Uscito dal Gap 51, voltai il pezzo di carta e vidi delle strani frasi che non capivo. Forse era un codice segreto? O forse non voleva dire nulla? Prima di partire, Ruslan mi aveva detto di procurarmi armi e cibo da un commerciante del posto. Mi guardai intorno in cerca dell'edificio che mi aveva indicato. Degli Stalker sedevano in silenzio attorno a un fuoco da campo. Passai accanto con lo sguardo basso, ma questa volta mi ignorarono completamente.
Ore prima avevo tutti gli occhi puntati addosso ed ora nessuno mi guardava. Perché? Forse il fatto che Ruslan aveva garantito per me si era diffuso nell'accampamento? O era stato Lazar o Corad? No, quest'ultimo non mi conosceva. Non avrebbe mai garantito per me. Mentre pensavo, provai sollievo, ma poi il dubbio si fece largo nella mia mente. Gli Stalker avevano un aria strana. I loro visi sembravano celarsi al mio sguardo. Alcuni si voltavano persino dall'altra parte. Perché si comportavano così? Forse Corad o Lazar avevano detto loro qualcosa? Qualcosa del tipo "State alla larga da quel tipo o vi spacco la testa?" Più ci pensavo, più non ci capivo niente.
Arrivai davanti a un edificio diroccato. Delle enormi crepe correvano lungo la parete frontale forata in più parti dai proiettili. Entrando, salii una stretta scala con i gradini mezzi distrutti e delle macchie di sangue coagulato. Al secondo piano, c'erano due appartamenti con le due porte sbarrate con assi di legno marcescente. La lampada del pianerottolo era distrutta e al mio passaggio i vetri scricchiolarono sotto i miei stivali. Al terzo piano, si trovava una scritta sul muro di coloro nero: J-43. Alla mia destra, un appartamento con la porta spalancata.
Una volta entrato, notai molte casse, un divano messo di sbieco e una poltrona dal rosso sbiadito. Nell'aria un poco gelata, sentivo un forte odore di polvere da sparo. Camminai nel corto corridoio, quando, senza nemmeno accorgermene, sbucò fuori un uomo sulla settantina o anche più, molto esile, quasi pelle ossa e con una ragnatela di rughe al viso. Aveva un lato della bocca paralizzato e il naso adunco, con due piccoli occhi che quasi faticavano a stare aperti. Indossava una grossa sciarpa di lana al collo, un maglione marrone, un pantalone grigio sporco di fango e un colbacco di lana nero.
<< Cerchi qualcosa? >> Disse con sguardo apatico. Si sedette su uno sgabello di legno, dietro a un scrivania mangiata dalle tarme.
<< Sì. >> Risposi. << Mi manda Ruslan. Ecco, mi ha detto di darti questo. >> Gli consegnai il foglietto con delle strane scritte.
L'uomo lo lesse e annuì con un mezzo sorriso. << Io sono Herm. >> Mi porse la mano.
Gliela strinsi. << Boris. >>
<< Allora, >> mi disse Herm << a quanto pare sei in missione. >>
Quale missione? Io non avevo nessuno missione. Forse Ruslan aveva scritto qualcosa per depistare Herm? Magari scrivendo di una missione difficile? O forse ero del tutto fuori strada? Così mi limitai a stare in silenzio.
<< Vedo che hai bisogno di un arsenale da viaggiatore errante. >> Disse alzandosi, non capendo cosa volesse dire con viaggiatore errante. Poi raggiunse quattro bauli e si mise a trafugare nel primo. << Un AK-47, una affidabile Makarov PMm, tre medikit, una mappa e infine, una bottiglia di Vodka contro le radiazioni. >> Posò il fucile d'assalto sulla scrivania con una lentezza assoluta. Era molto lento nei movimenti, forse per un problema alla schiena? O forse per altro.
Nell'attesa, diede un occhiata in giro. La casa fungeva da rifornimento per gli Stalker. C'era un bagno con il water rotto e un forte tanfo di piscio, una camera da letto vuota e l'ufficio-magazzino in cui ero adesso. In questa stanza c'era una brandina con una coperta e un cuscino. Le pareti crepate e il pavimento dissestato. Non so come diavolo facesse Herm a vivere in un luogo del genere.
Alla fine l'uomo posò tutto sul tavolo.
Notai solo in quel momento un forte odore di Whisky. Vidi la bottiglia ai piedi della sedia, ma era Herm a puzzare così. Mi allontanai verso la finestra per prendere un po' d'aria.
<< Ecco! >> Disse Herm. << Perché ti sei allontanato? >>
<< Volevo vedere il panorama. >> Mentii.
<< Mi spiace deluderti, amico mio. Ma da quassù il panorama è pessimo. >> Sorrise mostrando i denti marci.
<< Già... >>
<< Non ti ho mai visto da queste parti. >> Herm si avvicinò trasportando il tanfo dell'alcol. << Stai con un altro accampamento o sei nuovo? >>
<< Sono nuovo. >>
<< Capito. >> Borbottò, lanciando un occhiata fuori dalla finestra. Poi strascicò i piedi fin dietro la scrivania. << Se stai andando verso la Palude del Non Ritorno, tieni gli occhi aperti. Molti Stalker sono morti o scomparsi in quel luogo. >>
<< Grazie. >> Gli dissi. Come sapeva che dovevo passare da lì? Ruslan mi aveva fatto capire che il mio viaggio sarebbe stato top secret. Che fosse tutto scritto su quel pezzo di carta?
<< Che hai detto? Non ho sentito? >> Disse Herm allungando un orecchio.
<< Ti ho ringraziato. >>
<< Ah sì. Va bene, va bene. >> Si sedette sullo sgabello, curvandosi in avanti. Rimase in silenzio per un attimo, poi disse: << Quando ero giovane. Ti parlo di quarant'anni fa o anche più. Amavo esplorare il mondo. Amavo la vita. >> Sospirò sofferente. << Poi mio fratello fu ucciso in un incidente d'auto e da allora... da allora tutto è cambiato. La mia vita, i miei obiettivi, i miei interessi. Tutto è mutato. Tutto il mondo è in continuo mutamento, ma non la Zona. >> Mi guardò sofferente. << Qui le cose non mutano mai per l'uomo. Rimangono le stesse per sempre, tranne per i mutanti. Loro saranno la nostra rovina. Non importa cosa dice Corad; un giorno quei mostri ci ammazzeranno tutti. >> Abbassò lo sguardo. << Anche io sono stato uno Stalker. Non ero in gamba, ma sapevo il fatto mio. Sono sempre stato in questo accampamento. Ero la guardia del corpo del vecchio commerciante che viveva qui. E' morto quindici anni fa. Così ho preso il suo posto, anche perché non lo voleva nessuno. Ed ora sono... Non ricordo quanti anni ho passato nella Zona. Forse tanti, troppi per ricordare. Adesso una vecchia lumaca come me non sopravvivrebbe due minuti là fuori. >> Si zittì e fissò il niente. Quando feci per prendere gli oggetti dal tavolo, Herm tornò a parlare, come se si fosse destato da un sogno ad occhi aperti. << Comunque, ragazzo mio. La palude brulica di mutanti. Forse ti imbatterai in altri Stalker o forse nei loro gusci. >> Ridacchiò. << Stai attento a questi gusci. Sono degli zombie. Presi da soli non sono un granché, ma in gruppo sono letali. Non farti mai circondare. Cerca sempre una via di fuga. Un ultima cosa; questi figli di puttana sanno usare le armi. Voglio dire, non sono dei cecchini, ma sparano alla cieca. Ad ogni modo, là vicino si trova l'avamposto eretto da Corad. Segui il sentiero sterrato che va e da verso questo accampamento e sarai al sicuro. >> Girò la mappa sul tavolo e tracciò una X sull'avamposto, tratteggiando il sentiero che andava da questo accampamento, all'avamposto e dall'avamposto a un altro accampamento ad Est. Poi batté il dito sul sentiero tratteggiato. << Prosegui da questa parte e arriverai velocemente all'avamposto. Vedrai un lungo ponte crollato, che è stato sostituito da un piccole ponte di legno. Attraversalo senza timore. E' solido, anche se non sembra. Se poi vuoi complicarti la vita... >> Aggiunse Herm ridendo.
<< No, no, va bene così. >> Risposi.
<< Ah, quasi dimenticavo, che sbadato. >> Disse Herm << Non avvicinarti alla strada asfaltata. Può sembrarti sicura, ma non lo è, credimi. E' infestata da Banditi, mutanti, cani selvatici e diverse anomalie. Se entri nel campo gravitazionale di quest'ultima, beh, tanto vale sparassi un colpo in testa, prima di essere fatto a pezzi o scomparire per sempre. >>
Fu il quel momento che capii che Herm non sapeva niente della mia missione. E pensare che mi ero scervellato per capire se Ruslan gli avesse detto qualcosa su di me. Comunque l'ultimo consiglio di Herm non mi sarebbe servito poi tanto. La zona dell'avamposto era dalla parte opposta del mio obiettivo. E poi come diavolo aveva fatto a non vedere il cerchietto nero con la scritta L'Ombra sul pezzetto di carta? Era molto evidente. O forse aveva finto di non vedere?
<< Perché stai andando lì? >> Domandò Herm incuriosito. << Le parole sul foglietto sono molto vaghe. Conosco Ruslan da anni. Non è mai vago. >>
<< Mi ha detto che nella palude potrei trovare dei manufatti rari. >> Mentii.
<< Vuoi arricchirti subito, eh? Non essere troppo avido. La zona punisce gli avidi. Basta guardare la conta dei morti per capirlo. Ma tu mi sembri abbastanza sveglio. >>
<< Grazie >> Risposi.
Herm si alzò barcollando. << Che la Zona ti sia lieve, ragazzo mio. >> E strascicò i piedi fino a sparire in una piccola stanza adiacente.
Mettendo nel mio zaino il mio nuovo equipaggio, uscii dall'edificio. Ero pronto a raggiungere Oscar.
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La Zona (Completo)
Science FictionDopo l'enorme e violenta esplosione avvenuta nella centrale nucleare di Vaslejo City, di cui non si conoscono le cause, l'intera area venne invasa da altissime radiazioni. In poco tempo cominciarono a verificarsi strani fenomeni inspiegabili: stravo...