Promettendo oceani amari,
avevo mentito e ingannato.
L'inganno non prometteva speranza,
ma quasi rammarico.
Ero innocente, una volta,
poi ho incontrato te e un desiderio sconosciuto ho avuto addosso per l'eternità.Alla speranza, che è morta
senza avvisare
Sully Vega
Sentivo così tante emozioni da non essere capace di distinguerle. Tra quelle nuove labbra sulle mie, avvertii un barlume di luce attraversarmi e quel fragile calore che avevo in me, sembrava essere Taehyung. Il tatto di lui prendeva le sembianze di qualcosa che, da un momento all'altro, potesse svanire, come nebbia o come amore. Costrinsi la mia mente a schiudere le labbra e andare via, ma il cuore non mi lasciò muovere un solo muscolo. Con gli occhi chiusi ero aggrappata alle sue grandi mani dalle dita affusolate e così sottili da riconoscerne ogni singolo osso. Dopo Hoseok temevo di aver dimenticato come si baciasse e invece, senza nemmeno saperlo, stavo aspettando la persona giusta ed era lì, a scaldare labbra secche e prosciugate dall'infinito ritmo del tempo.
Tempo.
Tempo...
Tempo. Qualsiasi cosa circondasse casa mia, ricordava il tempo. Le pareti prive ormai di carta da parati e spoglie di quadri da diversi mesi ormai, scandivano le ore nel loro silenzio costante e permanente. Il suono delle nostre lingue che si incatenavano riempivano quel contenitore vuoto chiamato casa. Avrei voluto sentire ancora quel dolce calore abbracciarmi con lieve dolcezza, come si fa con i bambini, senza poi dimenticarne il tatto. Allungai le mani e accarezzai le gote di Taehyung che calde com'erano le avrei potute scambiare per ceneri ancora calde. Le nostre labbra non si scombinarono e ancora curiose di percepire l'uno il sapore dell'altro, continuammo a sprofondare in quel bacio infinito. I capelli dorati di lui mi sfiorarono la fronte, facendo riemergere il profumo di Hoseok e i suoi odori. Poggiate sui miei fianchi, non sentivo le mani di Taehyung, ma i palmi di Hoseok, dalle venature intrinseche e non, come i quadri di Pollock. Ricordavo i tratti del suo corpo, linea dopo linea e quel candore così brillante da dover strizzare gli occhi per baciare quella pelle chiara e cristallina. Sentii il tatto delle sue labbra sottili sulle mie e il fiato caldo attraversarmi la nuca. Aprii gli occhi e spinsi lontano da me il corpo di Taehyung, ricordando solo dopo di aver baciato lui sino a quel momento. Baciavo Tae ricordando Hoseok, ma desideravo Taehyung dimenticando Hoseok. Troppe immagini si accavallarono nella mia mente e la voce quasi dimenticata di Hoseok, riemerse e gli occhi spaesati di Taehyung luccicarono brevemente, come se mi avessero inviato un segnale silenzioso. "Sully" mi chiamò e allungò una mano verso la mia. Non dissi nulla, indietreggiai col capo e riuscii solo a dire scusa, "perdonami, perdonami davvero, ma forse non volevo baciarti", ritornai in silenzio "o forse sì, volevo...". Taehyung si avvicinò lentamente a me e senza darsi per vinto scostò di nuovo le ciocche di capelli che avevo sul viso e mi baciò le guance, la fronte e la punta del naso. Seguendo poi le palpebre e la fronte, sino a trovare con quelle sue labbra che profumavano di ciliegie le mie. "Io sono Taehyung" disse e mi baciò. "Il ragazzo che ti ha sempre guardato da lontano" e mi baciò. "Invisibile tra la poltrona nel tuo studio e i corridoi della scuola" e mi baciò. "Vivo e vivente nel mentre ti guardo e tu ti lasci baciare" e mi baciò un'altra volta, questa volta, nell'avvertire il peso del suo corpo sul mio, capii chi stavo baciando e che sì, volevo baciare quelle labbra. Volevo tenere stretto quel corpo al mio e sentire i polpastrelli seguire le linee del mio corpo fino a sentirle sciogliersi. Volevo assorbire tutto il profumo che aveva in corpo e farlo mio, incapace poi di poterlo dimenticare. Ricordai le