Capitolo 20: 4 Aprile 2010

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Le automobili, tutte talmente vecchie da sembrare di un'altra epoca, sfrecciavano veloci sullo stradone principale, strombazzando impazzite e bruciando talvolta i semafori rossi. Immerse in una folle corsa allo shopping, diverse famiglie di turisti entravano ed uscivano dai negozi con borse piene di souvenir e regali per amici e parenti mentre qualche bambino sorridente, indossando orgogliosamente un sombrero, stringeva stretto a sé un gioco appena acquistato. L'aria era invasa da una divertente e ritmata musica caraibica e il profumo pungente dei burritos inebriata le narici.
L'afa quasi incontrollabile faceva aderire i vestiti alla sua pelle che già aveva preso sfumature ambrate.
"Caldo, caldo, caldo. Ma sei sicuro di volere entrare in una SPA con questo clima? Sauna, bagno turco... Non sarebbe maglio spaparanzarsi al sole? Tanto cambierebbe poco... Senza dimenticare che ci sono anche un paio di zone qui intorno che muoio dalla voglia di fotografare."
Maya desisteva ad entrare nell'enorme portone circondato da colonne in stile greco che aveva di fronte.
"Le foto potrai farle domani, o uno dei prossimi giorni. Ho intenzione di stare in Messico ancora per un bel po' di tempo e non preoccuparti, vedrai che quando sarai sotto il getto rigenerante dell'idromassaggio cambierai idea!"
"Se ne sei così convinto allora entriamo."
E con passo incerto la neosposa mise piede in quell'enorme atrio dove un bancone in legno scuro risaltava al centro della sala bianca, mentre due graziose ragazze vestite con abiti in stile orientale, li accolsero con gentilezza, perdendosi in spiegazioni dettagliate sul funzionamento del centro benessere.

"Per fortuna che hai insistito, qui si sta davvero da Dio." Due ore dopo Maya sorseggiava una tisana ai frutti rossi dondolandosi su una comodissima amaca, mentre guardava Juan che, uscendo dalla doccia ghiacciata, le sorrideva in maniera terribilmente sexy.
"Sei tremenda, non sei rimasta nella sauna nemmeno tre minuti." La rimproverò con un leggero tocco sulla fronte.
"Ma dai, siamo in Messico, se ho bisogno di eliminare tossine sudando mi basta uscire. L'idromassaggio invece è tiepido il giusto e la stanza dell'aromaterapia mi fa impazzire. Ma l'esperienza più rilassante si ha in quella piccola grotta laggiù. Ci sei andato? Ti sdrai su uno dei lettini sagomati, rimanendo totalmente immerso, giusto il naso resta fuori dall'acqua, e sul fondale ci sono degli altoparlanti che riproducono suoni davvero rilassanti: dal rumore del vento o delle onde per poi passare alla musica classica. Vieni a provarla ora."
Maya saltò giù dall'amaca con tale veemenza che quasi cadde a terra. Poi afferrò la mano fredda di Juan e lo trascinò nella stanza della musicoterapia.

Il pomeriggio trascorse velocemente e i due ragazzi parlarono a turno dei loro viaggi, scoprendo di essere stati a Tokyo nel solito periodo.
"Mi manca il Giappone. Non credi che potremmo tornarci il prossimo autunno? Fotografare le meraviglie che offre il periodo dell'hanami con i suoi ciliegi in fiore è stato straordinario, ho ottenuto degli scatti stratosferci. Ma vorrei tornare per occuparmi del foliage e mi piacerebbe anche andare nei paesi alle pendici del Fuji. Non ci sono stata e mi vorrei tanto vivere la parte rurale, trovarmi in mezzo a quei piccoli paesi isolati dove il tempo sembra essersi fermato. Che ne dici?"
"Dico che non sarebbe affatto male. Anche se prima di pensare al prossimo autunno dovremmo capire cosa fare una volta terminata la nostra luna di miele."
"Vero. Beh, torneremo a casa mia, organizzeremo delle nozze in stile principesco per fare felice mia mamma, sistemeremo la casa con i soldi che mi ha lasciato papà e poi partiremo di nuovo. E sarebbe bello se anche tu trovassi un lavoro che ti permetta di spostarti di continuo, almeno fino a che non decideremo di mettere su famiglia."
"Addirittura siamo già al punto di parlare di bambini? Mamma mia quanto corri, ti avevo chiesto di decidere che fare il mese prossimo!"
"Beh, ormai siamo sposati, tanto vale pensare al futuro. E poi non ho mica detto che li voglio domani. Però è bello sapere che prima o poi tanti pargoletti arriveranno ad allietare le nostre giornate."
"Tanti?" Rispose Juan spaventato, "Forse sarebbe meglio affrontare l'argomento in un'altra circostanza..."

Un improvviso acquazzone che, un po' in anticipo, preannunciava l'inizio della stagione delle piogge, li colse alla sprovvista proprio mentre uscirono dalla SPA. Juan, prese la mano di Maya e ridendo la condusse al centro della piazza.
"Ma che fai, così ci inzupperemo totalmente!"
"Non mi importa, voglio ballare con te, qui ora."
"Ballare? Ma sei impazzito?" Il cuore di Maya batteva all'impazzata. Era felice, innamorata e si sentiva libera come mai, seppure fosse legata ad una persona da una promessa di vita.
Juan la attirò a sé e, dopo averla baciata a lungo, le scostò una ciocca di capelli inzuppati dal viso e mentre le sue mani erano strette alla sua la vita, iniziò a farla volteggiare, come se un'orchestra guidasse i loro movimenti, mentre la gente intorno li scrutava divertiti.

Intanto, su un taxi, poco lontano da lì, un ragazzo sistemava le valigie pronto per tornare, come ogni anno, a far visita a l'unica casa che sentiva davvero sua.

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