Capitolo 15: 1 Aprile 2010

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Maya era felice e finalmente in pace con se stessa. Aveva confessato alla madre la follia appena compiuta e le aveva promesso che, non appena fosse stato possibile, avrebbe rimediato con un matrimonio in grande stile celebrato nella cattedrale cittadina.

Ma ora non voleva saperne di abiti in tulle, torte, banchetti, confetti o altro che, sinceramente, non aveva mai catturato la sua attenzione. L'avrebbe fatto per sua madre, perché lo desiderava e meritava, ma per quanto riguardava lei, tutto ciò di cui aveva bisogno era la fede che portava al dito.

Ora, finalmente tranquilla per aver confessato l'accaduto, poteva iniziare a guardare al radioso futuro che le si prospettava. Era soddisfatta dello stile di vita condotto fino ad ora e di certo il suo matrimonio non l'avrebbe stravolto, casomai solo impreziosito. Erano già d'accordo, lei e Juan, almeno nei primi anni, avrebbero continuato a viaggiare con la stessa frequenza: l'unica differenza stava nel fatto che lo avrebbero fatto insieme da marito e moglie.
Era però indubbio che avrebbero dovuto mettere radici da qualche parte e visto che nessun affetto legava più Juan alla Spagna, Maya penso che sarebbe stato perfetto comprare casa vicino alla madre. Casa nella quale sarebbero tornati ogni ultima settimana del mese.
Mentre con gesti automatici chiudeva la valigia, chiedendosi per dove avrebbero comprato un biglietto aereo l'indomani (le importava solo andare a riposarsi al caldo) si ripeteva che, non appena tornata dal viaggio di nozze, avrebbe dovuto prendersi un ulteriore mese di libertà dal lavoro per sistemare queste due faccende.

Era stato facile per Maya perdersi negli occhi verdi di Juan. Risaltavano, incorniciati dall'accenno di barba e dai capelli lasciati lunghi e raccolti in una coda. Ancora non sapeva molto di lui, ma avrebbe avuto tutta la vita per conoscerlo a fondo ed era inutile negare che questo la intrigasse tantissimo. Era appena uscito da una storia, una convivenza durata due anni, era stato licenziato dal facoltoso padre della sua ex e si barcamenava tra un lavoro e l'altro. Maya potè solo intenerirsi a cospetto di quel sorriso così dolce e già dopo pochi giorni, decise che si sarebbe presa cura di lui. Lui che, parole sue, adorava viaggiare tanto quanto adorava lei. Perfetto, finalmente dopo tanto la vita le aveva presentato la persona che sembrava disegnata a posta per lei. Non era servito rifletterci su, Maya sapeva benissimo che avere un uomo che l'accompagnasse ed aiutasse nei suoi spostamenti l'avrebbe resa più sicura e felice. Quindi perché no? Si amavano e avrebbero vissuto la loro pazza ed insolita vita insieme. Perchè quindi rallentare le cose? A quale scopo rinviare l'inevitabile? Afferra la felicità quando ti scorre davanti, prendila, catturala e vivila appieno. Questa era una lezione che Maya aveva imparato e che le aveva insegnato a non perdere più nemmeno un secondo. Basta dubbi, incertezze, rimpianti per paura di soffrire. Quel giorno, sul terrazzo di Casa Batillo quando Juan, in ginocchio, avvolgendo le mani di lei tra le sue, le aveva proposto di sposarlo, Maya decise che questa volta non avrebbe perso tempo. Non avrebbe perso l'occasione di essere felice e non l'avrebbe rinviata nemmeno per un attimo.

Ci vollero due settimane di estenuante attesa per ottenere tutti i documenti necessari. Maya comprò per l'occasione un abito color crema con la gonna a palloncino, ma corta fino alle ginocchia, il tutto completato da un corpetto con scollo a cuore adornato da qualche Swarovski. Niente velo, ma una ghirlanda di margherite ad incorniciarle il viso. Pochi testimoni, solo quattro ragazzi conosciuti lì ed il Parco di Montjuic a far loro da sfondo. Bastò questo a rendere quel giorno il più bello della sua vita.

Tutto questo era successo una manciata di giorni prima ed ora eccoli giunti all'aeroporto di Bergamo, con un'infinità di opzioni che si aprivano davanti a loro.

"Finalmente, pensavo ti fossi persa. C'era molta gente in bagno?"

"A dire la verità no, ma mi sono fermata ad aiutare una ragazza che prima si è macchiata con del caffè e poi si è accorta di aver perso il portafogli. Aveva un mucchio di soldi con lei, comprese carte di credito e parte dei documenti. Fortuna che aveva il passaporto nella tasca dei jeans."

"Può capitare in aeroporto con la confusione che c'è che le sia caduto... O ovviamente che qualcuno glielo abbia sfilata dalla borsa. Ma d'altronde se tiene tanti soldi a portata di mano un po' se l'è cercata."

"Beh, forse sì. Che ne dici se andassimo al mare?" Maya cambiò discorso, spostandolo sulla meta del volo. "Questa volta ho proprio intenzione di viaggiare con l'unica preoccupazione di rilassarmi e divertirmi. Quindi mi vedo benissimo sdraiata su di una spiaggia caraibica a non fare nulla."

"Perfetto allora. E mare sia, se poi il sole preferisci prenderlo in topless ancora meglio!"

"Piantala, non hai mica bisogno di scuse per vedermi nuda!"

E tra un bacio e l'altro si avvicinarono all'ufficio delle informazioni.

"Voli intercontinentali ancora disponibili per oggi? Fatemi controllare." La centralinista, sistemandosi gli occhiali sul viso, iniziò con gesti rapidi e sicuri a digitare sulla tastiera del PC. "Il primo che parte è diretto a New York, da lì immagino non abbiate problemi a muovervi negli USA. Altrimenti ho posto su quello per Il Cairo. Sennò, aspettate un secondo..."

"Perfetto, potremmo andare a New York e da lì in California!" Propose Juan.

"No. Ho trascorso a Los Angeles il Capodanno ed ho sempre seguito una regola per i miei spostamenti: mai nel solito posto nel corso dello stesso anno. Invece ho un'altra idea. C'è un albergo in cui sono stata parecchie volte, ma ormai non ci torno da anni. Mi scusi," continuò rivolta alla centralinista "non è che gentilmente può controllare se da New York sono previsti voli per Cancun?"

"Certo, mi dia un secondo. Si. Ecco, potrei trovarvi un posto su un volo diretto che parte domani pomeriggio alle 16,24. Sono però rimasti solo posti in business. Che dite, prenoto?"

"Certo. E prenoti pure in business entrambi i voli, se possibile. Un regalo per la mia novella sposa. Ecco la carta di credito."

"Perfetto allora. Mi raccomando affrettatevi, il vostro volo partirà tra meno di due ore. E congratulazioni per il matrimonio!" E sorridendo ci consegnò le carte di imbarco.

"Quindi Messico?" chiese Juan guardando Maya negli occhi.

"Si, conosco un albergo là. Spero non sia cambiato, perché era delizioso e si affacciava su un mare a dir poco cristallino. Vedrai, ti piacerà. Sempre che ci sia ancora, ed ovviamente che siamo così fortunati da trovare posto."

E, sorridendo, si avviarono a fare il check-in tenendosi mano nella mano.

Intanto a Buenos Aires, un bel ragazzo moro e con gli occhi scuri, stava aprendo, sgomento, la posta appena ricevuta. "Non è possibile, deve esserci per forza un errore..."

Ogni 5 aprileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora