Stalker

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<< Ehi, c'è l'hai fatta! >> Disse una voce rauca alle mie spalle.
Mi voltai di scatto, pensando fosse un mio compagno. Invece era un uomo vestito con un lungo cappotto marrone scuro, un cappuccio che gli copriva del tutto il viso e con in mano un AK-47.
Appoggiandosi al muro, abbassò il cappuccio. La sua faccia era orribile. Aveva una grossa cicatrice sulla guancia sinistra e un altra vicino all'occhio destro che gli attraversava tutto il viso.
Non era molto giovane, forse doveva avere una quarantina d'anni. Il suo sguardo era vuoto, freddo, con un viso squadrato, le sopracciglia curvate all'insù e un naso leggermente storto a destra.
<< Quelli là fuori erano i tuoi amichetti, giusto? >> Disse l'uomo con sarcasmo.
<< Sì... Perché? >> Risposi guardando i gradini che portavano all'esterno. Era la che avevo visto per l'ultima volta il mio plotone. Il fatto di vedere un uomo davanti a me che non faceva parte dell'esercito, mi intimorii un poco.
<< Sono tutti morti! >> Tagliò corto l'uomo, guardandomi dritto negli occhi.
<< Cosa?! Impossibile! >> Risposi incredulo.
<< Controlla tu stesso. >> L'uomo accennò con il mento i gradini.
Mentre camminai confuso verso gli scalini, l'uomo continuava a fissarmi. Non volevo credere alle sue parole. I miei compagni erano stati addestrati contro i pericoli della zona, me compreso, era impossibile che erano tutti morti. Chi li aveva uccisi, poi? I mutanti? Gli Stalker? Chi?
Con lo sguardo basso, salii gli scalini e raggiunsi l'ultimo gradino, chiusi gli occhi e inspirai. Sentii la pioggia martellare incessantemente la terra e le casse, mentre un tuono rombava in lontananza. Rimasi così per un lungo momento. Poi, lentamente, riaprii gli occhi e le mie ossa si pietrificarono. Il mio corpo venne pervaso da uno strano formicolio, un misto di rabbia e frustrazione. Tutti i miei compagni giacevano a terra privi di vita. Il Comandante era seduto con le spalle al muro, la testa a pochi metri da lui, gli occhi ancora sbarrati, increduli.
Fui pervaso da una strana nausea e vomitai bile. Tutti i miei compagni erano stati fatti a pezzi. Braccia, teste e gambe erano disseminati sul terreno. Alcuni avevano persino il corpo diviso a metà e le viscere di fuori.
Sentii un vuoto allo stomaco e caddi carponi, piangendo e singhiozzando come un bambino.
<< Forse un giorno ti ci abituerai a questo orrore. >> Disse l'uomo, appoggiando una mano sulla mia spalla per confortarmi.
<< Come... Com'è possibile? Chi è stato..? >> Risposi singhiozzando.
<< Beh, è difficile dirlo. >> Disse l'uomo, ritirando la mano dalla mia spalla. << Mutanti, Zombie, Porger, cani selvatici, chi lo sa. >>
<< Porger..? >> Risposi pur non sapendo chi fossero quest'ultime creature.
<< Non li conosci? >> Disse perplesso. << Eppure sei un militare. Dovresti conoscerli. >> Fece un pausa. Poi disse: << Dai, alzati! Non possiamo rimanere a lungo sotto la pioggia radioattiva! >> Mi alzò da terra con forza.
<< Pioggia radioattiva? >> Risposi confuso.
<< Dannazione! Ma dove hai vissuto fin'ora? Sulla luna? >> L'uomo scosse il capo.
Rimasi perplesso per un istante. Perché il comandante non ci aveva detto della pioggia radioattiva? Perché non ci aveva detto dei Porger, dei cani selvatici, dei mutanti, di qualsiasi altro dannato mostro che viveva nei paraggi? Perché? Sapevo che fosse stupido, ma non pensavo a questi livelli.
<< Faresti meglio a seguirmi. >> Disse l'uomo. << Non credo tu voglia finire come loro. E non credo tu sappia dei pericoli che corri qua fuori nella Zona. Girovagare da soli è spesso sinonimo di morte. >>
Che potevo fare? Sapeva che ero un militare, e io sapevo che lui era uno Stalker. Allora perché non mi ha sparato? Perché non mi ha piazzato una pallottola in testa? Il Comandante ci aveva sempre ripetuto che gli Stalker sono dei figli di puttana ingrati, che non ci pensano due volte a uccidere qualcuno. Eppure quest'uomo non era così. Perché?
Seguii l'uomo in silenzio. Non lo conoscevo. Non sapevo nemmeno se potevo fidarmi di lui e delle sue parole, ma una cosa era certa, non mi aveva ucciso. Altri al suo posto lo avrebbero fatto anche senza motivo. La mia uniforme sarebbe stata una giustificazione sufficiente per freddarmi. Tutto questo sempre stando alle parole del Comandante Varetic Hug.
Quelli come me nella Zona non sono ben visti, poiché gli Stalker non temono i mutanti, ma l'esercito.

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