Vendetta

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Poseidone ci illustrò la strada per arrivare al castello dorato e non appena varcammo la soglia del portone tutte le sirene e tutti i tritoni ci accolsero con un applauso.
Avevano visto tutto grazie alla mia lacrima.
C'erano tutti, tutti tranne Askemòn.
Poseidone però voleva vederlo, voleva sapere se lui avesse avuto a che fare con quella storia dato che Thànatos era sua moglie.
Così andò a cercarlo ed io andai con lui.
Ci dirigemmo verso il castello e lo trovammo accanto al cadavere dell'ormai defunta moglie.
Ad un tratto i colori della sirena si sbiadivano ed essi si liberarono lentamente verso l'alto.
Prima che essi si potessero dissolvere Askemòn tirò fuori dalla tasca una sfera d'oro cava con una fessura e la alzò in modo da farli entrare per custodirli per sempre.
Poi prese una catena, la infilò in una fessura della sfera e formò una collana che mise al collo.
Poseidone mi disse che era un'usanza degli abitanti del mare quella di custodire i colori dei propri cari perché essi simboleggiano l'essenza del defunto.
Tuttavia Poseidone era ancora accecato dalla rabbia e senza scrupoli irruppe nella stanza spaventando lo zio.

La figlia del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora