Capitolo 17

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Leila pov's

-Forza sali in camera tua su- disse,

-Okay..-
Salii le scale e andai verso la mia stanza, aprii la porta e entrai dentro. Non era cambiata per niente.
Il letto da una piazza era al centro della stanza, una porta finestra, l'armadio e il bagno.

Flashback

Ero sdraiata sul mio letto e con me c'era un medico, la mamma e il papà.
I miei genitori piangevano mentre il medico mi guardava preoccupato.

-Dottore..che cos'ho?- gli chiesi mettendomi seduta,

-Penso che glielo dovreste dire voi- disse il medico facendo due passi indietro,

-Ascolta Leila..- iniziò mamma sedendosi sul letto,

-Cosa c'è? Perché piangi mamma?- le chiesi,

-Non devi avere paura okay? Ci simo noi con te- mi sorrise papà,

-I..io non sto capendo..- dissi,

-Tu lotterai e vivrai- disse mamma,

-Che cos'ho?- iniziai a piangere,

-Hai..hai la leucemia piccola..- disse papà,

-Co..cosa..papà cosa dici? La..l..l..eu..cemia? Che significa?- chiesi confusa,

-Per questo..eri così debole..-

-Mamma..non..non è possibile..io..non posso essere malata..non posso morire..-

-Tu guarirai- guardai papà, -ma non qui, non qui in Giappone-

-E allora dove?- chiesi,

-Dobbiamo trasferirci in Corea- disse,

-No! Non posso! A..andare via vuol dire lasciare i ragazzi..lasciare Axel..mamma non posso..non voglio abbandonarlo..-

-Piccola mia..- mi abbracciò.

Il giorno dopo tornai a scuola, ignorai i ragazzi del club di calcio, perfino Axel.
Mentre si stavano allenando, andai alla sede del Club, dove lasciai alcune lettere al mister Travis da dare ai ragazzi, spiegai sia a lui sia al mister Hillman la mia situazione e mi promisero di non dirlo a nessuno.

E lì, in quella giornata calda di giugno, guardai per l'ultima volta la mia ex scuola, versai alcune lacrime sentendo le urla dei ragazzi che si stavano allenando al campetto all'aperto.

-Perdonatemi..per favore..prometto che..tornerò..che vivrò..per voi..per te Axel..- dissi in lacrime.

Le persone mi guardavano confuse, ma non non importava.
Corsi a casa in lacrime.
Non li avrei più rivisti.
Quando arrivai a casa, cancellai tutti i loro numeri, li bloccai su tutti i social e cambiai la SIM, anche perché dovevo trasferirmi in Corea dovevo cambiarlo per forza.

Quella sera avevo il volo, dovevo subito fare la chimeoterapia quindi partimmo subito.
Lucas, che rimase a Tokyo per altri due giorni, mi disse che Axel lo aveva chiamato per chiedergli dov'ero, ma lui con furbizia gli spiegò che non potevo parlare con lui per una cosa e Axel ci credette.
Appena atterrai, all'aereoporto mi aspettava un'ambulanza dato che mi ero sentita male sull'aereo, mi portarono subito in ospedale e da quel momento iniziò la mia 'nuova' vita, incontrai Jung Hwan e dato che mi capiva, diventammo amici, mi insegnò il coreano e imparai subito. Morì un'anno dopo davanti ai miei occhi con il sorriso.
Gli avevo promesso di guarire, ma quando lui se ne andò peggiorai.
All'operazione pensavo di non sopravvivere, non ero sicura se era vero, ma Jung Hwan mi fece visita nel sonno e mi sorrise. Forse era solamente frutto della mia immaginazione.

Quel giorno in cui ti abbandonaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora