Una rete negli abissi

129 6 0
                                    

Che ci faceva una rete laggiù negli abissi?
Cos'avrebbe pensato un umano dopo avermi vista?
Ero terrorizzata, cercavo qualcosa con cui tagliarla, ma niente,niente da fare.
Cominciai a pensare che non sarei dovuta scappare, che tutto quello che stava succedendo fosse stata solo colpa mia.
Già, sono sempre io la guastafeste della situazione.
Ad un tratto sentivo delle urla, delle voci che si lamentavano, che urlavano sempre di più man mano che la rete saliva.
In lontananza, su una grande roccia, si intravedeva un castello che non era quello di Poseidone.
Era rosso a tratti nero e sprigionava una luce rossastra che trasmetteva angoscia.
La rete si fermò e si aprì lasciandomi cadere sulla roccia fredda e dura.
Si avvicinava un tritone che aveva un'aria familiare, molto familiare.
Era Poseidone.
Le uniche differenze erano i capelli neri, gli occhi rossi e la coda dello stesso colore.
Mi sentivo morire.
Urlai cosa volesse, ma lui non rispose;
Rimaneva lì, fermo a fissarmi con un ghigno spaventoso.
D'improvviso cominciò a ridere, il fermaglio che avevo in mano si illuminò e mi fece vedere Poseidone imprigionato e legato in una cella buia.
Avevo capito tutto.
Il tritone fece comparire un tridente nero e con quello tornò nella sua forma normale.
Comparve una sirena.

La figlia del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora