Capitolo 2

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Ore 7.50
Mentre Jan il solitario s'inoltrava nell'ombroso e fitto sottobosco, alla ricerca di cibo da friggere quella sera
stessa, (così preferiva cucinare i suoi amati boleti) e soprattutto alla ricerca di un po' di sana solitudine, più
in basso, lungo l'unica via che attraversa Colleborghino, la rimessa di legna da ardere, pali di varia metratura
e pellet del signor Tommaso, era aperta in via straordinaria (di solito vi lavoravano due operai più il
menzionato grande capo, dal lunedì al sabato mattina).
'' Non me ne frega un cazzo se ne hai bisogno prima di mezzogiorno, stiamo caricando quel dannato
camion con quella fottuta legna e prima di aver finito, legato ben bene quel cazzo di carico vegetale,
imboccato la via ed essere giù da te, passeranno almeno altre sei o sette ore... '' disse Tommaso tutto di un
fiato, con gli occhi fissi sugli operai che si davano da fare intorno al mezzo di trasporto della ditta. Il grande
capo presentava mille rughe come solchi di rabbia sulla fronte, gocce di sudore ad imperlargli le gote e aveva
il cellulare stretto con forza nella grossa mano, appiccicato all'orecchio. Il suo interlocutore doveva avergli
risposto a malo modo, poiché uno sbuffo uscì dalla sua bocca seminascosta dalla barba.
'' No, prima non posso, non ce la faccio! Ho due operai che si danno da fare nel loro giorno di riposo e... ''
grande capo fu interrotto nuovamente e si asciugò il sudore con un gesto rapido d’insofferenza, dopodiché
continuò.
'' Sì, sì... certo che l’ho piazzata, non preoccuparti. È là sotto, ricoperta da quintali di ceppi di castagno e di
quercia. Non la troverebbero mai. Nemmeno un fottuto cane dal buon fiuto riuscirebbe a fiutare quella
merda bianca! ''. Ora il suo viso pareva più rilassato, probabilmente si sarebbero accordati per un orario più
decente.
'' Va bene, allora ti prometto che la merce sarà nel tuo dannato piazzale a quell'ora... mi senti? Boss, boss...
macché... 'sto cazzo di telefono... boss... ci sei? Al diavolo, qui si fa come dico io. ''
Tommaso non si preoccupò più di tanto della conversazione troncata per colpa di una linea telefonica
caduta malamente, ormai aveva trattato con il boss e ottenuto un orario più consono per la consegna, solo
apparentemente legale. Chiuse il cellulare e si avviò dai suoi operai.
'' Forza ragazzi, mettiamoci al lavoro, che 'sto cazzo di giornata ve la pago il triplo! '' urlò ai dipendenti con
un sorriso beffardo; quindi afferrò due pesanti ceppi di quercia e li scaraventò con disarmante facilità sul
cassone del camion. I due lo guardarono un momento, come impietriti, poi si rimisero svelti al lavoro. La
campana della chiesetta poco distante batté il primo di otto rintocchi.

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