Capitolo 12
Le settimane passavano. Hevan cresceva a vista d'occhio. Era un bambino bellissimo e paffuto. I capelli erano castani e gli occhi di un delicato colore azzurro. Il cuore di Erin si riempiva di gioia ogni volta che lo vedeva. Ma era terribilmente preoccupata per Jay. Non lo sentiva da tre giorni e chiese a Mouse di mettersi in contatto con un amico laggiù. E lì, Mouse scoprì che Jay era rimasto ferito durante una missione. Si fece dire in che ospedale era ricoverato e le sue condizioni. Jay era stato sparato al braccio e alla gamba. Ma la pallottola più grave lo aveva colpito al polmone. Nemmeno il giubbotto aveva potuto fare qualcosa. L'intervento per rimuovere i proiettili era andato alla grande. Jay doveva stare in ospedale due settimane, con l'ossigeno per aiutare i polmoni, in modo da rimettersi completamente. Mouse non sapeva come dire tutte queste cose ad Erin, ma fece in modo di metterla in contatto con Jay. Così vedeva che era vivo nonostante le ferite. Poteva sentirlo solamente per venti minuti, in modo da farlo riposare :
-Erin ascolta, c'è una cosa che devi sapere. Jay è stato ferito tre giorni fa. Si trova in un ospedale militare, ma sta bene...Mouse non fece in tempo a finire perché vide gli occhi di Erin riempirsi di lacrime. Il suo Jay era stato ferito :
-Erin, ehi, adesso lo chiamiamo insieme. Tranquilla.Erin annuì in lacrime. Anche Hevan, tra le sue braccia, piangeva. Mouse chiamò Jay. Rispose dopo un po' e, alla vista delle lacrime di Erin, disse :
-Amore mio.
-Sei conciato bene, amico mio.
-Mouse, questo è il tuo modo di dirmi che mi vuoi bene?.
-Vedi di riprenderti. Ora vi lascio soli.Mouse uscì dalla stanza. Erin cullava Hevan. Jay disse :
-Mi dispiace molto. Non volevo spaventarti.
-Jay, se ti fosse successo qualcosa di grave, cosa avrei fatto io?.
-Erin, ascolta, non pensi che mi senta già abbastanza in colpa non essendo lì con voi?. Tutto quello che desidero è stare con la donna che amo e mio figlio.
-Noi non aspettiamo altro che questo.
-Ora devi andare. Mi dispiace. Vi amo tanto.
-Anche noi.La chiamata si concluse. Mirko, compagno di stanza di Jay, disse :
-Sembra proprio che la tua ragazza sia arrabbiata.
-È la paura a farla reagire così.
-Lo so. Però non risolve nulla così.
-È vero. Ma lei non vede l'ora di rivedermi. Ed anche io.Il dottore arrivò e cambiò le bende. Aumentò l'ossigeno per aiutare la ferita al polmone :
-Grazie dottore.
-Dovere.Dopo qualche ora arrivò l'infermiera per controllare le flebo. E disse a Jay :
-Ho saputo che prima di venire qui, eri un poliziotto dell'Intelligence di Chicago.
-Esatto.
-Sa', il sergente Trudy Platt è mia zia.
-Cosa?. Davvero?. Non lo sapevo.
-Il mondo è piccolo. Mi chiamo Olivia comunque. Ora vediamo come va la gamba.Mentre Olivia controllava la gamba, notò che qualcosa non andava. Chiamò il dottore che disse :
-Faremo un'ecografia alla coscia. È un poco gonfia a causa del puss. Riposi intanto.Jay annuì e iniziò a parlare con Mirko. Gli raccontò molto della sua vita. Il dottore, grazie all'ecografia, vide un pezzetto di scheggia nella coscia. Jay doveva ritornare sotto i ferri. Ma il medico voleva stabilizzarlo prima, per questo gli diede degli antibiotici. Jay non era molto entusiasta di stare altri giorni a letto. La sera chiamò Erin. E fu felice di sentirla molto più tranquilla. Quando la conversazione finì, Jay si addormentò stremato.
Erin, intanto, si trovava a casa di Hank. Aveva deciso di dormire da lui. La camera era comunicante ed Hank l'aveva già preparata. Erin era felice di poter dormire nella sua vecchia stanza. Voleva tornare a lavoro, ma per Hank era fuori discussione visto che Hevan era molto piccolo. Si addormentò presto quella sera. Era stata davvero una giornata pesante.