trentadue.

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La mattinata procedette nel verso giusto, come di consuetudine, quando Yoongi veniva a trovarlo per intraprendere una conversazione fino all'orario lavorativo. Fecero la loro colazione. Il bacon finì per bruciarsi grazie alle continue avance del babysitter che, più tripudiante e grintoso del solito, lo stuzzicava divertito, godendosi il rossore imbarazzato dell'arancio. Kyung Soo si sporcò, impacciata nei movimenti ardui delle bacchette di plastica, e di nuovo, come da prassi, il babysitter l'aiutò a pulirsi dedicandole la sua attenzione per quanto riguardava l'insegnamento delle posate, sotto lo sguardo intenerito del padre il quale osservava i due comunicare con una tranquillità piatta giornaliera. Gli piaceva quella routine di calma placida, il chiacchiericcio della sua bambina e la voce profonda di quello che considerava ormai parte integrante della piccola famiglia che si era creata col susseguirsi delle ricorrenze. Avrebbe voluto starsene lì, il mento poggiato sul palmo aperto della mano e gli occhi a vezzeggiare sugli amori della propria vita. Per sempre, se fosse stato possibile. E allora perché percepiva quella sensazione di impotenza ogni qualvolta che pensieri del genere gli inondavano la mente? Non riusciva a capire da dove provenisse, e quasi non ne aveva l'intenzione, preferiva accantonare i cattivi presagi.
Yoongi smise di parlare con Kyung Soo nel momento stesso in cui notò l'espressione turbata del minore persa nel vuoto, le dita che pizzicavano la carne morbida delle labbra. Aggrottò la fronte, chinando il capo di lato. "C'è qualcosa che non va?"
Jimin si risvegliò dal suo stato di trance momentaneo, facendo vagare le pupille sulla figura slanciata e pallida di Yoongi. La t-shirt bianca contrastava con quella a righe sottostante, i capelli sbarazzini e il solito cipiglio impensierito quasi a volersi costantemente accertare della sua salute. Jimin sospirò grato, domandandosi se quella fortuna inaspettata dovesse giungere per forza ad un punto ignoto. Sperò di no; Yoongi ormai rappresentava il suo carico di spensieratezza, di vitalità e di gioia mattutina. Rappresentava una boccata d'aria fresca.. non voleva privarsene. Ormai ci era dentro.
Si rimise eretto sulla propria sedia, ignorando le briciole di riso che cadevano a pioggia sul pavimento, per via dell'incapacità di Soo. Poi spostò le mani sul ripiano del tavolo, congiungendole tra loro in cerca di un immotivata sicurezza. Distese le labbra in un accenno di sorriso: "No, sto bene. Hai finito la tua colazione?" gli chiese, buttando un occhio sul piatto ancora quasi colmo. Yoongi si sporse in avanti, approfittando della vicina tra i loro corpi, e afferrò tra le proprie le mani minute del ragazzo. Lo osservò minuziosamente per un paio di secondi, il pollice che strofinava sull'epidermide e lo sguardo che vagava sul suo volto pulito. "Non ho granché fame stamattina, sarà per tutto il bacon che si è mangiata Kyung Soo? Mi ha saziato senza neanche toccare il cibo." ridacchiò divertito, dandole un'occhiata colma d'affetto, mentre quest'ultima continuava a mangiare ingnorandoli. Jimin lo seguì, annuendo; l'orecchino tintinnò. "Beh, non posso darti torto. Oggi sembra più affamata del solito."
La ricrescita di Yoongi ormai si stava facendo sentire; i suoi capelli si stavano piano piano schiarendo, diventando quasi di un biondo sporco, e notandolo, fece spostare l'argomento su di esso. "Quando ti rifarai la tinta?" lo interrogò sinceramente curioso, e Yoongi si toccò la chioma, facendo spallucce. "Non lo so, probabilmente un giorno di questi. Avevo optato per un colore sobrio. Il nero, magari?"
Jimin sgranò gli occhi sorpreso. "Stai seriamente pensando di passare da un colore così sgargiante al nero?"
"Sì? Che c'è, non ti piace?"
L'altro si affrettò a negare col capo, "Affatto! secondo me staresti davvero bene. Fallo."  a quella risposta, Yoongi sorrise dolcemente. Fece per aprire bocca per replicare, ma il campanello di casa suonò per la seconda volta quella mattina, e i due si scambiarono un'occhiata confusa. Entrambi sapevano che era raro qualcuno venisse a trovare il minore. Jimin si alzò, andando a controllare chi fosse "Vado ad aprire, tu aspetta qui."
"Come se potessi scappare." se ne uscì divertito, provocando un'alzata di occhi al cielo all'altro.
Il campanello suonò una seconda volta, e Jimin urlò un: "Arrivo!", prima di girare la chiave nella toppa  ed aprire la porta, trovandosi davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di ricevere.

"Sono Taehyung. Yoongi è qui?"

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tan tan taaan. ovviamente ho iper mega tardato nell'aggiornare, ma non sto bene in questi mesi. non sto mai bene quando sono a scuola e mi dispiace tanto dover sempre aggiornare con questo andamento. :((

spero possiate capire, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo! 🥺

secondo voi cosa è venuto a fare taehyung??

❝ Cwtch ❞  ━ YOONMIN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora