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"A me non piaci."

"Hey, ingrata. Se non ci fossi io, a quest'ora saresti tutta sola a casa, le luci spente e magari IT nascosto da qualche parte aspettando il momento di mangiarti. Perciò devi solo ringraziare e stare zitta."

"T-tu.. voglio il mio papà!"

"Oh dio, non pian-"

Seokjin si diede uno schiaffo sulla fronte quando il guaio fu già commesso. Erano più di due ore che bisticciavano animatamente, senza darsi tregua. Jin era conoscenza del suo comportamento assai infantile, ma vedere l'espressione incazzata della bambina lo gratificava così tanto, da volerla portare al limite della sopportazione. La maggior parte delle volte la situazione degenerava, e lui si doveva subire le lamentele acute e i suoi capricci, come in quel caso.

"Va bene, mea culpa. Ti chiedo scusa, ma dacci un taglio." sbottò irritato, sprofondando nella poltrona. "Hey, vuoi che ti cucini qualcosa? Posso farti, tipo.. gli spinaci? Che ne dici, huh?"

Kyung Soo arrestò il suo pianto, i singhiozzi ancora presenti le provocavano fremiti incontrollabili. "N-no, non li voglio. Papà ti ha detto di non farmeli più.."

Jin sghignazzò. "Ah, davvero? A me non ha fatto sapere nulla."

Detto questo, indietreggiò fino alla cucina. Prese delle padelle, gli ingredienti e iniziò a preparare il pasto. Intanto la bambina lo guardava con i piedi puntellati nello stesso punto, gli occhi delusi e un pensiero ad alleggiarle la testa.

"Odio papà."

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"Dai, Kyung Soo, mi dispiace. Vieni qui."

"Non voglio! Lasciami in pace!"

"Dannazione, Kyung Soo, non- NO, QUELLA NO."

Troppo tardi. La piccola buttò per terra la cornice che ritraeva lui e Namjoon, rompendo il vetro in mille pezzi. Jin si affrettò ad afferrare la bambina in braccio prima che si mettesse a correre per scampare dal problema, e di conseguenza farsi male ai piedi scalzi.

Infuriato, la poggiò sul divano con poca delicatezza, passandosi una mano tra i capelli. Se solo non fosse figlia di Jimin, l'avrebbe uccisa.

"Ma stai scherzando? Sei impazzita? Quella era l'unica cosa che mi ricordava Namjoon. Non ci posso credere. Hai rovinato una cosa importante per me, Soo!"

Il suo tono di voce era alto, mettendole quasi paura, ma andando avanti si affievolì, e la piccola si rese conto del grave errore, quando gli occhi grandi di Jin si inumidirono notevolmente. Non poté che sentirsi in colpa, nonostante i suoi due anni, riusciva a comprendere molte cose che altri bambini non riuscirebbero a captare.

Con tanta fatica, si aggrappò con le mani al tessuto del divano, cercando di scendere da esso. Seokjin aveva gli occhi fissi sul piccolo quadro, la foto giaceva per terra, e i visi dei due ragazzi segnati da un tenero sorriso felice. A Jin mancava così tanto..

Kyung Soo, vedendolo in quello stato, si mise a piangere disperatamente, avvicinandosi a lui. Gli circondò la gamba con le sue corte braccia e affondò il viso nei pantaloni, singhiozzando a pieni polmoni.

"Mi dispiace Jinnie oppa, prometto di non farlo più! Scusami, non essere triste, per favore!"

Seokjin sospirò, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.

"Non dovrei essere arrabbiato, o non dovrei essere triste?"

"Triste. Non m'importa se sei arrabbiato con me, ma non piangere!"

Nonostante tutto, non poteva continuare ad essere arrabbiato per tutta la vita. Inoltre, Kyung Soo sembrava davvero sconvolta, quindi le accarezzò semplicemente il capo, intimandole di non farlo mai più. Lei annuii, stringendosi maggiormente alla sua gamba.

"È okay, vai a sederti sul sofà. Ti farai male, i cocci sono dappertutto."

"Sei ancora triste?"

"No."

"Davvero?"

"Sì."

"E arrabbiato?"

"No."

"No che non sei arrabiato, o no che sei arrabbiato?"

"Ma che te ne frega, vatti semplicemente a sedere!" brontolò Jin, alzando gli occhi al cielo. La piccola non se lo fece ripetere due volte e eseguì ciò che le fu stato ordinato.

"Yah, e non mangiarti le unghie. Ti spezzo le ossa!"

A Soo si dilatarono le pupille. "Cosa?"

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"Grazie per esserti preso cura di lei, Jin. Sei un amico straordinario."

Jimin gli sorrise riconoscente, mentre sua figlia dormiva pesantemente sulla sua spalla. Il respiro calmo e la piccola manina che gli stringeva il cappotto, lo rilassava come poche cose, e si ritrovò così ad accarezzarle la guancia rosea dal freddo.

Jin fece spalluce. "Non c'è di ché."

"Ha fatto i capricci?"

L'altro gemette, rabbrividendo alle urla isteriche della bambina. Annuii con la testa, ommettendo il dettaglio della cornice rotta. Jimin era a conoscenza di quanto Jin e Namjoon fossero legati, e se venisse a sapere di ciò che sua figlia ebbe fatto, si sarebbe sicuramente incazzato, tanto da metterla in punizione. Cosa che succedeva davvero raramente.

"Si è lamentata della cena, non ha voluto farsi il bagno, e l'ho fatta dormire con forza. Abituale, direi." rispose con un'alzata di spalle.

"Mi dispiace causarti tanti problemi, prometto che in questi giorni mi procurerò una babysitter. Anche perché non posso portarla sempre da te, avrai anche una vita."

Le labbra di Jimin si arricciarono tristemente, era passato un anno, e ancora lo disturbava. Tornato a casa, si sarebbe dato da fare per trovare qualcuno che si prendesse cura della bimba in sua assenza.

"Non preoccuparti, va tutto bene."

Jin gli scompigliò i capelli, e lui sorrise. "Ti voglio bene, hyung. Grazie ancora!" gridò per l'ultima volta, prima di allontanarsi.

❝ Cwtch ❞  ━ YOONMIN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora