Chapter Eleven*

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Helios's POV

Ero rimasto lì in piedi con lo sguardo puntato sulla porta da dove lei, quella che sarebbe dovuta essere il mio "per sempre" era appena scappata via, lontano da me. Gli occhi di tutti mi rimasero puntati addosso, fin'ora ero sempre stato un tipo abbastanza tranquillo qui, nessuno mi aveva mai visto fare una sfuriata del genere.
Perfetto...
A causa sua, mi ero giocato la reputazione.
Ora tutti quelli che mi conoscevano mi avevano visto fare lo stronzo e sarei stato additato come un violento perchè avevo messo le mani addosso a quella, che agli occhi di tutti sembrava una ragazza dolce e innocente. Peccato che nessuno la conoscesse come me, per il demone seduttore e ingannatore che è.

Se penso che una volta ne ero perdutamente innamorato.

Mi lasciai ammaliare da quegli occhi così verdi e dall'apparenza così sincera, da quel sorriso così sfacciato, quell'aria sicura e consapevole di sé e quella finta dolcezza che usava solo con me.
Tutte quelle volte in cui la sorprendevo intenta a fissarmi sorridendo, ogni volta che mi aveva detto di essere fortunata ad avermi.
Avrei dovuto capire che fossero tutte bugie, che ogni  "ti amo" uscito dalle sue labbra fosse solo una menzogna, che fossero solo parole dette al vento, dette per convincermi e farmi cadere nella sua rete. Rete che lei aveva tessuto abilmente, per tre lunghi anni. Mi aveva usato si era avvicinata a me, era stata con me convincendomi che fossi il suo grande amore, solo per aiutare suo padre.

Quando mio padre diceva che i demoni dell'Averno fossero incapaci di amare, non volevo mai credergli.
Mi rifiutavo di guardare in faccia la realtà, io avevo lei e l'amavo più di quanto fosse possibile, mentre a lei servivo solo per i suoi scopi. Sicuramente si divertiva poi alle mie spalle, con quel bastardo.
Sores, credevo fosse un amico e un alleato, invece lui fu il primo traditore. La fece avvicinare a me, ci aiutò, ci congiunse persino davanti a Kronos, dicendo che quello fosse il suo volere. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Rinnegato mio padre, abbandonato la mia casa, avrei persino rinunciato alla mia immortalità, solo per lei.

Rivangando nei ricordi uscii a passo spedito dalla caffetteria, dovevo assolutamente andarmene da lì, volevo stare solo a crogiolarmi nel mio dolore, un dolore che ho seppellito dentro di me per troppo tempo.

Recuperai le mie cose avviandomi verso l'uscita ma una delle Ore mi si paró davanti, guardandomi indispettita.

"Cosa vuoi Carpo?" sbottai già spazientito.

"Autumn, mi chiamo così ora. - incrociò le braccia al petto - Che cosa le hai fatto?" ovviamente era colpa mia, le figlie di Temi erano dalla sua parte. Lo erano sempre state. La famiglia prima di tutto. E loro da buone cugine avevano preso subito le sue parti. Come Ethan, uno dei miei più grandi amici tra i mortali, l'aveva difesa. Probabilmente già sedotto e ammaliato anche lui.

"Come se ci fosse differenza, comunque io non le ho fatto niente, a parte dirle finalmente quello che penso di lei!" ero stanco di dover dare spiegazioni, nessuno poteva capire, nessuno di loro aveva provato il dolore che provavo io dentro.

"Lei ti amava! Sei stato tu, a smettere di lottare per voi. Tu hai sbagliato!"

"Lei mi ha mentito, il suo amore era falso, lo è sempre stato! Mi hanno solo usato!"

"Non dovresti credere a tutto ciò che ti viene detto. Chi ti assicura che a mentire non siano stati proprio coloro che hai di più cari? Tuo nonno non è propriamente un santo..."

"Accusi tuo padre? Lui non lo farebbe mai."

" Se ne sei certo... Sei sempre stato troppo ingenuo Helios, impara a guardarti bene da chi ti sta accanto. Non è tutto oro ciò che luccica." mi guardò con aria saccente, di chi sa più di quello che dimostra. Ma lei, era una delle prime che avrebbe dovuto tacere. Si preoccupava di Calipso adesso che era tra di noi, ma prima, quando lei non c'era nessuna di loro ci pensava minimamente, non l'avevano fatto neanche una volta.

The masked realityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora