Sono dove volevo #2°Cap

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<<Carla>> arrossì nel vederla. Mi aveva portato il gelato...

La adoro. 

<<ehm... da quanto è li?>> chiesi indicando Dorian che parlava con Killian.

<<si sono rintanati da due ore lì... stanno discutendo... forse uno dei due cede... ma ne dubito>> spiegò lei.

<<allora ci penso io>> mi misi con i piedi a terra.

<<dove vai?>> chiese lei perplessa, <<a dividere quei dueee>> dovetti ripetere era dura d'orecchi!

Con il gelato in mano aprii la porta a vetri e mi misi in un angolo a mangiucchiare, mentre cercavo di tradurre i loro discorsi deliranti in tedesco misto al russo...

<<ehi>> alzai una mano. 

<<tishina >> mi ammonì Dorian.<<out>> aggiunse Killian.

<<oh uno marca un po' di più sull'accento se mi devi dire di fare silenzio in russo e tu adorabile imbecille fuori lo dici al cane!>> li ammonii.

<<ma tu sei negata nelle lingue... è tutto questo sapere da dove viene?>> mi ammonì Killian. <<per favore... parlo: russo, greco, inglese, francese, americano, tedesco e polaccome scrivo in 9 lingue diverse>> ringhiai.

<<io credo che->> <<ehi! Mettete il culo sulle sedie e non scollatevi fin che non mi spiegate>> zittii Dorian prima che se ne andarsene. 

Spiegarono ciò che era successo, e anche del perché ero nel reparto neurologia come paziente.

<<oh... va bene rifallo e ti infilzo con un coltellino, non siamo più al campo di addestramento!>> sorrisi malefica.

<<in ogni caso, la squadra ha passato l'addestramento, tu sei libera di smettere di frequentare questo posto o se proprio vuoi, puoi fare numero nella squadra>> sorrise lui.

Due settimane dopo:

<<prof ma cosa intende per 'torture'? Me lo sto chiedendo da un po'>> disse Liam.

Eravamo nella classe di Killian, mio padre, lui ci insegnava storia e francese. Ed io, non so cosa pensavo quando ho fatto quell'esame per passare gli anni più rapidamente. In ogni caso eravamo in una classe di 15. E gli altri erano come comparse chiedevano una volta ogni morte di papa.

Negli occhi di mio padre comprendo il suo stato d'animo. Papino attiva la modalità scemenza delle 8 e 23.

<<ti faccio un esempio pratico, prendete tutti i cellulari in modalità normale e metteteli nel cassetto che chiuderò a chiave. Non potete toccarlo fino alla fine della giornata. Ad ogni notifica marcirete nella curiosità di sapere cosa sia e chi sia, con la curiosità di sapere che vi hanno scritto, o cosa volevano, se era importante o solo un messaggio inutile, se era la ragazza/o che vi piace o una/o che vi vuole conoscere. Il primo che non resiste e mi supplica di dargli la chiave per riprendersi il cellulare, mi offre la merenda e mi porta per una settimana il caffè>> disse mio padre con un sorriso malefico. 

Da brava stronza staccai la connessione e misi il telefono nel cassetto, mimando a mio padre -a casa sei morto-

<<Liam sei morto e sepolto!Bell'idea la tua!Stavo superando il livello in Sniper 3D>> ringhiai verso quel poverino che voleva solo una semplice spiegazione, e non la forma pratica della tortura in versione moderna.

Anche Scott, Luna e i gemelli posarono il telefono e anche gli altri. 

Fino alla fine dell'ora resistemmo. Poi iniziò il piano che avevamo escogitato mentre mio padre spiegava, grazie a dei bigliettini.

Killian alla fine dell'ora disse <<darò la chiave al vostro prossimo insegnante spiegandogli la situazione, e così farà anche l'altro e l'altro...>> ci fece anche l'occhiolino. 

Killian era davanti la soglia della porta e scivolò a terrà. 

<<che volo...>> rise uno. 

Accorsi ad aiutare mio padre, gli ridiedi la sua cartella e andò con Mirco che lo aiutò gentilmente.

Appena ero certa che mio padre era al piano di sopra. Feci uscire fuori la chiave dalla mia manica.

Tutta fortuna che sia caduto direte voi, be', no, non è fortuna, Scott mentre buttava delle piccole perline nella pattumiera ne fece cadere una ventina a terra, quel ragazzo ama distruggere i bracciali di perline. Nello stesso istante io venivo interrogata da mio padre e tutta la sua attenzione era verso la sua bimba naturalmente. 

Ci siamo accertati che nessuno andasse a buttare le cartacce o cose varie. E quando sono accorsa da mio padre con mano lesta gli sfilai dalla tasca la chiave. 

In fine Mirco finì l'opera, facendogli scordare la situazione e portandolo direttamente nell'altra classe chiacchierando di cose francesi e cretinate simili.

 <<missione compiuta!>> io e i ragazzi ci scambiammo il cinque e aprii il cassetto. Tutti riebbero il proprio cellulare, ed io il mio. 

All'uscita Luna mi affiancò. 

<<sei contenta di essere nella squadra, e di essere il co-capitano?>> mi chiese, certo non era la mia migliore amica ma almeno non tentava di uccidermi. 

<<sono dove volevo>> eccoci tutti e sei. Pazzi, ragazzi scalmanati che avevano fatto arrivare un tic nervoso all'occhio di Dorian e una vena pulsante sul suo collo. 



I love you dad - Mio Papà? Il Mio Eroe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora