Il respiro affannoso, pelle contro pelle, mani che scivolavano curiose e profane.
"Perché ti riduci così, Sarah? Cosa fuggi?"
Cercai di concentrarmi su quelle parole, avevo bisogno che lei lo fermasse, che si rendesse conto della colpa di cui si stavano macchiando.
Le sue mani scivolarono sotto il vestito, afferrandolo e spingendolo verso alto.
Sarah concentrati, mi rimproverai mentalmente. Dovevo farlo smettere, dovevo..."Seb, aspetta" aveva sussurrato, una voce flebile che si era spenta subito tra i sospiri.
Mi morsi le labbra, chiusi gli occhi e cercai di rievocare il sapore di Alex sulle mie labbra. Era qualcosa di dolce, di delicato e non aveva il gusto di disperazione.
"Fermati, Sebastian" .
Ce l'avevo fatta, Sarah lo aveva spinto con decisione, indietreggiando un po' fino ad appoggiarsi al muro. Seb l'aveva guardata prima di annuire. Lui riusciva a vederla per quello che era, ma l'aiuto che le stava offrendo era sbagliato.
"Mi dispiace, io non posso. Io...".
La sua voce si era spezzata e, finalmente, Sarah si era lasciata andare in singhiozzi. Mi lasciai scivolare anche io, lasciando uscire l'aria che avevo trattenuto. Avevo combinato un disastro quella sera e, anche se ero riuscita appena a cambiare quella terribile colpa, sapevo che non sarei mai stata in grado di perdonarmi.
"Scusami, non so cosa mi sia preso" aveva mormorato Sebastian.
"Vattene per favore, ho bisogno di rimanere da sola".
"Sarah...".
Aveva cercato di afferrarla per il braccio, ma lei lo aveva respinto con freddezza. L'aria si era fatta tesa, irrespirabile. Vorrei potere dire che lui rimase a consolarla, ma se ne andò.
Non ero unica a fuggire, anche lui lo faceva. Mi osservai mentre sul mio volto si dipingeva una nuova consapevolezza.
Lei lo aveva guardato andare via, ma prima che lui uscisse aveva mormorato: "Tu non ti meriti Maggie".Sebastian era uscito sbattendo la porta.
In me qualcosa stava cambiando, lo potevo sentire."E nemmeno io, non merito l'amicizia di Maggie".
No, non la meritavo, lei aveva ragione. Come è strana la vita! Io e Alex eravamo soliti a dire che Maggie era una viziata e pericolosa ragazza, forse, però, quella ero io. In qualche modo ci eravamo invertite le parti.
Aspettai che Sarah si calmasse, avevo bisogno che lei facesse un'ultima cosa quella sera. C'era un ragazzo giù, tornato da poco da Barcellona, che aveva bisogno di sapere una cosa.Sarah si era sistemata il vestito, aveva sciacquato il viso e si era raccolta i capelli in una coda alta. Non si era rimessa le scarpe vertiginose, aveva aperto la porta ed era scesa giù, seguendo il battito del suo cuore.
Ora o mai più.Alex stava seduto, appoggiato alla penisola. Indossava una camicia bianca e un paio di jeans neri, il suo sguardo vagava nella stanza e sapevo anche chi stava cercando.
"Ehi ciao, Sarah" aveva mormorato, vedendola avvicinarsi.
Si era sporto per abbracciarla, ma Sarah si era spostata con prontezza. Non doveva sentire l'odore di vomito, che impregnava i suoi capelli e nemmeno quello dell'alcool, che le scivolava sul corpo.
"Ho bisogno di dirti una cosa".
"Va tutto bene?"
Sulla fronte di Alex era comparsa una lieve ruga di preoccupazione, si era accorto che c'era qualcosa che non andava. Appoggiai la mia mano sulla spalla della mia sosia, lei non poteva avvertito il mio tocco, ma speravo di infonderle il mio coraggio e la mia decisione.
"Sì, sto bene. Alex, io... Ricordati che, qualsiasi cosa accada, io ci sarò sempre per te, non ti lascerò mai, anche se saremo distanti e...".
Chiusi gli occhi, è stato più difficile di quanto credessi.
"Cosa stai dicendo, Sarah?"
Lei non aveva risposto, si era girata verso la cucina e aveva visto uscire Maggie. Non poteva rimanere un minuto di più, doveva andarsene da quell'inferno.
Aprii gli occhi, le lacrime mi rigarono le guance, mentre una sensazione di sollievo si faceva strada nel profondo. Alzai lo sguardo verso Henry e, tra i singhiozzi, mi ritrovai a ridere.
Wow, non avrei mai potuto credere di provare così tante emozioni contrastanti in una sola volta, erano troppo forti i sentimenti che avevo dentro.
"Sai che ti dico Henry? Non c'è niente di più bello di una risata!" riuscii a biascicare, asciugandomi le lacrime.
Il bambino mi guardò con serietà, ormai avevo fatto abitudine a quel suo insolito comportamento. Sapevo che il suo sguardo ingenuo nascondeva una saggezza pari a quella di un'ottantenne, ma gli volevo bene anche per quello.
Non ero io che facevo la babysitter a lui.
Era lui che faceva il babysitter a me.
"Henry, sto aspettando la tua prossima mossa".
Lui si lasciò sfuggire un sorriso.
"Ehi, quella era la mia battuta!" esclamò contrariato prima di fare una cosa inspiegabile.
Si alzò in piedi e si gettò tra le mie braccia. Lo strinsi a me senza dire nulla, il suo gesto valeva più di mille parole.
"Sono fiero di te, Sarah".
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LIFE THEOREM
Misteri / Thriller"Scacco matto". Il Teorema della vita è un gioco, un gioco che ti permette di vivere nuovamente, un gioco che ti attrae tra gli infiniti attimi di una vita, un gioco in cui vincere non significa per forza essere un vincitore. Il Teorema della vita l...