Chapter Twenty*

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Calipso's OV





Mi risvegliai sul divano in salone ancora stordita, non riuscivo a ricollegare gli avvenimenti della giornata.
Alzando lo sguardo notai Kyrion sorridermi.

'Quando era entrato in casa?' forse ero un tantino troppo frastornata.

Bart entrò in salone con sguardo serio, era arrabbiato anche se cercava di nasconderlo, ma riuscivo comunque a vederlo dalle narici lievemente dilatate e i muscoli tesi mentre teneva le braccia conserte. Sospirò prima di sedersi su una delle ottomane vicino al tappeto.

"Che ore sono?" fuori era già buio ed io non ricordavo neanche di essermi addormentata.

"Sono le otto, hai dormito per un bel po' " fu Kyrion a prendere la parola, mentre Bart evitava il mio sguardo ed io non riuscivo a capirne il motivo, ma un senso di ansia s'insinuò dentro di me.

"Che ci fai tu qui?" cercai di risultare il meno sgarbata possibile e dal sorriso, che non abbandonò le sue labbra capii di essere riuscita nel mio intento.

"Ti sei sentita male e così ti ho accompagnata qui con Sor... ehm Bartleby, solo per assicurarmi che stessi bene." mentre mi parlava piccoli frammenti dell'accaduto mi passarono davanti agli occhi.

La piccola discussione avuta in auto con Bart, io che lo seguivo nel vano tentativo di fermarlo, lui che litigava animatamente con Helios, mentre Kyrion cercava di separarli e tenerli lontani l'uno dall'altro, con l'aiuto di Elijah e David e poi il vuoto totale.
Voltai la testa verso Bart che era rimasto nella stessa posizione sbattendo il piede a terra, io non gli avevo detto nulla riguardo all'accaduto con Helios e neanche delle altre discussioni avute con lui.

"Oh! Quindi ce ne sono state altre?! Ed ovviamente tu - mi puntò un dito contro - hai pensato bene di non dirmi niente!"aprii la bocca ma Kyrion mi precedette.

"Vuoi stare zitto?! Dovresti spiegarle un po' di cose anziché aggredirla, rimandiamo le scenate di gelosia a dopo, okay?"

"Io non posso farlo e tu lo sai." m'ignorarono spudoratamente, continuando il loro animato scambio di battute.

"Bene e allora come pensi di risolvere questa situazione?"

"Come ho sempre fatto, ovvio!"

"No! Non ti permetterò di farlo ancora! Io l'ho appena ritrovata, lei è mia amica!"

"Volete spiegarmi che diamine sta succedendo?!" stavo iniziando spazientirmi.

"Okay... piccola guardami - Bart si avvicinò, sedendosi accanto a me sul divano mi girò il volto verso di sé, tenendomi per il mento - ti prometto che ti racconterò tutto al momento giusto." ero ancora più confusa di prima, non sapevo cosa rispondergli, mi limitai a tenere il mio sguardo fisso nel suo.

"E quando sarà il momento giusto per te Bartleby?" gli chiese Kyrion con tono esasperato guadagnandosi un occhiata torva da parte sua.

"Presto! - si voltò nuovamente verso di me prendendomi le mani - Ehi... tu lo sai che ti amo vero?" scossi la testa in assenso, ero momentaneamente bloccata, sembrava che la voce mi fosse morta in gola.

"E questo che centra adesso?!" esordì Kyrion sgranando gli occhi e portando le mani al cielo in un moto di frustrazione, guadagnandosi nuovamente un occhiata truce dal mio fidanzato.

"Amore mio te lo prometto, un giorno ti dirò tutto, adesso non sono pronto a spiegare e tu non sei pronta ad ascoltare. Al momento opportuno ti racconterò ogni cosa. Ti fidi di me?"

"Si" la mia voce uscì tremante quasi in un sussurro, ma fu abbastanza per fargli spuntare un dolce sorriso sulle labbra, che subito ricambiai.

Io e Kyrion bevemmo una tazza di tè parlando un po'.
Lui mi raccontò vecchi aneddoti ed io non feci altro che ridere e ridere, con la strana sensazione di conoscere già ogni sua parola. Dopo un'ora circa, lui ricevette una chiamata e subito dopo mi salutò stingendomi in un caloroso e stretto abbraccio, affondando il naso nei miei capelli, sussurrandomi che gli ero mancata tantissimo e che mi voleva bene per poi congedarsi con un altro bacio sulla testa ed un grande sorriso, lasciandomi sulla porta. Quando la richiusi trovai Bart, poggiato con la spalla alla parete accanto alle scale, le braccia strette al petto e lo sguardo fisso su di me, sospirò per poi avvicinarsi con passo incerto. Sembrava preoccupato e la mia angoscia, che per qualche ora era stata accantonata, tornò come un fulmine a ciel sereno riempiendomi la mente di dubbi e domande. Era come se tutti sapessero cose di me, ed io no.

The masked realityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora