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Jungkook gli carezzò la schiena e gli lasciò un bacio tra i capelli. "Scusami Tae" mormorò.

Taehyung sospirò, facendo una smorfia di dolore, per poi guardarlo con un broncio.

Il piccolo lo guardò dispiaciuto. "Vuoi.. vuoi un bacino?"

Il maggiore scosse la testa e si alzò lentamente, in cerca della maglia. Gliela passò il minore. Borbottò un "grazie" e la infilò velocemente.

Jungkook sospirò a sua volta e andò a posare le cose, che poi avrebbe lavato, nel baule. Uscì dalla stanza con lo sguardo basso, seguito dal castano. Deviò il percorso, diretto alla stanza dei capi per dire loro dove si trovava Namjoon.

Taehyung, invece, rimase fermo davanti alla sua cella, cercando di aprirla senza chiavi. Continuò a provare, con scarsi risultati, quindi sbuffò e la guardò male. "Apriti"

Un ragazzo con un camice bianco stava passando in quel momento nel corridoio, e si fermò accanto a Taehyung, osservando la scena divertito. Si avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sulla spalla. "Hai bisogno di aiuto?"

Taehyung si girò a guardarlo. "Mhh.." lo squadrò, non sapendo se fidarsi o meno, poi annuì. "La porta non si apre. Sai aprirla?"

"Potrei chie-" iniziò a dire, ma venne interrotto.

"Ovvio che non sai aprirla" esclamò incrociando le braccia e guardandolo con aria superiore. "Solo i cattivi e Jungkook sanno aprirla" lo squadrò ancora. "E tu non sei Jungkook. E non mi sembri nemmeno cattivo"

Il ragazzo sorrise cordiale. "Hai ragione, non sono nessuno dei due, ma posso provare a prendere la chiave"

"La chiave? E tu puoi? Non mi sembri davvero davvero una persona cattiva, non sei vestito di nero. Sei bianco, il bianco è bello. Ma puoi provare lo stesso, per favore?"

"Uh grazie! Allora aspetta qui" si allontanò e svoltò un corridoio. Tornò poco dopo. "Ti sei mosso?"

Taehyung lo guardò preso dal panico. "Uh.. Ehm.. sì ma oddio sono solo curioso, non lo faccio più" si morse l'interno della guancia.

Il ragazzo ridacchiò. "Tranquillo" inserì la chiave nella serratura e aprì la porta. "Comunque, io sono il dottor Kim, Kim Seokjin" gli porse la mano. "Per qualsiasi cosa ci sono"

Il castano gli strinse la mano. "Piacere e grazie" gli sorrise ed entrò nella sua cella.

Il dottore chiuse la porta ed andò davanti a quella di Jungkook, che era intanto tornato. Bussò alla porta.

Il moro sbuffò ed andò ad aprire.

"Jungkook?" chiese.

Il ragazzo annuì. "Sì, e lei chi è?"

Porse la mano per la seconda volta. "Dottor Kim. Puoi venire un momento?"

Jungkook gli strinse la mano. "Certo"

Seokjin sorrise. "Allora seguimi, dobbiamo sbrigarci" si girò ed iniziò a camminare svelto verso una porta, seguito in silenzio dal giovane. Entrò in una stanza alquanto piccola, con all'interno uno schermo che raffigurava la cella di Taehyung. Chiuse la porta.

Jungkook si avvicinò curioso al monitor, poi si girò a guardarlo.

Il dottore indicò lo schermo. "Mi hanno chiamato per lui, per vedere cosa ci fosse che non andasse. Lo ho osservato per un po' e sono arrivato ad una conclusione. Mi hanno proibito di parlarne con chiunque. Il punto è che ti ho visto spesso con lui e prima di parlarti e dirti quello che ho dedotto, voglio sapere una cosa: in che rapporti sei con lui?"

"Credo di amarlo" sbottò, per poi sbarrare gli occhi. "Aspetta- che?" lo guardò impanicato. "Ceh.. nel senso.. gli voglio bene, sono un amico." Tossì nervosamente.

Seokjin sorrise intenerito. "Francamente non mi aspettavo una confessione, ma ti vergogni così tanto ad ammettere di esserne innamorato?"

Jungkook arrossì e si guardò intorno. "I-io non dovrei esserlo. Se lo dovessero scoprire mi manderebbero via e chissà che gli faranno" lo guardò triste.

"Farò il mio meglio per aiutarvi, ora però ascoltami"

"Ti ascolto"

"Taehyung è affetto da bipolarismo, sintomi psicotici, come deliri ed allucinazioni, disturbi di personalità, disturbi d'ansia, disturbi del controllo degli impulsi. Sei una persona sveglia, sicuramente ti sei accorto che c'è qualcosa che non va nel tuo amico. Ha gravi alterazioni dell'umore, dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti. Può stare al settimo cielo in un periodo e passare subito dopo alla disperazione più totale senza un motivo apparente, passando dal paradiso della fase maniacale all'inferno di quella depressiva. Sono fasi che si ripetono perpetuamente e senza un senso logico o matematica durante il corso della vita. Taehyung ha subito molte ingiustizie, e mi sono dovuto informare su di lui per capire qualcosa di più. Basta vederlo per sapere che quel corpo ha subito l'odio e l'invenzione malata della mente umana. Ho scoperto, scavando nel suo passato, che non è la prima volta che viene arrestato. Tuttavia è sempre riuscito a scappare, non si sa come. Nemmeno le peggiori torture glielo hanno mai impedito. In tutte le prigioni in cui è stato o non ha mai detto una parola, o ha detto solo il suo nome"

Jungkook socchiuse le labbra. "Io.. non lo sapevo.."

Seokjin continuò. "Purtroppo ha mantenuto la sua filosofia di non parlare anche quando ha sentito la tortura e la morte di sua madre e sua sorella. Quel ragazzo ha sofferto molto, sia fisicamente che psicologicamente, e tu credo possa capirlo. Devi sapere, Jungkook, che il corpo umano e la mente umana hanno il difetto di abituarsi anche alle cose più orribili. Come un bambino si abitua alle continue notizie terribili che danno al telegiornale, così Taehyung si è abituato al dolore, sviluppandone degli 'anticorpi'. E, si potrebbe dire, che questi reagiscono di impulso alla violenza. Lui ci può ridere sopra, come può versarci lacrime esagerate, reagire come un bambino"

Jungkook annuì lentamente guardando lo schermo, dove vide Taehyung sdraiato sulla brandina. "E cosa posso fare io per aiutarlo?"

"La filosofia di vita di Taehyung si basa su una cosa sola: il gioco. Se il suo dolore è un gioco, allora non può farsi male veramente. Ecco cosa pensa. Usa sempre lo stesso metodo, la stessa routine: prigione, silenzio, fuga. Ma qualcosa quando ti ha incontrato è cambiato. È come se avesse visto in te non un pericolo, bensì qualcuno da proteggere dal pericolo. Per questo con te ci parla. Lui si fida ciecamente di te. Se non avesse la tua fiducia lo sapresti, perché starebbe in silenzio. Non so come rispondere alla tua domanda, quel che mi sento di dirti è di non perdere la sua fiducia, ma allo stesso tempo di stare attento. Perché non puoi sapere se per lui sei solo un gioco"

Il ragazzo annuì abbassando lo sguardo. "Ho capito.."

Seokjin gli carezzò una spalla. "Capisco che ti sei molto affezionato, ma forse dovresti aspettare di sapere che questa tua affettività sia ricambiata prima di lasciarti completamente andare"

Jungkook fece un piccolo sorriso. "Lo so. So anche che probabilmente mi lascerà quando usciremo. Ma adesso il mio obbiettivo è portarlo via da qui. Se poi sono stato un gioco per lui durante tutto questo tempo va bene" fece spallucce. "In cuor mio so di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno a cui tengo. Questo mi basta"

"Non bisogna essere troppo duri con se stessi, né troppo buoni con gli altri. Anche se sono persone che amiamo. Bisogna essere rispettati, Jungkook. Aspetta un segno di rispetto, anche minimo. Vedi che non tarderà ad arrivare. Un segno che ti faccia capire che in quella testa e in quel cuore tiene la tua immagine sopra un altarino. Ti auguro il meglio, Jungkook" gli sorrise ed uscì.

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Questo capitolo è lungo.

─ torture [HIATUS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora