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Kim Taehyung 

Mi ero appena chiuso in bagno quando sentii i piedi nudi di lei muoversi tra le pareti svuotate di ogni singola traccia di ricordi. I talloni poggiavano sul tatami ancora freddo e i movimenti silenziosi di lei attraversavano la porta chiusa del bagno. Le gambe nude tremavano e le ginocchia violacee mi ricordarono le infinite cadute che avevano scalfito ogni singolo centimetro di quella pelle poco chiara. Gli asciugamani che tenevo tra le mani profumavano di lavanda e di silvestre, le mie unghie erano sporche e il mio viso fradicio dalla pioggia.
All'interno di quel bagno sembravo essere in un altro pianeta. Sentivo il silenzio assalire i miei pensieri, il mio corpo, le nocche delle mie mani... ero nel silenzio, ero il silenzio.
Poggiai il capo sui bordi del cesso. Sentii le tempie pulsare e la testa girare. La fronte grondante di sudore poggiate sulla ceramica fredda del gabinetto. Quella casa era un ricordo represso, quelle pareti mi stavano ingannando. Mancavano i dettagli, mancavano le immagini tra quelle piccole stanze. La mia mente si stava sforzando, cercava di ricordare... cercare un ricordo dimenticato da tempo ormai.

"I dettagli e i colori, quella casa è lei ed io andrò a vivere da lei" mi aveva detto senza aggiungere altro ed io speravo che stesse mentendo. La sua gioia mi stava facendo soffrire, la sua fuga mi avrebbe fatto piangere, mi avrebbe reso pazzo. Non poteva andare via, non poteva innamorarsi e lasciarmi da solo.
"Le piace l'arte... lei è un'opera d'arte Taehyung, vorrei tanto che la vedessi", mi aveva detto quella sera, perdendo per l'ennesima volta a Tekken.
"Ho bisogno di conoscerla meglio, ma sono già innamorato"
"L'hai vista solo una volta Hoseok!"
"Appunto perché mi sono innamorato di lei solamente vedendola, ho bisogno di conoscerla".
Mi parlava di lei, mi descriveva i suoi sentimenti dicendomi che era quasi impossibile riuscire a capire che cosa provasse per Frida.
"Frida?"
"Sì, come l'artista"
"E perché proprio Frida?"
"Perché la sua arte era incomprensibile se non solo per lei".
Era innamorato di un limite, di un impossibile, di un qualcosa di cui non potevi nemmeno essere innamorato. I suoi sentimenti si confondevano come la cera di una candela con la fiammella timida e tremante. Il suo amore era il quadro di un'artista sconosciuto, di cui le pennellate tentennavano tra la tela e la vita reale. Il suo cuore non pulsava per l'impazienza di amare quella donna, ma perché doveva semplicemente vivere.
L'immagine sfocata di pareti vuote e bianche mi balenò in mente come l'immagine interrotta e sfocata di un film registrato su di una pellicola danneggiata. Le tempie continuavano a pulsare e gli occhi si chiusero in preda all'impazienza di ricordare. Voci ovattate e tatti estranei.
"Abbiamo fatto l'amore" mi disse stringendo le mani sul suo maglione di lana. "Ah..."
"Taehyung, da quando conosco Frida la mia vita è cambiata", io rimasi in silenzio, "cos'ho fatto fino ad adesso? Ho sprecato i miei anni, ho buttato via del tempo prezioso. Taehyung, inizia ad amare anche tu". Mi aveva detto quel pomeriggio, di fronte casa mia.
Sentivo un retrogusto amaro in bocca e le orecchie tappate mi avevano alienato dal resto del mondo. Sembravo essere ubriaco fradicio, ma in realtà stavo solo cercando di tornare indietro nel tempo.

Tra il macabro e l'irreale, stavo ricordando. Hoseok aveva fatto un tatuaggio sulla schiena, "io l'ho fatto nero, lei lo ha fatto bianco" me lo aveva mostrato "io l'ho fatto qui, lei non lo so". Lo aveva scoperto prima di morire? E' riuscito a rispondere a quella domanda? E' morto senza quel dubbio?
Vedevo tutto bianco, non stavo riuscendo a capire più nulla. Il naso era scattato e le ginocchia erano poggiate sul pavimento gelido, non c'era alcun calore che mi stesse coccolando. Sentivo solo freddo, tanto tanto freddo, come i ricordi che stavano venendo a galla. La confusione che si era creata nella mia testa era imparagonabile alla caoticità di qualsiasi altra metropoli esistente al mondo.

"Alla parete ha disegnato un albero, è un salice piangente" era distratto mentre parlava, ma lo aveva detto ricordando ogni dettaglio del muro dipinto.
In quella casa, ad una parete, era stata strappata la carta da parati.

"Taehyung!" avevo sentito e delle mani ghiacciate mi stavano scuotendo le spalle. Aprii gli occhi e prima di focalizzare l'immagine sperai che fosse lui e invece era Sully con le lacrime agli occhi e il viso pallido. Ero disteso sul pavimento del bagno e la vasca era colma di acqua profumata. Sentivo la testa pesante e le palpebre degli occhi bruciare. "Taehyung..." questa volta sospirò Sully accasciando il viso sul mio petto. "Ti do una mano a rialzarti" mi disse con voce tremante. "Ho bisogno di lavarmi Sully, sento tanto freddo", mi sentii un bambino incapace di intendere e di volere. Volevo solo del calore sulla schiena, sulle ossa e volevo piangere, giusto un po'. La guardai negli occhi e cercai del calore anche in lei e invece, le lacrime sulle guance le davano un'aria così vuota da farmi avvertire spaesato in quel bagno che sembrava diventare sempre e sempre più piccolo. In silenzio mi tolse i pochi indumenti che avevo ancora addosso e mi aiutò ad entrare nella vasca da bagno, una volta che entrai dell'acqua uscì fuori bagnandole i piedi. Lei rimase seduta sul water e teneva la mia mano non più tremante.
"Ti stai scaldando Tae?", io annuii e lei rimase in silenzio. Mentre io cercavo di dimenticare tutto quello che avevo voluto far riemergere, lei fissò un punto vuoto, come si stesse tele trasportando in un'altra galassia. Gli occhi di lei tremavano come avevano fatto fino a poco fa le mie ginocchia e alcune ciocche di capelli le sfioravano le guance non più umide.

"Sully", lei si voltò lentamente, come se la mia voce si fosse mischiata con qualche ricordo di troppo confondendo le immagini che si era creata in mente. "Taehyung" non si era nemmeno voltata verso di me.
"Sei tu Frida?". Si voltò lentamente e le lacrime che si era trattenuta fino ad allora, fuoriuscirono in silenzio.










"Ma a lei piace essere chiamata Frida?"
"Sì, dice che se potesse piangerebbe ogni volta che la chiamo in quel modo"
"Ha mai pianto?"
"Quando finiamo di fare l'amore sì, sempre". 








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Lettori 💝
Mi scuso per gli errori ma avevo bisogno di aggiornare.
Come sempre vi amo~

Sputnik

飛び去る- Tobi SaruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora