-8-

4.2K 388 31
                                        

"E chi è stato a farle del male?"

"Voi" rispose il castano prendendosi il volto tra le mani.

"Io non farei mai del male a una bambina, Taehyung. Forse hai dimenticato cosa mi hanno fatto. Ora chi le ha fatto del male? E perché?"

Taehyung alzò lo sguardo sul muro, portandosi le mani tremanti tra i capelli e strabuzzando gli occhi. "Io non lo so chi è stato!" Urlò, lasciando che le lacrime continuassero a rigargli le guance, il respiro affannoso.

"Allora, se non lo sai, smettila di incolpare chi è innocente e rispondi alle domande senza fare storie" continuò Jungkook, stringendogli i polsi per levargli le mani dai capelli. "Questo non è un gioco. Quei bambini non sono al sicuro, lo sai anche tu, Taehyung. Non saresti qui se andasse tutto bene" pronunciò le parole duramente, come da copione, ma il tocco che esercitava il suoi polsi era leggero, delicato; glieli accarezzava lentamente, cercando di rassicurarlo.

Il maggiore lo guardò, con gli occhi pieni di lacrime. "Tu questo non lo sai.. Non puoi sapere se stanno bene o male. Non lo puoi sapere! Sei rinchiuso in una fottuta cella! Non puoi sapere se qui staranno bene!"

Perché non inventi qualcosa come ti ho detto, Tae?

"Non li porteranno qui. Ma staranno meglio di come stanno ora. Dimmi Taehyung, come vivono? Dove? Tu come vivevi? Era bello? Era legale?"

Taehyung si liberò dalla stretta di Jungkook e portò i gomiti sulle sue ginocchia, posando poi la testa sulle mani. "Era casa. Loro stavano bene. Non dirò niente finché non saprò per certo dove è come staranno"

"Era legale?" Ripeté il minore, ignorandolo e guadagnando il suo silenzio. "Se lo era allora cambia tutto. Lo era o no?"

"No"

"E come fai a dire che era sicuro?

"Una cosa per essere sicura non deve essere legale. Prendi questo posto. È legale? Sì. Ma è sicuro? No"

Il moro annuì. "Hai ragione, ma evidentemente c'è qualcosa di sbagliato in ciò che fate in quel posto. Per questo vi vogliono. Vogliono sbattere in prigione chi controlla quel "qualsiasi cosa" facciate di illegale. O almeno credo... Che cosa facevi lì?"

"Ci vivevo" sussurrò innervosito, e le lacrime tornarono a bagnargli prepotentemente il volto.

"Non hai il diritto di piangere, adesso. Andrai in prigione, lo capisci? Come ci tornerò io tra poco se tu non inizi a parlare. Mi trovo in quella cella da quando ho 13 anni, cazzo. Quando mi capitano i casi come il tuo mi fanno uscire. Oggi non ho la pazienza di farti calmare e nemmeno di torturarti. Quindi usa la bocca e il cervello e dimmi che cazzo facevate in quel posto e dammi i nomi di chi comanda" ribatté Jungkook alzando la voce.

Taehyung tornò con le mani tra i capelli e si alzò di getto dalla brandina. Fu allora che Jungkook capì che Taehyung non stava bene. Fu allora che capì che la sua mente era stata danneggiata dai troppi traumi.

"Non mi urlare!" Barcollò fino ad un angolo della stanza per stare il più lontano possibile dal minore. "Devi tacere! Zitto! Stai zitto!" Continuò a ripetere, più volte, tappandosi le orecchie e graffiandole con rabbia.

"Tornerò domani Taehyung" gli comunicò ad alta voce l'altro per farsi sentire. "E allora sarai tu ad urlare" uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandosi indietro un grido di rabbia del maggiore.

---------------------------

Sono in ritardo ovunque, lo so, lo so.

─ torture [HIATUS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora