Capitolo 12

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Leila pov's

-Leila! Auguri!- urlò Lucas saltandomi addosso,

-Lucas! Idiota!- cadde dal letto,

-Ma è il tuo compleanno!- urlò abbracciandomi,

-Già...-

Afferrai il cellulare e chiamai Axel.
"Il numero da lei chiamato è irraggiungibile"

-Ma che succede? Risponde sempre..- sussurrai.
Cercai di chiamare anche gli altri ma invano.

-Non ti rispondono?- chiese Lucas,

-Ma che hanno?- sussurrai,

-Non preoccuparti su! Ti ho preso una torta- mi sorrise,

-Grazie onii- gli sorrisi,

-Prova a richiamarli dopo- si alzò, -vieni subito in cucina- uscì dalla mia camera.
Mi alzai dal letto e mi cambiai con una semplicissima maglietta bianca di Axel, era venuto parecchie volte a dormire a casa mia e lasciava le magliette anzi, io gliele rubavo.

Uscii e andai in cucina.

-Tanti auguri a te..sorellina-

-Fratellone!!- lo abbracciai,

-Sono sicuro che..ovunque si trovino mamma è papà, loro saranno fiera di te- mi guardò con gli occhi lucidi, -stai crescendo, adesso sei una vera e propria donna-

-Saró sempre la tua sorellina- gli sorrisi,

-Molto presto non avrai più bisogno di me-

-Ma che dici! Io avrò sempre bisogno di te! Sei mio fratello, ti ricordi da bambini? Dicevi sempre che non mi avresti abbandonata- lo guardai,

-Non succederà- mi diede un bacio sui capelli, -soffia la torta dai!- soffiai la torta e ci gustammo la colazione, preparata da lui.

Lucas era un bravo cuoco, come me, mamma ci aveva insegnato a come cucinare da piccoli, infatti eravamo sempre in cucina quanco lei preparava la colazione, il pranzo e la cena.

-Prugna mia, devo andare a lavoro-

-Ma avevi detto che rimanevi..- dissi triste,

-Lo so, ma mi hanno chiamato proprio ora..tranquilla, torno subito-

-Per quante ore ci stai?-

-Solo due ore, tranquilla- mi lasciò un bacio e se ne andò,

-Fai attenzione!- urlai prima che chiudesse la porta, -e ora che faccio? Axel non risponde alle chiamate, neppure Nelly..nemmeno gli altri! Che vita..e pensavo di poter passare con loro la giornata..-

Andai a farmi la doccia, poi svuotai il frigo.
Eh sì amavo mangiare.
Dopo la mia 'piccola' merenda, andai in salotto a studiare, nemmeno cinque secondi e sentii il citofono suonare.

-Chi è?- guardai verso lo spioncino ma non vidii nessuno.
Aprii la porta e non trovai, appunto nessuno.
Lo sguardo mi cadde per terra, c'era una lettera.

Cara Leila,
Io ti conosco ma tu non mi conosci, ebbene ho una cosa per te!
Segui la mappa e vai all'Hotel a 5 stelle al centro di Tokyo e chiedi la stanza numero 407.
Se vuoi sapere chi sono, farai bene ad andarci.
                                                              -Sconosciuto

-E se fosse una trappola di Ford?- sussurrai, -affanculo, se è lui gli faccio vedere io!-

Andai a cambiarmi con delle salopette di jeans, una maglietta beige, le mie ballerine bianche e il solito zainetto con le solite cose.
Chiusi le finestre e uscii di casa.

Quel giorno in cui ti abbandonaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora