labbra.

Shouto lo fece e tutto ciò che si dipinse sul volto di Midoriya fu terrore.

L'occhio destro di Todoroki era gonfio e nero, il suo labbro inferiore ferito e all'occhio destro portava un cerotto.

Izuku si portò una mano a coprirsi la bocca, non riusciva ad esprimere ciò che il viso del suo ragazzo gli suscitava.

Gli occhi di Shouto erano stanchi, vitrei e deboli, ma sul suo volto un sorriso forzato, triste.

"ho vinto" gli disse debolmente.

A Midoriya stavano per scendere lacrime di disperazione.

"è stato lui? È stato tuo padre a farti fare questo?" fece due più due Izuku.

"inizia la lezione Midoriya, va a sederti, ti prego" e tornò ad abbassare il capo.

Izuku esitò, inizialmente, ma obbedì.

"cosa farai ora?" gli giunse la voce di Bakugo dal banco di fronte a lui.

"non lo so" si prese la testa fra le mani.

"se non sai come aiutarlo" disse "come puoi definirti suo compagno?"

Izuku non riusciva a pensare lucidamente. Durante quelle poche ore di scuola non aveva udito nulla, se non la domanda di Katsuki a tormentarlo.

All'ora d'uscita Midoriya non poté parlare con Shouto, il quale era corso nell'auto del padre quasi fulmineamente.

"dovresti sapere dove va" la voce di Kirishima alle sue spalle.

Izuku si voltò e lo vide accompagnato da Bakugo.

"saranno combattimenti illegali" fece indifferente il biondo.

"dove si trovano?" chiese Midoriya preoccupato.

"fuori città, al confine" rispose in fretta Kirishima.

Bakugo si voltò a guardarlo severo.

"ci vado qualche volta, ok?" fece Eijiro sconvolto dalle accuse che gli occhi del biondo gli lanciavano.

"e cosa vai a fare con quel misero corpo che ti ritrovi?" spuntò acido Katsuki.

Eijiro lo guardò sarcastico "grazie, lo apprezzo".

"riesci a darmi un passaggio?" intervenne Midoriya.

"a proposito, se devi andare fuori città, come ci vai?" chiese Bakugo perplesso.

"in auto ovviamente" fece il rosso come se fosse ovvio.

"hai la patente Kirishima?" disse sorpreso Midoriya.

"sì, se non mi scoprono" sorrise imbarazzato.

Bakugo si affrettò a concedergli un pugno sulla nuca.

"ma che- sei forse impazzito?" urlò Eijiro massaggiandosi il capo.

"vengo anch'io" terminò Bakugo e se ne andò con le mani dentro le tasche dei pantaloni.

"vieni Midoriya?" chiese il rosso.

"sì" rispose sicuro.

"bene, passo a prenderti alle dieci" sorrise "iniziano tardi" e si affrettò a raggiungere Bakugo.

Midoriya non era sicuro fosse una buona idea, non era sicuro se Todoroki lo volesse più, ma di una cosa lo era, avrebbe smosso mari e monti, pur di riportarlo a casa da lui.


So che l'idea degli incontri illegali non sia una novità, o qualcosa di esaltante, ma spero vi piaccia comunque.
La KiriBaku prenderà un ruolo fondamentale nella storia più avanti, quindi spero vi piaccia la couple :))
Al prossimo capito ♡

Se fosse per me // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora