Capitolo 17

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Era natale.

L'albero era in salotto con le sue luci, ma privo di regali ai suoi piedi.

"buon natale, Midoriya" fece Shouto uscendo dal bagno dopo una doccia calda.

Izuku ancora mezzo addormentato non comprendeva se quella fosse la realtà o solo un'illusione.

Poi lo vide chiudere la porta della sua stanza.

E comprese che era rimasto immobile ad osservarlo come un sogno ad occhi aperti, arrossì violentemente e andò in cucina.

Kirishima nel frattempo aveva resistito a non rispondere alle chiamate di Bakugo.

Non era stupido, non era la mascotte di Katsuki, neppure il suo sfogo personale.

Non gli avrebbe permesso di fare di lui la sua marionetta.

Ma nonostante tutto non poteva non udire i suoi messaggi in segreteria.

"Sono ancora io pezzo di merda, ti amo, come te lo devo dire?" addio dignità "sono ore che sto sotto la tua finestra lurido, perché cazzo non mi apri? sta tranquillo che non mi muovo" e in effetti si era addormentato all'interno della casetta degli attrezzi.

Era una fortuna che i suoi genitori fossero in un viaggio di lavoro, dal quale sarebbero tornati il giorno dopo.

Kirishima raggiunse Bakugo e lo punzecchiò con la punta del piede.

"sei scemo o cosa? Fa un freddo cane qua fuori" lo svegliò.

"non mi hai voluto aprire" fece ovvio lui, alzandosi.

"senti, non sono la tua cazzo di pedina d'accordo? Non puoi venirmi a dire che ami Midoriya e pochi giorni dopo me, ci siamo capiti? Io non voglio questo da parte tua, menzogne e nient'altro, perché da parte mia non ne hai mai ricevute e trovo ingrato da parte tua" ma la bocca gli venne chiusa da quella di Bakugo.

Il quale lo afferrò da dietro la nuca e lo baciò di prepotenza.

Finché Kirishima non si arrese e lo afferrò con forza dai glutei.

"hai smesso di blaterare eh?" lo schernì Bakugo.

"va al diavolo" e lo portò dentro casa con la folle passione che lo divorava.

"ho solo pizze surgelate" informò dalla cucina imbarazzato Izuku.

"è uguale" fece Shouto dal salotto.

Era strano avere Todoroki in casa e non potergli dire quanto lo desiderasse, ogni secondo che passava, sempre di più.

"tuo padre ti ha chiamato?" gli chiese mentre metteva in forno le due pizze.

"circa ventisette volte" rispose indifferente l'altro.

Midoriya lo vide fare spallucce.

"se sapesse che tu sei qui" fece preoccupato.

"non ti farebbe mai del male" si appoggiò allo stipite dell'entrata della cucina.

"ma ne farebbe a te" chiuse lo sportello voltandosi a guardarlo.

"quello che succede a me non importa" incrociò le braccia.

Ed era così perfetto con i capelli tutti ad un lato, abbandonati a mischiarsi.

"a me importa" gli rispose freddo Izuku "credi che mi piaccia vedere la tua pelle marchiata da lividi e graffi?" si avvicinò a lui.

"so incassare" rispose Todoroki guardandolo perplesso.

"io no" dichiarò Midoriya "e se stare con te significa vederti in questo stato ogni giorno della mia vita preferisco non vederti mai più".

"ti ho offerto di andarcene, ma io non posso partire assieme a te senza guadagnare soldi, lottare è ciò che mi viene meglio" fece serio Shouto.

"fai qualcos'altro" quasi gli gridò contro "fattorino, cameriere, venditore ambulante non lo so, ma ti prego, basta farti del male" lo supplicò.

"è questo che ti blocca? Il fatto che torno con le costole rotte, null'altro?" gli chiese scrutandolo attentamente.

Midoriya rimase interdetto.

"o ti faccio paura io?" terminò.

"no, certo che no" ma balbettò Izuku.

Non bastava altro per far comprendere a Todoroki la situazione.

"se hai paura di me Izuku, hai ragione, forse non stiamo bene assieme" e si voltò verso il salotto.

A Midoriya tremava il labbro inferiore.

Com'erano arrivati a quel punto?

"non ho mai detto che non stiamo bene, noi due" fece ad alta voce, fermando Todoroki.

"lo dico io" e procedette senza voltarsi, Shouto.

Izuku sentì il dolore che quella volta, fuori dal magazzino, aveva provato, desolazione e vertigini.

Todoroki aveva sempre pensato che Midoriya fosse diverso, che non l'avrebbe mai temuto come sua madre faceva, ma si era sbagliato.

Il resto della giornata era trascorso tranquillamente.

Midoriya non aveva parlato a Shouto e Shouto a Midoriya.

Erano rimasti nel più completo silenzio.

Izuku credeva che tutto fosse andato perduto, il suo amore per la sua Luna, e l'amore di Todoroki per il suo Sole e le sue Stelle.

La notte era un momento straziante di cui Midoriya avrebbe fatto a meno.

Ricordava le braccia forti di Shouto che lo avvolgevano e il respiro caldo e rilassato di colui che amava contro la propria fronte.

E così decise che era abbastanza.

No, non aveva paura di lui, aveva paura di perderlo, perché sapeva che quando tale evento fosse accaduto, non sarebbe tornato mai più da lui e combattere sarebbe stata solo una perdita di tempo.

Scostò le coperte e si diresse alle proprie stanze.

Izuku ne aveva abbastanza di stare alle regole della ragione.

Perché aveva bisogno di Shouto, quando Todoroki di lui.


Allora, vi dico che i quattro capitoli che verranno gli ho cancellati e gli ho riscritti perché proprio non mi piacevano.
Spero vi piacciano e incrocio le dita ~
Al prossimo capitolo ♡

Se fosse per me // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora