Capitolo 7

11.1K 770 596
                                    

Lunedì era forse il giorno più pesante di tutti.

Due ore di matematica susseguite di prima mattina forse non erano il massimo.

Ma incredibilmente era giunto alla stazione metropolitana in anticipo, forse non proprio incredibile.

Doveva vedere Todoroki prima che giungesse a scuola e non avesse più avuto la possibilità di parlargli.

E in effetti gli occhi di Izuku vagavano a destra e a manca senza sosta, doveva esserci, non saltava mai la scuola Shouto.

In lontananza Midoriya scorse Bakugo e arrossì distogliendo lo sguardo.

Non voleva pensarci in quel momento.

Poi dei capelli rossi e bianchi entravano dentro le porte del mezzo che era giunto senza che Midoriya se ne accorgesse.

"Todoroki, aspetta" e si lanciò all'inseguimento.

Shouto aveva fatto il possibile.

Si era svegliato presto ed era arrivato in stazione in anticipo, sapendo come Izuku saliva sul mezzo appena un secondo prima che le porte si chiudessero.

Ma lui era lì, in mezzo ai piedi della scalinata a guardarsi intorno.

Todoroki poteva solo sperare che non cercasse lui, il che era improbabile.

Così lo colse a soffermarsi su Bakugo e comprese che era il momento di svignarsela.

La metro stava per giungere e lui aveva resistito a non scrutarlo con il filo dell'occhio.

Ma tutto crollò in un paio di secondi, quando le porte del mezzo sulle rotaie stavano per aprirsi.

Midoriya lo stava chiamando a gran voce e non sapeva per quanto avrebbe potuto resistere dall'ignorarlo.

Il ragazzo dagli occhi bicolori si fece largo prepotente tra la folla che si accalcava all'interno del vagone.

Ma venne frenato da una mano che gli afferrava con forza la giacca della divisa.

Todoroki si voltò e due grandi occhi verdi riflettevano il suo aspetto pietoso.

Il volto di Midoriya si oscurò di preoccupazione.

"stai bene?" e gli poggiò delicatamente il palmo della mano sulla guancia.

Shouto chiuse gli occhi a quel contatto.

Sapeva che non avrebbe resistito ed eccone la prova, troppo debole per trattenere i propri sentimenti.

"non ho solo dormito bene" mentì.

Non aveva affatto mangiato, ma non era una novità, suo padre lo costringeva a diete assurde, pur di renderlo degno di essere il figlio del grande lottatore Endeavor.

"ti ho chiamato così tante volte" abbassò lo sguardo Izuku.

"io" ma Todoroki doveva lasciarlo andare "non ho avuto tempo" esalò.

"tempo" ripeté in un sussurro Midoriya "come andare a correre?"

"esatto" confermò.

Ma sapevano entrambi che era una bugia.

Il vagone si fermò improvvisamente, facendo sì che Midoriya perdesse l'equilibrio e si aggrappasse a Shouto.

Todoroki avrebbe voluto avvolgere le braccia attorno le spalle del ragazzo, affondare il viso in quei capelli caotici all'aroma di muschio e rimanerci fosse stata l'eternità.

Ma non sarebbe stato corretto.

Le porte si aprirono e Shouto scostò delicatamente Izuku.

"Todoroki, dobbiamo parlare, che tu lo voglia o no" la voce di Midoriya non accettava repliche "passo da te oggi, aprimi per favore" e lo superò, lasciando un Shouto sbigottito da tanta determinazione.

Le prime ore erano state senza ombra di dubbio sfiancanti e Midoriya lo dimostrava apertamente tra sbadigli e espressioni di palese dubbio.

Non che il comportamento degli altri fosse diverso.

Kirishima non avevo visto Katsuki arrabbiarsi di nulla quella giornata e la cosa lo turbava, ma non sarebbe andato da lui dopo quello che si erano detti.

Bakugo sapeva dei suoi sentimenti e non aveva mosso un dito, aveva preferito vederlo distruggersi per lui pur di dar un taglio a quella storia.

Midoriya correva.

Sentiva il cuore battergli nel petto quasi fosse una bomba ad orologeria.

Entrò in casa e si precipitò ad appoggiare lo zaino sulla sedia della scrivania.

Sua madre gli aveva cucinato un pasto per quattro persone, ma quella volta, Midoriya sorrise, non si lamentò e nemmeno fece una smorfia di disapprovazione.

Divorò ogni cosa presente in tavola, per poi alzarsi e depositare le stoviglie sul lavello.

"io esco" avvertì la madre.

"di già tesoro?" la sentì dire oltre il corridoio.

"non faccio tardi" e uscì, con il sole d'inverno che gli illuminava il viso e la brezza fresca di primo pomeriggio.

Si incamminò per casa Todoroki.

Sperava di avere il coraggio di parlare senza arrossire o balbettare.

In presenza di Shouto le sue emozioni si duplicavano, il che rendeva il tutto più complesso, ma doveva.

Il party, le discussioni, il suo comportamento distaccato di quella mattina, dovevano darci un taglio.

Com'era iniziata doveva finire.

Bussò alla porta e la sorella di Shouto aprì.

"sono qui per Shouto" le sorrise.

"non c'è in casa, mi dispiace" rispose.

Midoriya era amareggiato.

Cosa non andava? Eppure glielo aveva detto, ed era sicuro che avesse sentito abbastanza bene.

Era corso a casa e aveva mangiato come una furia per lui.

Solo e solamente per lui.

Perché ne aveva bisogno, aveva il costante desiderio di averlo accanto.

E se lui non voleva, se veramente non era corrisposto quel sentimento, avrebbe dovuto dirglielo in faccia.

A costo di dover sentirsi vuoto, senza alcun appiglio in quella caduta, lo voleva e niente e nessuno lo avrebbe fermato.

Senza troppe cerimonie oltrepassò la ragazza.

La quale sbigottita lo seguì per la casa nel tentativo di fermarlo, finché non trovò la stanza del fratello.

A quel punto, non erano affari che la riguardavano.

Midoriya spalancò la prima porta che gli andò a tiro.

E li lo trovò.

Seduto sulla sedia della propria scrivania a disegnare, ma si era fermato, a causa dell'interruzione.

"ora parliamo" fu tutto ciò che disse Izuku tra un respiro affannato e l'altro


Eh, volevate sapere se Bakugo e Midoriya hanno fatto cose, ma dovete attendere un'altro capitolo, mi dispiace, sono malvagia.
Intanto Izuku ha commesso un'effrazione e diventa un criminale.

Spero non sia stato noioso e lento, al prossimo capitolo ♡

Se fosse per me // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora