Il signor Jung apre una porta bianca a due ante con due finestrelle a oblò da cui avverto provenire un acceso brusio e ci lascia entrare in un locale enorme.
Noi rimaniamo un attimo frastornati dal caos che regna nell'abitacolo; cuochi e aiutanti corrono da una parte all'altra, padelle che vengono maneggiate con una destrezza incredibile, decine e decine di piani cottura e altrettanti piani di lavoro e lavelli, pentolame di ogni genere appeso a dei ganci di una struttura di ferro che si trova al centro della stanza, piatti con torte e pasticcini, rifiniti nei minimi dettagli, vengono posti su un tavolo in acciaio che si trova proprio alla mia destra e immediatamente due camerieri li posizionano su dei vassoi, per poi sparire dietro un'altra porta.
Avverto il mio stomaco brontolare e osservo con l'acquolina in bocca il ben di Dio che mi si presenta davanti agli occhi.
-Come potete ben vedere, le nostre cucine sono rifornitissime e sono gestite da un personale eccellente- mi desta dal mio stato sofferente Mr. Panciotto.
-Signorino Park, prenda quel carrellino-
Mi volto verso Jimin che ha un'espressione confusa quasi quanto la mia e, tentennando, raggiunge uno dei carrellini posti dall'altro lato dell'ambiente cercando di non farsi investire dai cuochi.
-Adesso voi servirete la colazione ai signorini, così iniziate ufficialmente il vostro primo compito. – si ferma un secondo e riempie il carrellino appena portato dal mio amico con una teiera in porcellana lavorata, che circonda da un set di tazzine, ugualmente lavorate.
- Non tossite, non starnutite, non fate alcun rumore, non fate cadere niente (soprattutto addosso ai signorini), non rispondete e, sopra ogni cosa, non fissate troppo negli occhi i due signorini che non avete ancora incontrato, se non volete venire subito licenziati. –
Sento Krystal, dietro di me, dare voce ai miei pensieri e borbottare un "possiamo respirare o dobbiamo chiedere il permesso pure per vivere?" e sopprimo una risata tirandomi il labbro inferiore.
Vediamo il vecchietto continuare a riempire l'intero carrellino con brocche di vetro di ogni colore e dirci cosa portare a chi per poi preparare un vassoio con una tazza e una piccola teiera. Apre la porta ed esce.
Sono teso come una corda di violino e non mi rendo quasi neanche conto di aver seguito il Signor Jung, agguantando il carrellino e ritrovandomi fuori dalle cucine.
Rimango stupefatto dalla maestosità della sala da pranzo: finestroni decorati si slanciano fino al soffitto altissimo, dove sono presenti dei cassettoni che fanno dei giochi di chiaroscuro fantastici; il tavolo color noce posto al centro della sala è più grande di quanto potessi aspettarmi, a occhio e croce ci potrebbero stare almeno un centinaio di persone, proprio per questa dispersiva grandezza è apparecchiato solo verso destra, per sei persone.
Mi avvicino alla posizione dei Signorini e della Signora, circondato dagli altri, e mentre faccio scivolare il carrellino per il pavimento marmoreo mi accorgo di quanto l'aria attorno a me sia diventata tutt'a un tratto pesante e opprimente.
La Signora Park, posta a capotavola, ci passa da parte a parte con i suoi occhietti minuti. Inizio a sentire la gola secca dall'ansia e avverto Jackson ingoiare saliva a vuoto.
Questa donna mette i brividi.
Ognuno di noi prende delle tazzine e vi versa il contenuto delle varie brocche e teiere all'interno per poi portare la bevanda al corrispettivo signorino. Ringrazio il cielo che mi sia capitato il the verde del signorino Kim Seokjin che avevamo appena conosciuto in soggiorno.
Almeno era facile da ricordare come ordinazione e poi non potevo sbagliare persona avendola salutata meno di mezz'ora prima.
Mentre poso la tazzina sotto gli occhi del signorino Kim noto che il posto accanto al suo è vacante, ma non mi soffermo più di tanto sul fatto dato che il Signor Jung ha parlato tanto male degli altri due signorini.
Proprio in quel momento di confusione mentale sento il tintinnare di un cucchiaino su una tazzina di porcellana difronte a me e vedo un Jimin con gli occhi sbarrati fissare una figura nascosta da un giornale.
Un altro signorino, non so chi tra i due che mancavano prima, ma di certo questo non porta nulla di buono.
Tutti insieme inspiriamo profondamente un litro d'aria, sperando che il semplice tintinnare delle stoviglie non comporti pene disciplinari o addirittura il licenziamento.
Jimin cerca di ricomporsi, affermando sottovoce una richiesta di scuse, poi si allontana dalla figura misteriosa andando affianco a Jackson, incollandosi al muro dell'abitacolo.
Io lo seguo a ruota e vado a schiacciarmi contro la parete alle mie spalle, tra un finestrone e un altro, affianco a Yoona e il Signor Jung.
Lo vedo tirare un sospiro di sollievo e ritorno a respirare anche io.
Fisso incuriosito il giornale che continua a venire sfogliato dal misterioso signorino, quando finalmente lo vedo venire richiuso e disposto sul tavolo color noce.
I miei occhi corrono sul viso del ragazzo misterioso.
Capelli di un castano ramato fanno da cornice a un viso d'angelo con labbra rosee; porta dei piercing alle orecchie che gli danno un'aria un po' sbarazzina che va a scontrarsi con l'estrema restrizione e eleganza dei suoi vestiti nero pece.
Per quello che mi sembra un periodo di tempo infinito, incatena il suo sguardo color nocciola al mio per poi increspare le sue labbra in un sorriso laterale e abbassare lo sguardo sul suo caffè nero.
Quel ghigno non prometteva nulla di buono.
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Annyeonghaseyo!
Va beh, penso sia inutile dirvi che quello che dietro il giornale fosse Yoongi.
Lo avevate capito, no?
Ora Alessia mi ammazza.
Okay, basta con gli scherzi, piuttosto fatevi sentire un pochino *tira fuori una faccia da cucciolo*
Grazie mille a chiunque stia leggendo la mia storia e spero di non aver ucciso nessuna con questo esemplare di Ji Chang Wook troppo kawaii
See you soon ^-^
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Roxanne ~ VKOOK
Fanfic-...Non vuoi forse fare quello che il tuo ricco cliente desidera?- Ingoio a vuoto della saliva, ho la gola così secca e questo ragazzo non fa altro che accrescere la mia sete. Quell'evidente frase sarcastica cerca di farmi dubitare della mia precede...