"Sono passata da Melania stamattina. E' distrutta, poverina".
"Le è morta la figlia, tesoro. E' normale che sia così".
"Se suo marito fosse stato più presente, non sarebbe accaduto tutto questo. Povera Sarah, era davvero una ragazza d'oro", mormorò Annette Parrison, per poi rivolgere l'attenzione a me: "Non hai toccato cibo, non ti senti bene?"
Trasalii, non riuscivo più nemmeno a fingere che le cose stessero andando bene. Il dolore stava dilaniando il mio animo, non c'era niente che potesse lenirlo.
"Non ho molta fame, mamma. Devo andare da Michael a finire i compiti di fisica" risposi come un automo.
Non mi passò inosservato lo sguardo che si scambiarono i miei genitori, li avevo sentiti parlare due sere prima a quanto bene avessi reagito alla morte di Sarah.
Se solo sapessero come stavano realmente le cose.Alzai lo sguardo, immergendolo negli occhi della mia amica. Ormai era ovunque, non mi lasciava mai.
"Esci spesso ultimamente" iniziò mio padre, distogliendomi dai miei pensieri.
Erano giorni che gironzolavo per la città, alcune volte mi sdraiavo sull'erba del parco a parlare con Maggie. Tra cinque giorni se ne sarebbe andata anche lei, lasciandomi con i miei fantasmi. Era strano il rapporto che si era instaurato tra di noi, basato su lunghi silenzi e qualche scambio di parole. A volte mi chiedeva di parlarle di Sarah. Aggrottava spesso la fronte quando mi mettevo a raccontarle di lei, come se parlassi di un'estranea.
"Il mister ha aumentato gli allenamenti di calcio, ci stiamo preparando per la stagione".
Un'altra bugia.
Avevo perso il conto di quante ne raccontassi. Sarah storse il naso infastidita, prima di picchiettare le dita sul tavolo."Smettila".
Il suo indice rimase sospeso nel vuoto. Alzò le spalle contrariata e ricambiò il mio sguardo, pareva che facesse apposta a farmi arrabbiare.
"Vuoi che me ne vada?"
Sobbalzai, era da tanto che non parlava. La sua voce mi suonò meccanica, lontana e fredda. Che fine aveva fatto il tono dolce e il suo modo di strisciare le "a"? La risposta era semplice: morti come lei.
"Non lasciarmi, Sarah. Mai" risposi prontamente.
Non sapevo come avrei potuto fare senza di lei, era la mia amica, la mia ancora, la mia salvezza. Era colei che rendeva le mie giornate uniche e indimenticabili, avrei dato chissà cosa per poterla toccare nuovamente.
"Alex?"
Rivolsi un'occhiataccia a mia madre, la sua espressione perplessa mi fece capire di essere finito nei guai. Si sporse verso di me, afferrando il mio braccio, stava per fare uno dei suoi discorsi confezionati alla grande.
A volte mi stupivo che mio padre si fosse sposato con una donna del genere."Hai appena nominato Sarah".
La sua voce tremò, non riusciva a sostenere il mio sguardo.
"Sì, lo so".
Si girò a guardare mio padre, in cerca di aiuto.
"Sarah è morta".
"Lo so".
"Non è qui".
"Ho detto che lo so" alzai il tono della voce.
Mia madre tolse la mano dal braccio e scostò una ciocca dai suoi occhi. Sembrava non capire cosa stesse succedendo. Sussultò leggermente e finalmente notai qualcosa di più di uno sguardo assente nei suoi occhi. Ci stava arrivando. Vidi Sarah alzare gli occhi al cielo, nemmeno lei la sopportava.
"Alex, prima stavi parlando con Sarah" mormorò con cautela.
Annuì, non aveva sento mentirle, non più ormai. Anche Maggie si era accorta che potevo vedere Sarah e, nonostante sapesse che la nostra amica non c'era, preferiva stare al gioco.
"Da..." si fermò un attimo, fece un lungo sospiro e mi guardò dritto negli occhi.
"Da quanto tempo, Alex, vedi Sarah?"
Esitai un attimo, non volevo condividerla con nessuno, tanto meno con i miei genitori.
"Dal giorno della sua scomparsa. La vedo ovunque, cammina con il passo spedito e ogni tanto si perde a osservarsi intorno. Ti ricordi, mamma, il suo sguardo da sognatrice? Il suo piccolo saltello ad ogni passo? E il modo in cui si arrampicava sulla penisola e prendeva la frutta? Ecco, lo fa ancora. Ma non sorride più, non ha più quell'espressione di entusiasmo e di vita".
Vidi i miei genitori scambiarsi uno sguardo preoccupato, avrei voluto scuoterli e dire che, nonostante l'accaduto, stava andando tutto bene. Sarah sapeva che non potevo stare senza di lei e preferivo quella sua proiezione piuttosto che il nulla.
"Tesoro, oh mio Dio, mi dispiace. Non mi ero, non ci eravamo accorti di quello che stava accadendo. Perché non ci hai detto nulla? Noi possiamo aiutarti".
Annette Parrison non piangeva mai. O, almeno, io non l'avevo mai vista versare lacrime, ma ora non ero sicuro nemmeno di questa mia piccola certezza. Il mondo stava funzionando in modo sbagliato, come se avesse iniziato ad avere un moto diverso dal solito.
Io non volevo essere aiutato, il dolore mi faceva sentire vivo e loro non l'avrebbero mai capito."Possiamo parlarne più tardi? Devo andare a fare i compiti. Michael mi aspetta".
"Non così in fretta" disse mio padre.
Lo fissai un attimo, finalmente si era deciso ad intervenire. Peccato che fosse troppo tardi, io non avevo bisogno di loro. Non avevo bisogno di aiuto.
Scossi la testa e sorrisi, potevano andare tutti a quel paese. Mi alzai e mi diressi verso l'uscita.
"Aspetta Alex, non abbiamo ancora finito" urlò mio padre, correndomi dietro.
Non mi girai, scesi in fretta i gradini e mi coprii con il cappuccio della felpa. Faceva piuttosto freddo. Il richiamo della voce di mia madre mi giunse lontano, disperato.
Volsi lo sguardo verso Sarah, stava guardando dritto e non sembrava accorgersi di nulla. Seguii il suo esempio, sapevo perfettamente dove stava andando.Maggie.
Lei mi avrebbe capito, le sarebbe bastato guardarmi negli occhi per leggere il riflesso del suo dolore. Ci stavamo consumando a vicenda, due anzi tre anime che si autodistruggono.
Non eravamo più gli stessi.Io non ero più Alex.
Ero solo l'ossessione, rabbia, distruzione. Per un attimo rivolsi lo sguardo a Sarah, bastò quello a farmi smuovere qualcosa. Lei non avrebbe permesso che accadesse tutto questo. Distolsi gli occhi dal suo profilo, non era vero, tutto quello che stava accadendo era colpa sua. Soltanto sua.
ANGOLO AUTORE: Ci ho messo tanto tempo a scrivere questo capitolo, scusatemi. Ho fatto un po' di calcoli, in teoria vengono in tutto 25/26 capitoli, poi comincerò una lunga revisione.
Alla prossima!
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LIFE THEOREM
Misteri / Thriller"Scacco matto". Il Teorema della vita è un gioco, un gioco che ti permette di vivere nuovamente, un gioco che ti attrae tra gli infiniti attimi di una vita, un gioco in cui vincere non significa per forza essere un vincitore. Il Teorema della vita l...