Chapter Four*

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"Ah Lipsy?! Dimenticavo, in questi giorni potremmo andare a vedere per un' auto, siccome io sarò spesso impegnato e considerando che sei distante da scuola... potresti prendere, che so, una Mini" alla parola 'Mini' feci una faccia disgustata.
Dio no! Siamo in piena campagna e la stradina che porta al cancello esterno è sterrata, come gli salta in mente?! Vidi zio Bart scoppiare in una sonora risata.

"Scherzavo! So che le detesti. Poi considerato il posto, direi che una mini non è l'auto migliore" lo guardai sorridendo e annuendo vigorosamente in assenso.

"Bene finisci di sistemarti, io ordino qualcosa, sperando che un take away arrivi fino a qui" detto ciò scese al piano di sotto e si chiuse la porta alle spalle. Un ora più tardi eravamo a tavola, mangiando cinese e guardando la TV. Non vedevo l'ora di scappare a letto!

[...]

Ah... finalmente letto. Sprofondai tra le coperte, crollando in un sonno profondo.

*********

"Mi sei mancata tantissimo, tutto questo nasconderci è una tortura."

"E cosa dovremmo fare? Lo sai, i nostri genitori non approverebbero."

"Si ma vederci di nascosto come dei ladri, magari se glielo dicessimo..."

"Scherzi vero? Mio padre tanto quanto, se ne farebbe una ragione, lasciandosi condizionare da mia madre, ma il tuo?"

"Già, Persephone sa essere molto convincente!"

"Non ammiccare quando parli di mia madre, è ambiguo!"

"Giuro amore che non pensavo nulla di male, solo che... tu sei come lei. Riusciresti a farmi fare qualsiasi cosa solo con uno sguardo, ed è per questo che ti amo."

"Anche io ti amo figlio del sole, vorrei solo che le circostanze fossero diverse."

"Già, vorrei che non dovessimo scappare via l'uno dall'altra dopo aver fatto l'amore, mi fa sentire sporco. Ma credo che dovremmo andare, altrimenti potrebbero scoprirci..."

********

Mi svegliai di soprassalto. Feci di nuovo quello stupido sogno. Era qualche giorno che non succedeva e per quanto fosse fantastico, ed anche il ragazzo in questione fosse divinamente bello, era snervante... sembrava troppo reale, ma allo stesso tempo il fatto di fare sempre lo stesso sogno era così surreale e ciò mi faceva sentire confusa.
Passai una mano tra i capelli sbuffando, erano le dieci del mattino e si prospettava una giornata molto lunga, così senza ulteriore indugio andai velocemente sotto la doccia. Tre quarti d'ora più tardi ero nella cabina armadio, in tuta, a finire di sistemare le mie cose. A pensarci bene ho davvero troppe cose.

Cinque ore! mi ci sono volute cinque ore per svuotare è riordinare i miei bagagli! Avevo fame e molto freddo.
Scesi di sotto nella mia camera è uscii avviandomi in cucina, una delle mie stanze preferite, era dannatamente bella.

 Scesi di sotto nella mia camera è uscii avviandomi in cucina, una delle mie stanze preferite, era dannatamente bella

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Mi preparai un tè caldo e per una frazione di secondo il pensiero del ragazzo mi sfiorò di nuovo la mente. Quegli occhi così belli e particolari, del colore dell'oro con qualche sprazzo verde, mi perseguitavano. Immersa nei miei pensieri non mi accorsi del rientro di mio zio, finché non parlò.

"Potresti asciugare i cani? Io devo cambiarmi" trasalii, mi girai vedendoli tutti e tre gocciolanti sul parquet, seguiti dallo zio e trattenni a stento le risate correndo a prendere degli asciugamani. Ne porsi uno a lui e con gli altri cercai di asciugare al meglio possibile i cani, che scrollandosi lanciarono bava e pelo ovunque. Terminato il lavoro, pulizia inclusa, recuperai il mio tè ed il piatto con il sandwich tornando in camera mia seguita da Azrael, Death e Cerbero. Quando entrai in camera, il mio sguardo venne catturato nuovamente dalla scala, decisi così di vedere il piano inferiore.
Questa casa mi stupiva ogni giorno di più, sotto la mia camera trovai una specie di veranda, siccome la stanza era chiusa da vetrate a tutta parete, trovai poi librerie già riempite dallo zio con i miei libri che erano stati aggiunti a molti altri, credo già presenti, un gigantesco camino in pietra, che accesi immediatamente per riscaldare un po' l'ambiente. Mi fiondai sul magnifico divano centrale, lasciando le poltrone ai cuccioloni. Mi lasciai cullare dal tepore formatosi nella stanza, leggendo e sorseggiando il mio tè fino a tarda serata.

"Calypso, Calypso dove sei? Ma dove accidenti si è cacciata?" la mia attenzione si spostò dal mio libro alla scalinata, sentii zio entrare in camera borbottando.

"Lipsy, tesoro dove ti sei cacciata?" non sapevo se fosse meglio rispondere o ridere.

"Zio, di sotto, sono qui, in veranda" scese la scalinata solo a metà, e mi guardò sporgendosi dalla balaustra.

"Vi decidete a venire a mangiare tutti quanti? O mi lasciate solo? E tu, sarà mezz'ora che ti chiamo!"

"Scusami zio, ero presa dal libro e non me ne sono accorta." dissi. Mi alzai lasciando il libro, o per meglio definirlo il tomo trovato tra i libri vecchi e polverosi già presenti sugli scaffali e dissi le paroline magiche per svegliare i tre giganti dormiglioni.

"Andiamo a fare la pappa?" in una frazione di secondo si alzarono e mi seguirono al piano di sopra e poi fino alla cucina; aprii lo stanzino, presi le ciotole e le riempii.
Vidi Cerbero e Death iniziare a gocciolare dalle labbra pendenti. Credo che dovrò mettergli dei bavaglini. Una volta sistemati e lavata le mani andai a tavola. Appena vidi il piatto mi brillarono gli occhi, perché trovai uno dei miei piatti preferiti in assoluto. Dopo esserci riempiti per bene lo stomaco andammo a letto, io però, tornai in veranda a leggere davanti al camino acceso, ma ben presto finii tra le braccia di Morfeo, sognando quel ragazzo a me sconosciuto.

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