Dunque, quella sera rimasi nella mia camera a dormire sperando che ,appena sveglia, avrei scoperto che tutto quello che avevo passato, fosse stato solo un sogno.
La mattina seguente non potevo rimanere che delusa dall'aver constatato che il mio tormento sarebbe continuato per sempre.
Già, per sempre.
Le sirene sono immortali, lessi da umana.
La cosa che mi sorprendeva era che l'unico che venne a trovarmi dopo la precedente sfuriata fu Kalòs e non Poseidone.
Poseidone era mio padre; avrebbe dovuto consolarmi e rassicurarmi, invece no.
Avevo fame.
Non mangiavo dall'ora di pranzo del giorno prima, tuttavia la mia rabbia mi portò ad aspettare che tutti i miei familiari finissero di rifocillarsi al banchetto mattutino fra risate e schiamazzi vari dei più piccoli.
Passò il tempo; era circa mezzogiorno, le bollicine d'aria nell'acqua scoppiettavano.
Aprii lentamente la porta della camera e sgattaiolai per i corridoi mentre tutti si riposavano.
Arrivai nella sala da pranzo e fortunatamente c'era cibo sufficiente per sfamarmi.
Non avevo mai avuto così tanta fame.
Ero stanca di dover nascondermi, ero stanca di essere la figlia del Mare.
Mi strappai la collana e la gettai violentemente sul pavimento.