Chapter twenty-six*

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Calypso's POV

"Non dovresti essere qui, sai che è proibito per voi." un uomo dalla lunga barba nera e un altissimo bastone mi si staglia davanti agli occhi come una montagna, lo guardo dal basso come se io fossi una piccola formica e lui un gigante.

"Efesto io non sono come gli altri, non vivo insieme a loro quindi non ho alcun divieto. Volevo conoscerla e vedere se ciò che dice mio padre è il vero, io non gli credo."

"Bene - sospira - fa come vuoi tanto sarebbe inutile oppormi. Solo, sta attento a non farti scoprire Dioniso." si allontana con l'andatura claudicante aiutandosi con il suo bastone di bronzo, dopo avermi lasciato una veloce carezza sulla testa.

Vago per interminabili minuti, strisciando con le dita sulle pareti rocciose delle ampie gallerie a tratti illuminate da piccole torce ardenti.

Ci ho messo poco ad apprendere di vivere il momento attraverso mio cugino, come se fossi dentro di lui.

Non appena lui svolta l'angolo mi si para una grande porta davanti, ai lati di essa due figure, che lo notano subito.

"Chi sei ragazzino? -quella a destra fa un piccolissimo movimento in avanti, quasi impercettibile .- Non puoi stare qui, devi tornare sulle sponde." Lo sento parlottare tra sé e sé poi, senza capire una singola parola.

"Ma io non sono morto."

"I vivi non possono stare qui, vattene subito!"

"Ma io..." non lo lasciano finire che subito entrambi gli puntano contro, portandole alla base del collo, le loro picche scure e affilate. Per un attimo temo davvero il peggio, temo che facciano del male a mio cugino, ma poi la porta si apre e ciò che vedo mi fa stringere il cuore, mio padre fasciato da una lunga tunica di un nero intenso, scuro come la notte, si affaccia sulla soglia con aria confusa.

"E tu? I bambini non vengono mai mandati qui."

"Zio... - la voce esce sicura e ferma mentre io osservo il volto perplesso di mio padre, lui probabilmente non lo conosceva , il che mi sembra davvero assurdo, come puoi non conoscere tuo nipote? - sono Dioniso, figlio di Zeus e Sèmele."

"Oh... non ti ho mai visto, tuo padre sa che sei qui?"

"No, sono venuto di nascosto, lui ha proibito a tutti di porgere omaggio."

"E allora perché sei venuto? Sai che mio fratello ti punirà se lo scopre."

"Lo so ma...- la sua voce di giovane bambino tentenna per un istante - ero curioso, vorrei conoscere la mia nuova cugina."  la bocca di mio padre si schiude automaticamente in sorpresa e successivamente sorride.

"Capisco, vieni le farà sicuramente piacere conoscerti." mi poggia una mano sulla spalla per poi condurmi all'interno della grande stanza illuminata da quelli che sembrano bracieri ardenti di un fuoco bluastro. Poco dopo aver oltrepassato la soglia mi trovo davanti una bambina, avrà avuto quattro o cinque anni al massimo, ridente e allegra a cavallo di una grossa lucertola dalla pelle rosso scuro. I capelli rossi come il fuoco ondeggiano ad ogni movimento dell'animale, non appena mi è più chiara la visuale capisco che quella bambina sono io, una piccola veste di un giallo pallido ricopre il mio corpo, i piedi scalzi lasciati a penzoloni ai lati dell'animale.

"Piccola - la richiama - questo è tuo cugino Dioniso, è venuto a conoscerti." osservo me stessa scendere dallo strano animale e corrermi  praticamente incontro, fiondandosi  addosso per poi stringere le braccia al collo del bambino di poco più alto.

The masked realityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora