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"E' divertente sai?"
"Che cosa?"
"Una volta soffrivo di vertigini e adesso voglio volare"


Kim Taehyung

So che mi ascoltava, era attenta alle mie parole e alle mie lacrime. Aveva memorizzato tutte le mie debolezze, non c'era cosa che potessi tenerle nascosta. Sapeva tutto di me, io di lei sapevo solo il nome e il cognome. Temevo che la sua gentilezza fosse uno scudo e quel sorriso una copertura per chissà che cosa. Le sue mani erano troppo vissute, come i suoi occhi, dietro quella giacca nera e la gonna al ginocchio chissà chi c'era. Chi era quella donna, che ogni giorno, mi ascoltava con l'attenzione che si da a un libro.
"Non è questione di convinzione, te lo devi promettere" mi aveva detto una volta. Mi devo promettere di essere felice, ma sono stanco delle promesse. Così stanco che per me non c'è differenza tra una promessa e una bugia, sembrano diverse ma in realtà sono comunque figlie di una stessa madre: parole. E' un giro di parole che fa sempre male, più di una pallottola alle tempie. Il dolore ha così tante forme diverse da confonderlo facilmente con qualcosa altro. Forse era amore oppure gioia, ma io ho avvertito dolore, tanto e tanto dolore.
"Sei malato. Sono la madre di un figlio malato" mi diceva mia madre senza alcuna sbornia mattutina, temo che a volte menta, ma non mi convinco che sia la verità. Ogni tanto passeggio da solo e mi ricordo di essere vivo e di respirare col naso per sentire anche gli odori.
Una volta avevo sentito il suo odore misto alle pozzanghere della sera precedente. Era così forte da ricordare immediatamente quella festa. Sentivo la voce del dj che ripeteva di alzare le mani e aumentava il volume della musica, l'odore dell'alcol aveva occupato un'intera casa e il mangiare sparso qua e la saziava noi ragazzi divertiti da quel caos sconnesso dall'intero mondo. Eravamo a bordo piscina e stavamo bevendo scherzando e facendo battute senza senso, non avevamo il coraggio di immergerci tra la folla all'interno di quella casa. Yoongi non faceva altro che ripetere d voler andare via e Namjoon, ubriaco, vagava da ragazza a ragazza, finché non si sedette accanto a Yerim, la fidanzata di Hoseok. "Amico, Nam ci sta provando con Yerim"
"Lascialo fare, ci voleva provare da tanto" rispose Hoseok a Yoongi bevendo un sorso di birra. Io e Yoongi lo guardammo sconcertati. Non sapevamo più che cosa stesse accadendo nella sua vita e non ce lo avrebbe mai raccontato. Ormai eravamo rassegnati e ci limitavamo con le domande, nella sua vita c'era solo Frida e altre cose di cui non ci avrebbe mai parlato. Nella sua amicizia bisognava solo essere pazienti, Hoseok apprezzava il rispetto del suo silenzio, niente di più. Non chiedeva tanto, ma essere suo amico voleva essere stare nel mistero.
Quell'odore era riuscito a delineare quella serata, l'orologio in cucina fermo da chissà quanto tempo e le converse sbiadite di Yoongi, sentii un conato di vomito bloccarsi in gola e vomitai all'istante. Le bottiglie di alcol a terra e le risate mie e di Hoseok che si stozzavano con dei cocktail così forti da inebriarci la mente. Il suono delle bottiglie che sbattevano a terra e vetro che si rompeva e veniva calpestato. Non ricordavo altro e la musica lasciava andare i ricordi, confondendoli con canzoni dance e balli sfrenati a ritmo di rumori non di suoni.
L'ultimo ricordo che ho di Hoseok è quella promessa detta e ridetta anche in preda all'alcol. Quando Sully cercava di farmi ricordare quella sera sentivo costantemente la rabbia montarmi dentro e assalirmi una volta che non ricordavo più nulla. Vorrei tanto ricordare, dicevo a me stesso, vorrei tanto poter capire cos'era successo quella sera, mi ripetevo. Ricordavo la strada che avevamo fatto per raggiungere quella casa, ma non il volto di Hoseok mentre prometteva chissà che cosa.

Promesseun cazzo, è stato un bugiardo fino alla morte.

"Cerca di rifletterci a mente lucida", Sully non hacapito che oltre ad alcuni frammenti di quella sera non ricordo nulla. E comediceva Hoseok "Oltre il nulla, che cos'altro puoi trovare?".
Te, Hoseok.

Le ho risposto male perché non riesco a trovare risposte, mi sono arrabbiato perchénon mi ha aiutato... In realtà sono io che non ho bisogno di alcun aiuto, dopotuttosono solo disperato.
Qualcosa che mi distragga dalle cose brutte, esiste?
Una volta c'era Hoseok, adesso non c'è più niente. Una volta c'erano le lunghechiacchierate a casa sua con Jin che rientrava tardi dal lavoro. Chissà dov'erafinito quel ragazzo, chissà che fine avremmo fatto tutti.
Frida è rimasta il caso da svelare. Leiè una bugia o è vera?
Domande su domande, nessuna risposta.

Con la coda di cavallo sembrava essere un'adolescente e quella tuta la rendevaancora più piccola. L'avevo trattata male, me le ero presa con una persona chemi ha solo allungato la mano per aiutarmi. Era con me, stavamo parlando e dilei ho scoperto quel tanto che basta per capire che anche lei è un essere umanoe che vive come tale. Avrei trascorso la serata a farle domande che a vedere unfilm, tutte le domande di cui si priva lei con me gliele farei io. Muoio dallavoglia di chiederle che cosa ci fa qui, perché una persona dagli occhi cosìgrandi e vivi ascolta gli altri quando dovrebbe essere lei quella da ascoltare?Perché una donna dalle mani così screpolate e ampie non accarezza con dolcezzaun viso innamorato? I suoi occhi, le sue labbra, gli orecchini privi di orecchinie il collo nudo, ogni cosa di lei ti voglia a chiederle qualcosa. Perché scrivesempre con la sinistra quando usa più spesso la destra? Come mai si truccapoco? Perché prende la metro se può guidare?
Sully, perché sei entrata nella mia vita? Solo per aiutarmi o per confonderla?Io voglio il tuo aiuto, ma ho come la sensazione che io e te siamo di troppo inquesta mia storia di cui non ricordo l'inizio e la fine. Perché ad ascoltarmisei proprio tu? Perché devono essere le tue parole a consolarmi?

"Io non ti consolo, ti do ragione" mi hai detto una volta, ma non è vero. Nonmi hai mai dato ragione, mi hai solo aiutato a riflettere e adesso, l'unicacosa di cui ho bisogno è tradurre i miei sentimenti in parole.
"Lo farò, ma in parole è difficile. Proviamoci in colori" e mi hai sorriso. Nonavrei mai pensato che a confondermi non sarei stato io stesso, ma tu.

Lo zaino mi pendeva dalla spalla destra ed ero in ritardo, mentre Park Jimin entrava nell'ufficio di Sully. 

Non saremo più solo io e te allora, pensai entrando in classe. 

飛び去る- Tobi SaruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora