Capitolo 6

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Izuku tornò a casa, forse con il cuore più pesante di prima e occhiaie evidenti.

Aveva creduto per un secondo di avere Todoroki per l'egoistico bisogno di poter dimenticare Bakugo.

E ora che lo aveva perso, il vuoto che albergava in lui lo soffocava.

Seduto a gambe incrociate sul letto, teneva stretto nella mano sinistra il telefono.

Quando avrebbe avuto la faccia tosta di premere il contatto e chiamare, forse si sarebbe fatto più male che altro.

Ma lo fece comunque.

Aveva bisogno di sapere che tutto andava bene, che quando era andato a cercarlo era a correre, che per lui ci sarebbe stato ancora, con i suoi occhi bicolore a scrutarlo.

E chiamò.

Squillava e per qualche istante gli sembrò di avere una speranza.

"segreteria telefonica, prego, registrare il messaggio dopo il bip" fece capolino la voce senza vita della segreteria.

"Todoroki, sono io, Midoriya, ma questo lo sai già" sbuffò una risata imbarazzata "volevo sapere come stavi, oggi sono passato a casa tua e non c'eri quindi" sospirò con un sorriso malinconico "quando hai tempo richiamami" e attaccò.

Ed effettivamente aveva ragione, si sentiva uno schifo.

Mai si era sentito talmente vuoto quando Bakugo lo ignorava, perché sapeva fosse così il suo carattere, perché forse, non era la stessa cosa.

Todoroki stava tornando nelle sue stanze, quando il telefono smise di squillare ininterrottamente.

Portava un asciugamano legato in vita e un altro sui capelli sgocciolanti.

Aveva creduto che farsi una doccia calda avrebbe alleviato quel peso sullo sterno che lo tormentava e forse in parte vi era riuscito nel suo intento, ma appena acceso lo schermo del  telefono deglutì sonoramente.

Ascoltò il messaggio fissando il vuoto e sorridendo dell'imbarazzo di Midoriya.

Era tentato di chiamarlo, di porre fine a quella sua rabbia che per quel poco tempo lo stava bloccando, ma non lo fece.

Aveva promesso di rendere le cose semplici a Izuku, perché Bakugo aveva bisogno di Deku, quanto Midoriya di Katsuki e lui non era che un terzo incomodo indesiderato.

Non avrebbe mai voluto confondere l'amico dagli occhi verdi, certo che no, il suo amore per il biondo si era fondato in lui dai tempi dell'infanzia, come avrebbe mai potuto sradicare tali radici profonde?

Era stato egoista, perché non aveva compreso quanto per Midoriya provava e ciò rendeva la realtà distorta.

Aveva rovinato ogni cosa e forse era stato un bene.

No, non l'avrebbe richiamato.

Nel lasso di tempo tra la mattina e il pomeriggio Midoriya aveva chiamato Shouto almeno dodici volte e mai aveva udito la sua voce.

Era così infastidito e irritato dal compagno che quasi lanciò il telefono, ma sapeva di non avere i mezzi per procurarsene un altro, quindi si concesse un sonoro sbuffo mentre si lanciava a peso morto sul letto affranto.

Così si addormentò.

La stanza di Izuku era buia.

La notte giungeva veloce, risucchiando la città in pochi minuti.

Midoriya sentì il telefono vibrare e il sonno che prepotente lo legava alle comode coperte si dissolse.

Afferrò estasiato il telefono e rispose senza dar un'occhiata allo schermo lampeggiante.

"Todoroki" si mise rapido composto su letto quasi fosse presente di fronte a lui.

"no, idiota" e tutto svanì.

Ma non ne comprese il motivo.

Era Bakugo per la miseria, doveva star saltando dalla gioia, ma invece il suo sorriso si estinse.

"scusami, dimmi pure" e si ristese confuso dai propri pensieri.

"sto sotto il tuo condominio, scendi" impartì.

Izuku sgranò gli occhi.

Era assurdo ciò che stava accadendo.

Tolse il telefono dall'orecchio e si precipitò alla finestra a controllare.

E vide Bakugo perdere la pazienza sotto quei cinque piani di cemento.

"arrivo" e attaccò.

Notò con non poco sgomento che erano le undici e mezza di sera e che Bakugo non avrebbe mai azzardato così tanto sapendo com'era irascibile la madre.

Chiamò l'ascensore mentre si stringeva nel maglione rosso che aveva indossato per il freddo e trovò Katsuki poco lontano dal cancello d'entrata dell'edificio.

"qualcosa non va?" chiese Midoriya leggermente preoccupato.

"senti" dalle labbra di Bakugo si formarono piccole nuvolette di condensa "quello che è successo ieri non è stato che per colpa tua" lo doveva ammettere, aveva un pessimo modo di esprimersi " perché io" Midoriya notò come Katsuki si stesse torturando le mani "ero geloso" e tutto sembrò sprofondare nel silenzio assordante della notte.

"prima di entrare a casa di Kirishima tu" tentò Izuku.

"so perfettamente cos'ho detto" rispose nervoso "ma ti chiedo una possibilità" Bakugo sentiva il cuore esplodergli "per dimostrarti di essere migliore di lui" terminò.

Midoriya sapeva perfettamente a chi si riferiva.

Avrebbe desiderato dirgli che si sbagliava, che Todoroki era stato per lui forse molto più che un semplice amico, che non avrebbe acconsentito si parlasse di lui in quel modo, ma tacque.

"è tardi Bakugo, non sai che dici" gli sorrise e si voltò per andarsene.

Ma venne afferrato da un polso e fatto voltare.

Tutto ciò che vide Midoriya erano le labbra screpolate di Katsuki.


Sono una persona che ama la suspence, lo ammetto.
Non sparatemi, non complottate attentati.
Ho delle idee su come continuare, quindi, per ora, sto a scrivere, soprattutto di notte perché mi giunge l'ispirazione.

Spero vi sua piaciuto e se ci sono degli errori non esitate, al prossimo capitolo ♡

Se fosse per me // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora