Avrei voluto, con te, un finale diverso.
Anzi, dato che ormai siamo qui e ci siamo, ti dico la verità: io per noi non avrei voluto alcun finale.
Avrei voluto che tu ti sforzassi di capirmi in quei momenti quando non ero pronta a spiegarmi, quando non chiedevo altro che vederti entrare nei miei abissi perché lo volevi e non perché te lo chiedevo io a parole.
Ci siamo scontrati da sempre; io piena di dubbi e tu incazzato nero perché io avevo troppi dubbi, ma non ci si può incazzare con qualcuno se la vita gli ha insegnato a non fidarsi di nessuno, non puoi prendertela con qualcuno se ha imparato con il tempo che, alla fine, ti fregano sempre tutti quanti, inevitabilmente.
Avrei voluto che tu facessi un passo indietro, o forse due, tre, per raggiungermi quando non ti trovavo più, che tu cercassi di capire cosa avevo dentro sul serio invece di rimanere sempre in superficie.
Tutto questo avrei voluto io,
invece ho ottenuto un sacco di graffi sulla pelle, la paura costante di amarti come non dovevo, di amarti male, la paura indefinibile che tu, invece, non mi amassi affatto.
Avrei voluto un finale diverso, un addio degno di quello che siamo stati, dei nostri primi sguardi quasi feroci, dei baci contro al muro, del nostro rincorrerci di continuo: 'aspettami, ti prego', delle telefonate corte, dei ti amo detti silenziosamente, degli affanni, di tutte le volte che abbiamo dimostrato di non odiarci abbastanza per perderci.
Invece un addio degno di noi non ce l'abbiamo mai avuto, e tu hai la tua vita e io invece ho la mia, e tutto quello che adesso mi resta è questo senso di irrisolto che mi porto dentro.
Come sarebbe andata se io fossi stata più fiduciosa e meno paranoica e se tu fossi stato più caparbio e meno orgoglioso?
Come sarebbe andata se avessimo avuto il coraggio di non lasciarci finire, di correre a riprenderci?
Come sarebbe andata se io e te fossimo stati meno sciocchi, meno impazienti, meno ingenui?
Tu te lo chiedi mai?
STAI LEGGENDO
Le parole che non ti ho detto
PoetrySono un'adolescente come tanti, ma allo stesso tempo come nessuno. Ho un nome ebreo, sono maggiorenne, ho un posto in cui vivere ed a tavola c'è sempre qualcosa da mangiare, fin qui posso considerarmi più fortunata rispetto i due quarti della popola...