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Caroline Pov's

Mi sveglio improvvisamente dopo un riposino durato 4 ore, evidentemente avevo parecchio sonno arretrato.
Guardo l'orologio sul mio polso e vedo che sono le 21.00 in punto.
La stupida festa di cui mi aveva parlato Helen è già iniziata ma dato non ho un'alternativa mi vesto per andare a festeggiare.
Indosso un semplice top rosso, dei jeans e delle converse.
So che il mio non è un outfit adatto alle feste di universitari super arrapati ma dato che il mio unico scopo è uscire dalla mia stanza mi sembra più che adatto.
Per la strada che divide la mia camera dalla casa di Helen non c'è anima viva ed è quasi inquietante.
Pochi passi più avanti si iniziano ad intravedere ragazzi che bevono e che ballano ubriachi a bordo piscina, sinceramente credo che sarebbe stato meglio restare da sola assieme a quell'animale feroce nella pineta.
Appena metto piede nel cancello tre ragazze si fiondano su di me.
-Hey, devi essere Caroline, il mio nome è Chery- si presenta la prima porgendomi la mano con le unghie dipinte perfettamente curate.

-Si, sono Caroline, Helen mi ha invitato e sono quì, con un pò di ritardo ma ci sono-

-Tranquilla, ora che sei quì divertiti. Io sono Candy- si presenta la seconda dai capelli ricci e neri come la pece.

-Il cibo è in cucina, segui il corridoio e poi gira a destra. Gli alcolici sono un pò ovunque e anche i bei ragazzi.
Solo le stanze al piano superiore sono off limits. Mi chiamo Tessa-

-Piacere ragazze.- dico e subito dopo mi dirigo all'interno della casa per bere qualcosa.
Arrivo in cucina e prendo una birra dal frigo che pian piano sorseggio.
Non vedevo qualcosa da quando mia madre è morta e questo mi lascia un forte amaro in bocca.
Cerco di non pensarci e butto giù ogni singola goccia all'interno della bottiglia
-Vacci piano o vomiterai tutto per la casa.- dice Helen avvicinandosi a me.

- Hai ragione ma più bevo e più sto meglio al momento. Se dovrò vomitare ti giuro che lo farò fuori da questa casa.- le prometto legando i capelli che avevo inutilmente sistemato.

-Come mai ti senti meglio se bevi? Cosa è successo?-

-Fa ancora male, non riesco a parlarne. Mi dispiace- mi scuso aprendo un'altra bottiglia di birra.

- No tranquilla, se hai bisogno di qualcosa chiama.- mi dice e poi si allontana.
Dopo poco mi alzo e barcollando attraverso tutta la casa piena gi gente che sembra felice e ubriaca.
Perché sono venuta fin quì? Ho solo peggiorato le cose...
Esco dalla casa per dirigersi nella mia camera ma a metà strada inciampo e cado a terra sbucciandomi un ginocchio.
Cerco di rialzarsi appoggiandomi ad una panchina poco distante ma purtroppo non ci riesco.
Resto seduta lì per un pò quando improvvisamente un ragazzo di avvicina a me e mi aiuta senza dire nemmeno una parola.
-Grazie- dico senza riuscire a vedere di chi si trattasse.

Lui si vola per andare via ma lo afferro per il braccio facendolo girare di nuovo verso di me.
-Sei il ragazzo di oggi? Vero?-

- Ti ho aiutato a portare lo scatolone dentro.- dice evitando il contatto visivo.

-Lo so- dico e poi scoppiò a ridere senza un motivo.
Al mio primo segno di incoscienza il rosso si volta mostrandomi pienamente il viso.
-Vuoi che ti aiuti a raggiungere la camera?- mi domanda mantenendomi ancora in piedi.

- No, ce la faccio da sola, puoi lasciarmi.- dico ma appena lo fa perdo di nuovo l'equilibrio.
Lui mi riafferra al volo e pian piano mi accompagna fino alla porta della mia camera.
-Grazie- dico appoggiandosi alla porta.
Lui mette le mani sulla porta bloccando ogni mia via di fuga.

-Che fai?- domando innervosita.

-Zitta- dice afferrandomi per il collo.
Mi sento improvvisamente rigida, immobile, senza alcuna via di scampo.
Lui di avvicina alle mie labbra e mi domanda- Prima non vuoi divertirti?-
Non riesco a pronunciare alcuna parola nonostante io sia terrorizzata.
Vorrei semplicemente tirargli uno schiaffo e entrare nella mia camera e non capisco perchè non riesco a farlo.

-Allora piccolo narciso? Ti andrebbe?-
Mi domanda ancora e finalmente riesco a parlare e muovermi.
Gli tiro un calcio nel mezzo delle gambe lo spingo via.
-Sei un'indisciplinata- mi urla avanzando veloce verso di me che però riesco ad entrare in casa.
Sono confusa, non so a cosa pesnsare, so solo che la cosa migliore da fare sia andare a riposare.

La Vera Storia Di Caroline ForbesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora