The masked reality

Chapter Eighteen *

Helios's POV

Continuai a camminare sotto braccio con mia madre salutando ed intrattenendo brevi conversazioni con alcuni degli altri presenti finché non fummo invitati a prendere posto al grande tavolo, accompagnati da un acceso vociare. Mi ritrovai seduto al centro di esso ed alla mia destra sedeva Dioniso intento in una fervida conversazione con una musa accanto a lui, di fronte a me mio zio Efesto che mi salutò con un lieve cenno della testa che prontamente ricambiai. Rimasi confuso nel vedere il giovane seduto alla mia sinistra, uno sconosciuto, almeno per me.

"Ciao! Sei Helios vero? Il figlio del sole." sbuffò una risata guardandomi.

"Si sono io! E tu... chi saresti?" sbottai già irritato, c'era qualcosa in lui che proprio non mi piaceva.

"Sono Tereo, figlio di Ares." per un attimo rimasi confuso, mio zio non aveva figli, almeno non che io sapessi.

"Siamo cugini, bene." affermai sarcastico. Non trovai altro da dirgli, non ero un grande sostenitore di mio zio Ares quindi preferivo chiudere la nostra conoscenza, anche se il mio nuovo cugino non la pensava ugualmente.

"Non ti ho mai visto ai banchetti, come mai?" quel sorrisetto strafottente glielo avrei voluto cancellare a suon di pugni, ma non potevo, soprattutto senza un valido motivo.

"Ho avuto di meglio da fare che venire a queste stupide celebrazioni. Caro cugino."

"Se vivere da mortale credi sia migliore di questo... rispetto le tue convinzioni ma non le condivido!" e di nuovo quello stupido sorrisetto gli si dipinse su quella faccia da idiota.

"Dai Tereo non è così male come credi, io sto spesso tra i mortali e devo dire che nell'epoca odierna non è affatto male. Ci sono molte nuove comodità e le donne sono così disponibili ed aperte... pronte a tutto."

"Si in effetti al giorno d'oggi si vive molto bene." dissi convinto.

La nostra conversazione ed il brusio che ci circondava scemò con l'ingresso di mio nonno, avvolto in una veste bianca e una corona d'alloro fatta d'oro puro a contornargli la testa. Si fermò in cima alla corta scalinata che dava sul giardino e tutti automaticamente si voltarono nella sua direzione, era solito fare un breve discorso di commiato ad ogni celebrazione e puntualmente ogni volta, utilizzava quella scalinata come piccolo palcoscenico in modo da ergersi al di sopra di tutti noi.

"Vorrei cominciare con il ringraziare voi tutti, figli e nipoti miei per essere venuti qui questa sera in mio onore. È per me un grande piacere vedere qui riunita quasi tutta la famiglia in un giorno di festa. Spero che il banchetto sia di vostro gradimento e..." la voce di mio nonno s'interruppe bruscamente, tutti noi ci voltammo nella direzione in cui era puntato il suo sguardo, indecifrabile in quel momento. Trovando Ade e Persefone avvicinarsi con passo sicuro e disinvolto.

"Fratello! Scusaci per il ritardo ma abbiamo avuto un contrattempo. Anche se dal tuo volto deduco di non essere gradito." venivano sempre invitati ai festeggiamenti per pura formalità, ma mai una volta in molteplici secoli trascorsi si erano presentati.

"Prego fratello, Persefone... sedete pure, sono lieto di avervi alla mia tavola. - li invitò a prendere posto con un sorriso più che falso sulla labbra - Bene! direi di dare il via ai festeggiamenti!" scese dagli scalini prendendo posto a capo del lungo tavolo, in modo da poter vedere tutti, alla sua destra sedeva Era mia nonna che mi sorrise non appena incontrò i miei occhi, alla sua sinistra Poseidone, l'altro fratello di mio nonno, quello non odiato in quanto più controllabile a differenza di Ade.
La cena proseguì calma, tra cibo, discorsi, risa e fiumi di vino, ore più tardi la parola venne rivolta nuovamente ad Ade.

"Mio caro zio, come mai non ci avete dato l'opportunità di deliziarci della presenza di Calypso, anche lei fa parte della famiglia infondo." alle parole di Eris rischiai di soffocarmi con il vino che stavo bendo, poggiai il calice sulla tavola tossendo rumorosamente sotto lo sguardo attento di Efesto e quello divertito dei due idioti seduti accanto a me.