dιecι.

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In seguito alla frase della piccola Kyung Soo, come da lei richiesto, Yoongi le preparò la merenda sotto il suo sguardo curioso. Si era posizionata -con estrema fatica mischiata a forza di volontà- sulla sedia da pranzo, puntellando le ginocchia sul sedile e i gomiti schiacciati sul ripiano del tavolo così da avere una visuale più comoda. Yoongi, che l'aveva sbirciata di sottecchi, non riuscì a trattenere una risata divertita trovandola come al solito, incredibilmente adorabile. Così si era messo al lavoro, spalmando su due fette biscottate della marmellata alle fragole accompagnati dal solito succo al mango. Poi glieli porse, spingendo il piatto sotto il naso.

"Grazie Yoonie oppa." gli regalò un grande sorriso gengivale, cominciando ad addentare la sua merenda. Il cuore dell'altro si sciolse, ammirando come gli occhi della bambina si sigillassero in due fessure a mezza luna, contrapposti ai pochi dentini sparpagliati qua e là. Il fatto che indossasse una salopette in pantaloncini a tema "orsacchiotti" e due codini ai lati della testa rendeva la sua figura più dolce di quanto si potesse immaginare.

"Chissà cosa starà facendo papà?" le domandò curioso, issandole la solita ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio, mentre era intenta a sgranocchiare la cannuccia del suo succo. Questa alzò le spalle come per fargli capire che non ne avesse la più pallida idea, fino a quando non sentirono un forte tonfo seguito da un mugugno soppresso. I due si ghiacciorono sul posto, incapaci di mormorare una sola parola. Sperarono davvero che non fosse Jimin quello ad essersi fatto male.

La prima ad alzarsi fu Kyung Soo. Abbandonò sul tavolo il suo spuntino precipitandosi velocemente sulle scale per controllare la salute di suo padre, eppure le sue gambine corte le permettevano di compiere passi troppo piccoli per avanzare rapidi sulla chiocciola. Per poco non le venne da piangere, e Yoongi, accorso in suo aiuto, la prese in braccio nel momento in cui la sentì tirare su con il naso. Subito la piccola appoggiò la fronte sulla sua spalla, lasciandosi andare ad un pianto silenzioso dettato dall'eccessiva preoccupazione verso il minore.

Quella vista appesantì il petto di Yoongi, il quale partecipe alle sue lacrime, le lasciò un premuroso bacio tra i capelli, rassicurandola come meglio poteva. Intanto avevano terminato le scale, ritrovandosi così dinanzi la porta della camera di Jimin. Yoongi bussò due volte, chiedendo il permesso per poter entrare che gli fu acconsentito il secondo dopo.

" Papà! " la bimba singhiozzò dimenandosi tra le braccia del suo babysitter, con l'intento di districarsi per correre dal padre seduto a terra; Jimin, calcolando erratamente i suoi passi, era intralciato tra i vari vestiti disseminati in giro per la stanza, finendo così con il sedere per terra e un dolore lancinante all'altezza della spina dorsale. Vedendo sua figlia piangere disperatamente, si allarmò stringendola a sé non appena si buttò a capofitto su di lui. Le accarezzò dolcemente i capelli sistemandola meglio sulle sue gambe distese, mentre, imperterrita, continuava a fremere.

"Hey amore, che succede?"

"A-appa.." balbettò, ricominciando a piangere più forte di prima, " t-ti sei f-fatto male? "

L'espressione dell'arancione lentamente si addolcì, aumentando la presa sul piccolo corpicino di Kyung Soo. Era quello il motivo per la quale si asteneva dallo sgridarla la maggior parte delle volte. Era per quello che cercava di offrirle un'educazione basata sull'amore e sull'affetto di una figura genitoriale, piuttosto che passare il resto dei loro giorni a battibeccare. Nonostante i suoi difetti, la figlia aveva ulteriori pregi che andavano a tamponare la moltitudine di lacune. Partendo dal presupposto che fosse terribilmente matura per la sua età; ella ragionava più apertamente e risentiva le emozioni in una maniera ampliata.

"No, papà sta bene. Non piangere, sì? Va tutto bene, non piangere." sussurrò flebile, riprendendo ad accarezzarle la folte capigliatura in senso di rassicurazione, sotto lo sguardo intenerito del maggiore rimasto a contemplarli in silenzio, per non creare disturbo.

Erano ormai tre settimane che Yoongi conosceva sia Jimin che Kyung Soo e in quel lasso di tempo aveva imparato una cosa assai fondamentale sulla famiglia Park, ovvero: entrambi si amavano incondizionatamente. Questo era palese anche ai muri, eppure stupiva Yoongi ogni giorno che passava. Non riusciva a capacitarsi dell'affetto reciprovo che li legava, nonostante la piccola non fosse figlia di sangue. Era assurdo.

Passarono vari minuti avvolti nella quiete, attendendo con pazienza il termine delle lacrime di Kyung Soo, quandi ad un tratto sentirono profondi respiri e i singhiozzi arrestarsi di colpo. Jimin declinò la testa da un lato, ritrovandosi faccia a faccia con il volto della piccola adornato da tracce secche per via del precedente pianto e un nasino arrossato. Si fece sfuggire un sorriso, rialzando il capo verso Yoongi.

"Si è addormentata." mormorò a bassa voce, avendo paura di svegliarla. Il più grande si avvicinò a lui con l'intento di aiutarlo ad afferrare Kyung Soo, cosicché potesse appoggiarla delicatamente sul suo lettino. Jimin si raddrizzò in piedi, meno dolorante di prima. Era passato un po' dalla botta, e ora poteva tranquillamente vestirti per andare a lavoro.

Insieme uscirono dalla stanza, attenti a non produrre rumori molesti così da non svegliarla e lentamente scesero le scale. "Era davvero preoccupata, non ha neanche finito la merenda." disse Yoongi, apprestandosi a finire gli ultimi gradini. Si girò poi verso l'altro, osservando come il suo piede si posizionasse all'estremità della scala, e allarmato, si precipitò su di lui.

" Sul ser- "

Stette quasi per beccarsi una seconda caduta, se non fosse stato per Yoongi che attuì il volo, avvolgendo i suoi fianchi con le braccia. Jimin chiuse gli occhi, sentendo il suo cuore precipitare nel nulla. Era davvero goffo, nel vero senso della parola. Si era fatto così tante volte male che ne perse il conto. La prese, infatti, ben presto come un'abitudine, o meglio come una maledizione. Non era possibile inciampare con una frequenza del genere.

"Dovresti stare più attento, sai?"

Avvertendo una presenza morbida sotto di sé, il ragazzo dai capelli arancioni aprì un occhio per testare la sua incolumità, trovandosi sorprendentemente tra le braccia calorose del babysitter. Questa volta si affrettò a spalancare entrambi gli occhi, osservando la distanza minima tra i loro visi: le labbra di Yoongi erano a tre centimetri dalle sue, e senza rendersene conto  il sangue gli affluì prepotentemente nelle vene, riversandosi in tal modo sul viso, ora madido di chiazze color creimisi.

"M-mi.. mi dispiace." bisbigliò irrigidito, sembrando quasi un burattino. Avere un angelo simile ad uno spazio tanto ridotto, per Jimin, risultò essere davvero difficile. Trattenne il respirò così a lungo, che anche Yoongi se ne accorse.

"Puoi anche respirare, non ti mangio." ridacchiò divertito, allentando la presa, senza mai lasciarla del tutto. Il più piccolo volle quasi ribattere: "diamine, perché non lo fai?", ma pensò che sarebbe stato abbastanza imbarazzante.

"S-sì, scusa. Uhm, g-grazie, mi hai evitato un'altra botta. Non ho idea del perché io sia così sbadato." si grattò la punta del naso impacciato, sperando di nascondere il rossore, e si apprestò a indietreggiare di un passo.

"Non ti preoccupare, semplicemente stai più attento, mh?" lo premurò l'altro, facendo scivolare le mani nelle tasche dei propri jean mentre si stringeva nelle spalle e dondolava sui talloni, "Quindi.. andrai a lavoro tra poco, no? Ti lascio vestirti." e con un ultimo sorriso, si levò lasciandogli il tempo di buttare fuori tutta l'aria trattenuta fino a quel momento.

"Cazzo, mi sta scoppiando il cuore.. "

💘

ok ho scritto stra in fretta perché devo andare a farmi la doccia COMUNQUE, DEVO FARE IL MIO PRIMO SAGGIO BREVE E NON HO IDEA DI COME SI INIZI. QUALCUNO CHE MI AIUTA? PLS VE NE SAREI GRATA

❝ Cwtch ❞  ━ YOONMIN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora