Il simulacro brillò tra le mani di Elia.
«Ce l'ho fatta!»
Lucia notò la soddisfazione negli occhi dell'amico e non potè che assecondarne la gioia. Ma non c'era più tempo, dovevano trovare Andrea prima possibile.
«Ora cosa si fa?»
Sul viso del ragazzo comparve un'espressione dubbiosa. Arricciò un sopracciglio e rimase in attesa di una risposta ulteriore da parte del pendaglio. Era riuscito a trasformarsi e, come par magia, l'oggetto misterioso aveva reagito alla metamorfosi. I piccoli serpenti decorati, si erano mossi all'unisono, sibilando minacciosi. Le lingue biforcute erano saettate di fronte a loro, assumendo tonalità sempre più forti. Ben presto, l'intero medaglione aveva preso a sfavillare.
«Forse c'è bisogno di una parola magica» ipotizzò Elia.
La ragazza lo fissò, scettica. «Troppo banale.»
«E allora? Hai altre idee?»
Scosse la testa. Ogni secondo che passava, poteva essere fatale per Andrea. E loro cosa stavano facendo? Idee. Strinse il capo con entrambe le mani, alla ricerca di una possibilie soluzione. Ma quale? Si era rivolta a Elia e Lucifero proprio perchè non ne aveva una.
«Forse dobbiamo...»
Il ragazzo la zittì con un semplice gesto. Da quando si era trasformato, aveva acquisito maggiore sicurezza e decisione. Pareva quasi più vecchio, di secoli. Lucia rimase a osservarlo, in silenzio. Le grandi ali nere riposavano alle spalle del giovane, in tutta la loro maestosità. "Incredibilmente affascinanti, pericolosamente attraenti."
Doveva pensare ad Andrea.
«C'è qualcosa di strano in questi serpenti» bisbigliò Elia.
«Cioè?»
Senza nemmeno risponderle, allungò la mano destra verso il medaglione e mostrò il polso nudo. I rettili risposero all'unisono: si fiondarono verso la carne del giovane e l'azzanarono senza riserve. I piccoli denti metallici affondarono nell'epidermide chiara e strinsero con forza.
«Elia!»
L'amico sollevò lo sguardo e le rivolse un sorriso rassicurante. «Tranquilla. E' tutto a posto.»
Non gli credette nemmeno per un secondo. Il polso del ragazzo era diventato di un orrendo colore bluastro, una ragnatela scura che risalì veloce per tutto il braccio. L'infezione si allargò a vista d'occhio, fino ad ammorbare per intero il collo e la parte destra del viso.
Elia cominciò a tremare. S'inginocchiò, stremato, e rivolse un'occhiata disperata alla macchia scura che prendeva possesso del suo corpo. Il simulacro cadde al suolo, ma nessuno si preoccupò di raccoglierlo. Si udì giusto un lieve tintinnio, prima che si perdesse tra i fiori, privo di qualsiasi bagliore.
Tutta l'attenzione di Lucia era rivolta all'amico. Si avvicinò a lui e gli afferrò il voltò con le mani.
«Guardami Elia!» Due iridi scarlatte la fissarono con intensità. Sentì una fitta al cuore, ma decise di dimenticarla, per il momento. «Resisti, hai capito? Ora andiamo all'ospedale più vicino e...»
Il ragazzo sbuffò. «Conciato così?»
Le ali scure torreggiavano su di lei, frementi dal dolore. Tentò di bloccarne una, ma sfuggì via in preda alle convulsioni. In mano, non le rimasero che un paio di piume corvine.
«Devi rilassarti. Respira lentamente e cerca di stare calmo.»
«Io sono calmissimo. E' il veleno che mi sta facendo impazzire.» L'infezione aveva incominciato a conquistare anche la spalla sinistra. Lo stava divorando dall'interno, e lei non poteva fare alcunchè per aiutarlo. Strinse la mano dell'amico e s'inginocchiò a sua volta. Ora erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. In una situazione normale, sarebbe stata una distanza pericolosa, troppo pericolosa per loro. Ma non in quel momento...
Il viso di Elia era un'unica chiazza nera. Solo gli occhi sanguigni risaltavano come rubini in quello sfondo tetro. Occhi disperati, di un animale in gabbia, alla ricerca della libertà.
D'un tratto, le convulsioni cessarono. Il giovane rimase immobile per un tempo infinitamente lungo. Il capo ricadde all'indietro, privo di vita. «Elia?»
Nessuna risposta.
«Elia?» Scosse la spalla dell'amico, ma lui non reagì. «Ti prego.» Sentì le prime lacrime accarezzarle il viso e capì di star piangendo. Intorno a lei, il mondo s'ammutolì a osservare la scena. Nessun uccellino osò cantare, nessuno scoiattolo squittire e nessun cane abbiare. Gli unici rumori, erano i gemiti di dolore della fanciulla.
"Non lasciarmi" avrebbe voluto dirgli. Ma, anche in quell'ultimo momento, ebbe paura a pronunciare quella frase.
Un gorgoglio sommesso colse di sorpresa Lucia. Sollevò il capo e fissò inorridita il volto dell'amico. Gocce scure come il catrame, fuoriuscivano lentamente dalla bocca. Un cupo brontolio, che si trasformò presto in veri e propri conati di vomito.
Elia spalancò gli occhi e si piegò di lato a rigurgitare.
«Vivo» mormorò, più a se stesso che alla ragazza.
Ma le sorprese non erano finite. Davanti a loro, il liquido incominciò a coagularsi in una spirale sinuosa. I due ragazzi indietreggiarono, mentre la sostanza prendeva sembianze umane.
«Non ci posso credere» sibilò Elia. Ormai la creatura aveva assunto fattezze ben precise.
Rimase un attimo a fissarli con i suoi occhi d'inchiostro. Non manifestò nè rabbia nè gioia, solo superbia.
«Salve.» Allargò le braccia con fare teatrale e s'inchinò.
Accanto a lei, sentì il ringhio smorzato dell'amico.
«Da quanto tempo, Lucifero.»
«Troppo poco, a mio parere.»
Belial sorrise. «Strano. E io che volevo rendervi felice con la mia presenza.» Si guardò le mani e sbuffò. «Anche se in questa forma alquanto scomoda.»
«Se vuoi rendermi felice, sparisci.»
Lucia fissò la creatura in tutta la sua mostruosità. «E lui chi sarebbe?»
I due demoni risposero insieme. «Belial!»
«E, mia cara» aggiunse quest'ultimo con un ghigno beffardo, «si dà il caso che abbia qualcosa anche per te.»
Aprì la bocca, ma Elia l'anticipò. «E cosa sarebbe?»
«Oh, semplice.» Il liquido che lo formava, divenne di colpo cristallino. Piccole onde s'incresparono sulla superficie, proiettando l'immagine sfocata di un ragazzo. «Andrea.»
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Luci di tenebra
FantasíaLa vita nasconde sempre degli angeli e dei demoni dentro di noi. C'è chi riesce a rinchiuderli alla perfezione, chi, invece, non può far altro che mostrarli al mondo. E' una lotta che dura da secoli e che non finirà mai... Forse Elia e Lucia non se...