Risate e schiamazzi alleggerivano l'aria caotica di quella città, rendendola più vulnerabile sotto molti punti di vista. Al loro passaggio, tutti i passanti si giravano ad osservarli un po' confusi, chiedendosi perché dovessero essere così rumorosi in mezzo ad una folla di persone tanto spropositata quanto indaffarata.
All'ennesimo richiamo divertito di Yoongi, Hoseok sbuffò, seppur un sorriso giocoso gli adornava il volto. "Dovresti davvero inizare a lasciarti quest'aura matura quando sei con noi. Sembri un nonno, mi sa che il babysitting ti sta dando alla testa."
L'interessato alzò gli occhi al cielo, nonostante sapesse che, infondo, avesse ragione. A volte si ritrovava a comportarsi come un padre, ma a sua discolpa, avere una marea di fratellini a cui badare, l'aveva inevitabilmente portato a quello.
"Smettila di farnaticare e continua con le tue stronzate da bambino, Hobie." gli rispose, infilando distrattamente le mani nel lungo cappotto nero che indossava, senza degnare d'attenzione gli sguardi contrariati degli altri suoi amici.
"Siete come cane e gatto voi due, seriamente." scosse la testa il maggiore tra tutti, causando un grugnito al verde. Decise di sorvolare, e continuò a camminare, guardando di sottecchi la gente che gli sfrecciava accanto. Gli piaceva quel clima accogliente, il tintinnio dei negozi e il vociferare collettivo della città. L'odore di cannella impregnava invece l'aria, grazie alle bancarelle impostate nella solita zona mercato, e ciò lo faceva sentire semplicemente a casa.
"Hey, è tardi. Dovremmo cenare da qualche parte?" il ragazzo dai capelli biondi ruppe il silenzio, seguito da un piccolo broncio il quale provocò a Yoongi una fitta di tenerezza. Anche se non doveva, e davvero non doveva fare distinzione tra il suo gruppetto d'amici, Taehyung è quello che preferiva di più. In certi versi lo rispecchiava: dolce, solare, ma serio nei momenti opportuni. Sapeva ascoltare e darti una spalla su cui piangere, ti donava tutto il suo appoggio e inoltre era molto protettivo. Era lui quello che cercava in casi estremi, l'unico ad avvertire il dolore del prossimo sapendosene fare carico.
"Io conosco un ristorante qui vicino che fa della carne ottima! È un po' costoso, però.." indugiò Hoseok, capendo perfettamente i problemi economici di alcuni. Partendo da Yoongi stesso. Così richiuse la bocca subito dopo l'occhiataccia di Doyun , zittendosi. "Oppure possiamo camb-"
"No, va bene." lo interruppe il verde tinto, senza girarsi a guardarlo, "Andiamo. Se fa della carne buona, perché non andarci?"
Yoongi non era di certo stupido, aveva notato l'incertezza negli occhi dell'amico. Forse avrebbe dovuto cercarsi altri lavoretti part-time, ma come poteva se Kyung Soo gli occupava l'intero spazio ritagliato anche per sé stesso? Fortunatamente, in quei giorni riuscì a dedicarsi ad altri affari, sentendosi più libero. Non che la piccola gli fosse d'intralcio, anzi. Però accudire una bambina non era una passeggiata come tutti credevano, ci voleva tempo e pazienza.
I tre sorrisero di rimando alle parole di Yoongi, e lo ringraziarono mentalmente per lo sforzo che faceva per renderli felici, nonostante non ce ne fosse il bisogno. A loro bastava stare assieme, il resto non contava granché. Taehyung lo affiancò, avvolto dalla sciarpa di Gucci e un cappotto simile al suo, ma di qualità più pregiata. Il minore non poteva lamentarsi di denaro, in quanto figlio di un dottore, per questo la maggior parte delle volte si ritrovava a stare in silenzio con la testa china in segno di scuse, accettando qualsiasi loro decisione. Yoongi aveva iniziato a scoprire col tempo quanto in realtà Taehyung fosse umile e di grande cuore, mettendo sempre al primo posto il bene degli altri prima del proprio. Questo lo rese speciale agli occhi del maggiore.
"Hyung, non c'è davvero bisog-"
"Senti, una volta ogni tanto non fa mai male. Non diventerò povero da un giorno all'altro, quindi stai tranquillo." lo rassicurò, avendo capito dove volesse arrivare. Era ogni giorno la stessa storia, le stesse scuse, gli stessi occhi colpevoli. Ne era stanco.
"Buonasera, signori. Avete prenotato?" un uomo dai tratti occidentali li accolse con un sorriso falso e tirato, mentre i ragazzi scuotevano la testa in senso di diniego.
"No, siamo appena arrivati."
"Scusatemi un secondo, vado a verificare se ci sono tavoli liberi e torno subito. Con permesso." si inchinò frettolosamente, sparendo tra i corridoi della sala.
I quattro si osservarono un po' in giro, scoprendo che fosse davvero un posto caro. I lampadari luccicanti sembravano cosparsi di diamanti veri, per non parlare dell'ambiente elegante in sé. Era troppo persino per Taehyung, abituato al lusso.
Il cameriere tornò, apprestandosi a rifilare il solito sorriso spento. "Se volete seguirmi.." lasciò la frase in sospeso, dando loro le spalle per avviarsi verso il piano superiore. Yoongi avvistò una vetrata enorme, che dava la visuale sull'intera città caotica e buia. I suoi occhi brillarono, mentre si dirigeva verso la meta, ma ben presto notò i tavoli con sopra adagiata la targhetta "riservato". Deluso, si morse il labbro, tornando dai suoi amici. Il loro tavolo era posizionato vicino alle ringhiere, e da lì avevano la prospettiva dell'intero locale. Hoseok si sedette, euforico.
"Ci sono venuto una sola volta, ma è stupefacente la cucina. Non ve ne pentirete!" esclamò, attirando l'attenzione di alcuni clienti. Doyun gli schiaffeggiò il braccio, arricciando il naso. "Sì, ci hai portato in un ristorante per gente ricca. Ti pare che io abbia così tanti soldi? Avrei preferito spendere la serata in una tonnellata di hamburger da McDonald's, al posto di sentirmi a disagio tra questa gente spocchiosa." si lamentò, guadagnandosi un accenno positivo da parte di Yoongi che condivideva la stessa opinione. Più che per soldi, si sentiva oppresso da quell'ambiente silenzioso, dove solo il risuonare delle posate si poteva udire.
Taehyung posò una mano sulla sua coscia, regalandogli un dolce sorriso premuroso. Stesse quasi per parlare, quando una voce familiare interruppe il loro chiacchiericcio.
"Salve! Vorreste ordinare?"
Yoongi, a quel tono pimpante di voce, girò il volto verso il protagonista, spalancando gli occhi nel ritrovarsi davanti il padre di Kyung Soo.
"Jimin?"
Questo tirò di scatto il capo all'insù, sconvolto quanto l'altro. Si aspettavano di tutto, tranne che ritrovarsi faccia a faccia dopo tanti giorno dall'ultima inconvenienza. Jimin arrossì, ingoiando il groppo in gola che premeva insistente.
"Aspetta, vi conoscete?" chiese interessato il più piccolo, e solo all'ora Jimin notò la presenza degli altri, in compagnia del babysitter. In particolare del ragazzo che aveva appena aperto bocca, la sua voce profonda gli fece rizzare i peli delle braccia. Si disse che non gli si addiceva proprio, avendo dei tratti così morbidi ma al contempo marcati al punto esatto. La mano ancora posata sulla gamba di Yoongi, captò l'attenzione dell'arancione, che cercò in tutti i modi di non far ricadere lo sguardo per una seconda volta. Improvvisamente triste, strinse tra le mani il taccuino elettronico, annuendo alla sua domanda.
"Già. B-beh, uhm, quindi avete già deciso cosa ordinare?" cercò di cambiare discorso non riuscendo più a sostenere tutta quella curiosità e lo sguardo intenso di Yoongi posato su di lui, ancora intento a chiedersi come facesse ad essere tanto adorabile nelle vesti di un cameriere.
"Posso ordinare il tuo cu-"
Il piede di Doyun si scontrò con quello dal ragazzo dai capelli rossi, provocandogli un gemito di dolore. "Azzardati solo, Jung Hoseok." lo minacciò, causando la risata angelica di Jimin. Sorpresi, si girarono in contemporanea ad osservarlo esterrefatti, trovandolo davvero carino e adorabile. Compreso Yoongi stesso, malgrado un senso di fastidio gli bloccasse il respiro, in seguito alla provocazione del suo amico.
"Mi scuso per lui, huh, Jimin." mormorò dispiaciuto Doyun, al ché Jimin scosse la testa, tranquillizzandolo. "È okay, sul serio. Sono abituato a battutine del genere. Insomma, è il lavoro, e, u-uhm.." arrossì di colpo, imbarazzato dalla rivelazione. Sperava che Yoongi non gli facesse delle domande, sarebbe stata la fine per lui.
"Allora, sì.." prese la pennina tra le dita, rivolgendo le iridi verso il taccuino, con ancora le guance tamponate di un rosso accesso. Benché il verde non potesse vederlo, percepì il suo sguardo puntato addosso in una maniera quasi asfissiante, e ignorandolo, prese a scrivere le comande.
🥀
l'ho scritto proprio di merda ma ho sonno, capitemi vi prego
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❝ Cwtch ❞ ━ YOONMIN.
Fanfiction➳ « La piccola Kyung Soo verrà affidata, con un ardente desiderio, all'altrettanto giovane Park Jimin. Fin da bambino aveva costantemente aspirato al poter adottare un'innocente creatura per potersene fare carico, ponendola sotto la sua ala protettr...