lacrime che aveva versato e le parole che aveva vomitato, ma a sfiorare la mia pelle era un giovane dal cuore ancora puro, che aspettava il momento esatto per poter sbocciare. Il suo cuore era ancora una petunia alla ricerca della luce del sole ed io, in quel momento, ero il primo raggio ad averlo colpito, chissà se con dolcezza o con pura violenza. Le sue mani si poggiarono sulla mia schiena e l'accarezzarono come se stessero cercando qualcosa. Sentii le dita fredde scendere sotto il lino della maglietta e percepire la mia pelle, i miei seni, il mio addome ricoperto di brividi. Non riuscivo ad aprire gli occhi eppure desideravo poter vedere il suo viso, il colore che vagava all'interno dei suoi occhi grandi e scuri, profondi come pozzi senza fondo. Il suo addome era poggiato al mio e il battito del cuore di Taehyung mi attraversò come una scossa elettrica. Le sue mani non tremavano, il suo fiato sembrava solo una dolce carezza e le sue labbra sfioravano appena le mie, ne sentivo la dolce veemenza e il fragile tatto. Stava baciando del cristallo, non me. Mi tolse la maglietta e si lasciò spogliare senza fretta. Non avvertivo della pelle altrui da tempo, morto Hoseok ero morta anche io. Avevo dimenticato che cosa significasse essere desiderati da qualcuno, le carezze di mani sicure e solide, l'amore di un dolce bacio. Ero diventata un'estranea a ciò, ma stavo ricordando con lentezza e alle immagini confuse del viso di Hoseok, si sostituì Taehyung che con fare gentile, mi toccava. Il tepore del suo corpo contagiò il mio, che abbracciandomi iniziò a scaldarsi. Mi baciò il collo e poi le clavicole nude, scendendo sui seni e sul ventre ancora freddo, poi si fermò e si accasciò sul mio addome, piangendo in silenzio non disse nulla. Le sue mani poggiate sulle mie tremarono e il suo fiato iniziò a sembrare una ventata tempestosa che invase il mio ombelico, facendomi ricoprire di pelle d'oca. "Tae" sospirai appena accarezzando i suoi capelli. Le sue ciocche oltrepassarono morbide le mie dita e dorate com'erano davano l'impressione di essere frammenti di luce. "Sully, sei un'ondata di ricordi dolorosi" disse piangendo Taehyung che rimase immobile, incapace di guardarmi in viso. Come mi sarei dovuta sentire? Quelle parole punzecchiarono ogni angolo del mio corpo e avrei preferito scomparire del tutto, diventando una bolla di sapone in procinto di esplodere. "Vorrei baciarti e non ricordarmi di lui. Vorrei toccarti e non pensare a lui. Il tuo corpo è lo stesso che ha amato Hoseok, chi sono io per poter fare lo stesso?", Taehyung alzò il capo e le sue mani scivolarono dalle mie braccia. Riuscii a guardarlo in volto e mentre la pioggia cessava di cadere e di sbattere alla finestra, lui continuava a piangere guardando me ostacolato dalle sue stesse lacrime. "Quando mi hai baciato, ho ricordato le labbra di Hoseok, ma tu non sei lui e il solo pensiero mi ha reso infelice. Poi hai iniziato ad accarezzarmi, a toccarmi, a baciare il mio corpo e Hoseok è scomparso, vedendo poi solo te, Taehyung" mi alzai accarezzando il viso magro di lui e asciugai quelle lacrime insaziabili. "Io ho bisogno di andare avanti. Tu hai bisogno di andare avanti. E se andassimo avanti insieme?", sentii la mia voce tremare e lo sguardo di Taehyung fissare il vuoto, come se oltre i miei occhi, in quella stanza, non ci fosse nient'altro. "Taehyung" lo riscossi e lui, come se finalmente mi avesse davvero vista, mi baciò per l'ennesima volta. Ma quel bacio fu diverso, carico di desiderio spinse maggiormente le sue labbra sulle mie, come se volesse tatuarle sul mio viso. Avvertii il gusto dolce e fresco e capii, quella volta e basta, di star baciando una persona vera, alla quale, senza nemmeno essermene resa conto, tenevo davvero. "Taehyung" dissi staccandomi dalle sue labbra, "dimmi".
"Baciami e non smettere. Toccami e non smettere. Amami e non scappare". In risposa, Taehyung si distese interamente sul mio corpo e con quelle mani dalle vene statuarie, iniziò a coccolarmi e con quei suoi baci sembrò volermi proteggere da ogni male. Se solo il suo corpo fosse stato l'essenza di ogni cosa, non sarei mai scappata da quelle mani che desideravano solo proteggermi. Se solo Taehyung fosse stato qualcosa che completava la parte di me mancante ormai da tempo.
Se solo Taehyung fosse stato Hoseok, io, forse, non sarei più fuggita.Sentii il suono delle gocce d'acqua fuoriuscire dal braccio della vasca da bagno. Appena la goccia scivolava sulla ceramica, il mio sonno veniva disturbato e da qualsiasi tipo di sogno, venivo svegliata. Taehyung era addormentato al mio fianco, nonostante il divano fosse troppo piccolo per sole due persone, eravamo così vicini da sembrare una sola striscia color nudo. Le mani calde di Tae della sera prima si erano freddate e le sue lunghe gambe incrociate alle mie mi impedivano di alzarmi senza disturbare il suo sonno. Con movimenti veloci mi sfilai da quell'abbraccio, mi rivestii e uscii di casa senza sapere che ore fossero e quale giorno della settimana fosse. Presi le chiavi della macchina e con la t-shirt sgualcita e odorante di fumo e nicotina, andai via, chissà dove ma andai comunque via.
Non riuscii a coordinare i miei movimenti con i miei pensieri e quando mi ritrovai fuori città faticai a capire chi avesse scelto dove andare. Forse il corpo o forse la mente, intanto, a pochi passi di distanza, c'era la cunetta di Hoseok ed io non avevo fiori o cibo da porgergli, solo tante e tante cose da dirgli. In macchina trovai solo qualche spicciolo e un pennarello color prugna. Dentro la borsa c'erano alcune gomme da masticare cadute dalla loro confezione e fogli stropicciati e sgualciti. "Perché sono finita qua?" mi chiesi quasi con rabbia. Non avrei dovuto fare quella strada, era meglio finire in un posto sconosciuto e deserto che ai piedi di un amore impossibile da dimenticare e sostituire. Rimasi in macchina con il capo poggiato sul volante e con mia sorpresa mi appisolai per quasi due ore da quando ero arrivata lì. Il sole era alto e la sua luce aveva scaldato terribilmente i sedili in pelle della macchina, lasciando al suo interno un forte odore di bruciato, temevo che da un momento all'altro potesse prendere fuoco, così scesi dall'auto e senza niente da porgere a Hoseok, risalii il vialetto per raggiungere la sua tomba sicuramente colma già di erbacce e ricordi sepolti da tempo.
Con il sole in testa fu difficile camminare fino alla cunetta dov'era seppellito il corpo di Hoseok e ricordare la posizione esatta della sua tomba non fu di certo un gioco da ragazzi. Cercai di orientarmi un'ultima volta e poi ricordai il sentiero giusto da prendere. Camminai a testa bassa, fin quando l'alta figura di un giovane si stagliò in lontananza. Era davanti alla cunetta di Hoseok e con le mani nelle tasche della felpa era immobile ad osservare quelle erbacce ricoprire quel posto che sembrava esser stato dimenticato da tutto e da tutti.
Mi fermai per un po', solo dopo, ripresi a camminare.
STAI LEGGENDO
飛び去る- Tobi Saru
Novela JuvenilUna corsa contro il tempo, legami, ricordi, passato e presente. Un cerchio che continua a ripetersi attraverso bocche sconosciute e altre infiltrate. Quella che è e che sarà la vita di Jung Hoseok verrà ricostruita attraverso le vicende di chi anco...