14 Capitolo

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~ Christian ~

Sentivo quelle labbra premere su di me, ma percepivo solo quello, niente più.

Erano fredde.

Non sentivo nessun sentimento, nessuna fitta al cuore, nessun brivido o scossa che mi percorresse la schiena.

Ero completamente impassibile.

Indifferente a quello che stava succedendo nel mio ufficio.

Poi mi girai a guardare dalla vetrata.

È proprio in quel momento, il mio cuore iniziò a battere nervosamente.

Faceva male.
Erano vere e proprie fitte dolenti.

Vederlo fissare quella scena, mi rattristava profondamente.

Non volevo baciarla, Matt

Lo guardai mentre usciva dal suo ufficio, lasciando tutto alle sue spalle.

Lasciando me alle sue spalle.

Mi staccai da Rebecca, e guardandola, notai solo in quel momento, che stava piangendo.

Che devo fare cazzo?

Devo seguite Mattia, adesso, lui è più importante.

"Chris"

Mi richiama ed io non posso far altro che guardarla di rimando.

"Non lasciarmi"

Mi teneva stretta la mano, come se non volesse che andassi via.

"Rebi" sospirai

"Lasciami andare"

Alzò il suo sguardo, aveva due occhi pieni di lacrime.

Mi procurava sofferenza, vederla in quello stato, perché era colpa mia, se adesso stava male.

"Mi dispiace, perdonami se puoi, ma non riesco a stare con te, non più almeno"

Abbassò le spalle, in segno di arresa, e quando credetti di poter andar via, si fiondò nuovamente sul mio corpo.

Abbracciandomi.
Cingendo le sue braccia al collo, e coprendosi il volto sul mio incavo.

La sentivo piangere
Sentivo le sue lacrime bagnarmi la pelle.

Mi dispiaceva

Avevo un cuore anch'io.

Era una ragazza dolcissima.E vederla in quello stato, era veramente orribile

Mi sentivo uno schifo.

Un fottuto stronzo

Per me, stanno male tante persone.

Io sono il fulcro di tutta questa sofferenza.

Dovevo prendere una decisione, e il mio cuore la conosceva da tempo, anche se la mia mente sta facendo fatica a ritornare in se, so anch'io quale scelta prendere.

Ed inevitabile uno ne soffrirà.

Lei è fragile ha bisogno di protezione, di essere cullata, di essere amata.

L'abbracciai forte, cercando di farla cantare, era in prega ad un pianto disperato.

"Christian ti amo"
Ed io mi irrigidì a quelle parole, le aveva pronunciate con un filo di voce, così fragile, che non riuscì a non tenerla stretta tra le mie braccia.

Poggiai il mio viso sulla sua spalla, standole più vicino, volevo confortarla.

Niente di più

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