Chapter Thirteen*

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Sores/Bart's POV

Ero a letto, Lipsy dormiva beatamente sul mio petto.
Al mio rientro a casa qualche giorno fa l'avevo trovata in lacrime sul divano, mangiando gelato e guardando quel film.
Con l'avvento dell'era moderna era diventato il suo personale rito di "sfogo" per ogni volta che pensava ai suoi genitori. Non ha passato molto tempo con sua madre, purtroppo.

L'amore tra Ade e Persephone era stato maledetto.
Stige, la custode del fiume che porta il suo nome, aveva una figlia, avuta da un mortale. Persephone appunto, ella visse tra i mortali insieme al padre finché per una pura casualità non incontrò Ade, che inizialmente celò la sua vera identità alla giovane. Dopo svariato tempo lui le rivelò ogni cosa chiedendole di essere per sempre sua, ma Stige tentò di ostacolare in ogni modo il loro amore, essendo lei la sua promessa e per gelosia verso la figlia, perché lei doleva diventare regina.
Inizialmente condannò Persephone a passare nell'Averno solo sei mesi, il tempo corrispondente ai chicchi del frutto di melograno mangiato durante il matrimonio.
Chi mangia i frutti del nostro regno è condannato a passarvi l'eternità.
La regina poteva passare soltanto sei mesi accanto al suo amato e sei mesi sulla terra in mezzo ai mortali, ma quando Persephone rimase incinta Stige perse il nume della ragione.
Tentò di uccidere la sua stessa figlia e la nipote che portava in grembo.
Ade con l'aiuto di Poseidone, suo fratello, riuscì ad ucciderla ed imprigionare la sua anima nel fiume, dando poi a Caronte il compito di custodirlo e traghettare delle anime. Ma ella prima di perire ed esalare il suo ultimo respiro maledì nuovamente Persephone, condannandola a morire di parto.

Quando Calypso venne al mondo lei morì, poche ore dopo averla tenuta tra le braccia.
Per quanto Persephone fosse stata la regina degli antri infernali, il suo cuore era rimasto come il suo amore per Ade, quindi le fu concesso di entrare nei Campi Elisi, ed un  mese all'anno poter discendere nell'Averno per incontrare il suo eterno amore e sua figlia.

Calypso però ora non ricorda sua madre, lei sa che morì per una terribile malattia e che suo padre poi essendo un soldato era stato richiamato a combattere morendo in guerra.

Ade dopo l'accaduto con Helios pensò fosse meglio allontanarla dagli inferi, Poseidone l'avvertì di prepararsi ad un nuovo attacco, Zeus voleva di più di ciò che avesse già, così sfruttò l'accaduto tra i due a suo vantaggio.
Dovetti scegliere tra Celya, il mio destino o Calypso, il mio compito. Scelsi ovviamente Calypso, io amavo lei nonostante tutto e lasciai scegliere il mio cuore. Non mi sono mai pentito di averla amata con ogni fibra del mio essere e credo non lo farò mai.

Dovevo assolutamente avere udienza con Ade e dirglielo, confessargli tutto. Il peso sulla mia coscienza era diventato troppo grande, lui mi aveva sempre considerato un buon amico, un alleato e consigliere, mentre io gli stavo mentendo ancora, dopo avergli tenuto nascosto ciò che sua figlia faceva con Helios, figlio del suo nemico, gli stavo nascondendo anche questo. Avevo bisogno del suo benestare nonostante fossi già andato oltre, sentivo il bisogno di avere la sua accondiscendenza.
Rapito dai miei pensieri mi addormentai stringendo più forte ciò che di più caro avessi al mondo.

Quando aprii gli occhi disturbato dalla luce che penetrava attraverso le tende e da un insistente ronzio, mi ritrovai davanti la visione della mia fidanzata. Un completino di pizzo color cipria soltanto a fasciarle il corpo, intenta ad asciugarsi i lunghi capelli rossi. La guardavo in ogni suo movimento, innamorandomi ogni secondo di più.

"Mmh... vorrei svegliarmi più spesso con questa bellissima visione." diedi voce ai miei pensieri, lei si girò sorridente spegnendo l'asciugacapelli. 
Salì sul letto avvicinandosi poi a me a carponi.

"Vedo che non sei l'unico sveglio." disse prendendomi in giro. Era arrivata da me sedendosi sui talloni con le mani appoggiate sulle cosce.

Le presi il braccio strattonandola lievemente in modo da farla cadere sul mio petto, senza perdere tempo ribaltai le nostre posizioni. La tenevo incastrata sotto di me sostenendomi sui gomiti puntellati sul materasso.

The masked realityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora