MADHOUSE - VOODO DOLL

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NON ERA MIA FIGLIA

Voodo Doll non aveva potuto partecipare al funerale di sua figlia.
Si sentiva in colpa. Tutto erano andati a darle un'ultimo saluto, tranne la sua mamma.
Era entrata al St. Gregory NY da una settimana. Non parlavano con nessuno, se ne stava sempre nella sua camera a leggere o semplicemente a guardare il vuoto.
Alcuni pazienti avevano provato ad interagire con lei,ma non ci erano riusciti.
Per lei era già difficile relazionarsi con le persone normali, figurarsi con loro.
Non le piaceva quel posto. Si sentiva a disagio in mezzo a quei matti. Per quale ragione l'avevano rinchiusa li dentro?
Sentiva la mancanza della vita normale. Sua sorella Cathy, che era partita per Sidney e stava per sposarsi. Aveva già acquistato l'abito da damigella d'onore, incantevole. Suo marito, che non si faceva sentire da quando era avvenuto quel terribile fatto. Si chiedeva spesso se l'amava ancora come ai primi tempi, come quando erano solo dei ragazzini, e probabilmente non era così. Ma più di tutti le mancava sua figlia. La sua bambina bionda dagli occhi verdi. Mary Rose era il suo unico orgoglio. E aveva perso anche lei.
L'unica persona che non l'aveva abbandonata era sua madre.
Le due avevano sempre avuto un rapporto madre e figlia unico, quasi morboso.
Voodo Doll era sempre stata la cocca di mamma, e questo faceva infuriare spesso il fratello minore, Jensen.
Da quando era entrata all'ospedale psichiatrico, non c'era stato un giorno che sua mamma non venisse a trovarla.
Un'infermiera entrò nella sua stanza.
-Hai terapia col signor Hathaway. -
Se ne andò senza nemmeno guardarla e la donna si alzò per raggiungere l'ufficio del suo psichiatra.
Non le piaceva parlare con lui, con nessuno in realtà, di lei e di quello che era accaduto.
Raggiunse lentamente l'ufficio, passando per la sala svago Dove non aveva ancora avuto il coraggio di entrare.
Il dottor Hathaway era seduto sulla sua poltrona e stava scrivendo al computer.
Non si era accorto immediatamente di lei.
Le faceva ridere il modo in cui portava gli occhiali dalla montatura spessa sul naso, così in basso che per poco cadevano sulla tastiera.
Era un'uomo di mezz'età, ma probabilmente dimostrava qualche anno di più.
Era calvo e aveva una folta barba bionda, quasi bianca che gli ricordava tremendamente babbo natale.
-Buongiorno, Emma.-
-Giorno.-
Finí di scrivere qualcosa sul computer e poi si concentrò completamente su di lei.
-Come ti senti oggi?-
-Come ieri. E l'altro ieri.-
-Già...Hai fatto amicizia con qualcuno qui dentro? -
Lei scosse solamente la testa.
-Ok, beh, sei qua da poco. Allora , Emma,  sei pronta per raccontarmi cosa è successo quel giorno?-
La donna abbassò la testa. Era stanca di raccontarlo sempre, e nessuno sembrava capire le sue parole.
Emma sospirò e strizzó gli occhi cercando di fermare le lacrime.
Sapeva che il suo psichiatra conosceva già la storia. Tutti la conoscevano.
-Come...Come ogni sera Mary Rose doveva fare il bagno. Le ho preparato la vasca come d'abitudine, con il sale rosa che le piaceva tanto e le sue Paperelle. Era andata a casa dei Katneigh, per giocare con i loro due bambini. Era stanca, avevano scorrazzato a lungo sul loro grande giardino. Avevano un giardino enorme i Katneigh, certo, possono permetterselo.-
Fece un respiro profondo. Non era facile ricordarlo. Era troppo doloroso, ed Emma era sempre stata una donna fragile.
-La loro casa non era distante. Dina, la madre dell' amica di Mary, l'accompagnava a casa piedi. Solitamente era a casa alle sei. Sei e un quarto quando giocavano con le barbie. Ho aspettato fino alle sei e mezza, ripetendomi che probabilmente Dina non aveva guardato l'orologio.
Mio marito dicevo sempre che mi preoccupavo troppo, che ero troppo protettiva. Lo ero con tutte le persone a cui tenevo.-
Hathaway mi guardò attentamente, completamente immerso nel mio racconto.
-Alle sei e quarantacinque sono uscita a cercarla. Era già buio da molto a quell'ora. Camminavo di fretta, preoccupata più che mai. E poi l'ho vista, e ho temuto il peggio.-
-Cosa hai visto, Emma?- Mi chiese il dottore, notando che mi ero
Improvvisamente bloccata.
Sentii gli occhi inumidirsi ogni volta che raccontavo quella storia.
-Il piccolo corpicino di Margaret, riverso in un pozza di sangue scuro. Mi sono sentita soffocare. Margaret indossava un bellissimo vestitino rosa, molto simile a quello di mia figlia, sa? Odio ammetterlo, ma quando mi sono avvicinata e ho visto il volto della amica di mia figlia, e non quello di Mary, ho ringraziato Dio per averla salvata. Mi dispiace molto per Margaret. Era così piccola...Non posso immaginare il dolore che ha provato sua madre. -
-Emma...- Iniziò serio Hathaway. - Non era Margaret la bambina stesa a terra. Era Mary Rose. -
Scossi la testa furiosamente, non ascoltando quello che diceva il mio psichiatra.
-No!no! Dite tutti la stessa cosa! Era Margaret. Margaret é morta!-
-No. L'hai vista due giorni fa. È venuta in visita con sua madre.-
Sapeva che il dottore aveva ragione, ma la donna continuò a negare, scoppiando in un pianto disperato.
-Non era mia figlia quella stesa a terra. Se non era Margaret, allora era qualcun altro. Ma non era Mary Rose, dottore. -
Sì sporse sulla sedia, appoggiando le mani sulla scrivania.
-Lei è viva. Ci ho parlato, ieri sera. Dovete indagare di più. L'ho vista. Mary Rose è qui dentro. Questo non è il posto adatto per una bambina. -
-D'accordo Emma, per oggi può bastare. Riprendiamo domani.-
-No! Mia figlia è qui dentro! Non può rimanere qui! Nessuno mi crede! -
Un' infermiere entrò nell'ufficio attirato dalle urla disumane della donna.
La portarono fuori, e lei non smise di dimenarsi nemmeno quando la riportarono nella sua stanza.
Solo quando la sedarono, Voodo Doll riuscì ad addormentarsi, sognando la sua bambina bionda.

BEHIND THE HOUSE - "The House Saga " Spin offDove le storie prendono vita. Scoprilo ora