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Il sole, una volta tanto azzarderei a dire, illuminava Londra rendendola sfavillante. Era una semplice città, ma per la protagonista della storia risultava essere qualcosa di estremamente poetico e accattivante.

Ruth non era, in realtà, una ragazza tanto particolare ne tantomeno poteva essere considerata un 'genio' in ciò che faceva. Sebbene, come in ogni personaggio di un racconto che si rispetti, avrebbe dovuto essere una di quelle ragazze alla moda, con il trucco sempre perfetto e una gran voglia di scopare... beh, non lo era.
Anzi, poteva considerarsi il totale opposto.
Non amava la moda, non si truccava quasi mai e di certo non aveva voglia di aprire le gambe al primo ragazzo che le passava davanti.

Tuttavia è pur sempre un adolescente, di conseguenza la sua mente è inondata di sciocchezze quali "la mia vita è nera" o "sono grassa e faccio schifo".
Ma, perdonatemi se risulta scontato, invece era una bellissima ragazza, non troppo alta, con le curve nei punti giusti. Certo, non era un angelo di Victoria's Secret ma non aveva niente di cui lamentarsi.

Per quanto riguardo la famiglia in generale non c'è molto da raccontare: il padre era fuori tutti i giorni per riunioni, perizie e cose varie, la madre lavorava per la Discovery Channel.
Inoltre era figlia unica, quindi l'unica cosa che le riusciva meglio fare a casa in assenza dei genitori era rifocillarsi di schifezze davanti alla TV.

Come ogni ragazza che si rispetti: odiava la scuola. Per di più, odiava le divise scolastiche.

Guardò la sua divisa abbandonata sulla sedia in camera sua con disappunto, storcendo il naso. Era orrenda, davvero.

Non vorrei rimanere qui a descrivervi i vari outfit che la nostra cara preside aveva deciso di affibbiare alle sue povere vittime, però, per capire il disagio della protagonista, bisogna parlarne.
La divisa femminile consisteva in una camicetta bianca, delle calze color carne, una gonna blu (oscena, l'ho già detto?), un cardigan del medesimo colore e, come tocco di classe, un paio di ballerine.

-Ruth! Sbrigati o farai tardi!- urlò la madre dal piano inferiore, facendo sbuffare sonoramente la ragazza.

Ruth non era ritardataria, ma le piaceva prendersi i suoi tempi e se questo voleva dire rimanere dieci minuti in bagno solo per spazzolarsi i capelli, beh, zitti tutti.

Scese di malavoglia in cucina, afferrando la sua colazione e mangiando a sazietà.

-Cielo, tesoro, il tuo primo giorno di scuola.- canticchiò la madre, deglutendo una manciata di cereali.

La ragazza alzò gli occhi al cielo continuando a mangiare in silenzio.
Primo o ultimo giorno di scuola a chi importava davvero? Voleva solo poter dormire e stare con i suoi amici.

Fuori il sole continuava a picchiare su ogni superficie incontrasse, si percepivano perfettamente i ventisette gradi e Ruth desiderava solo spogliarsi e gettarsi sul materasso fresco.
E invece no.
Una quindicina di minuti più tardi si ritrovò imbronciata, come sempre, nel cortile della scuola, ascoltando le pretese della sua migliore amica: Tessa.

Già, un nome scontato vero? Lo so.

Tessa (si chiamava davvero così, non era il diminutivo di qualcosa) era la perfetta protagonista di una storia d'amore nei suoi centosettanta centimetri di perfezione.
Era molto più bella di Ruth, un pò cattivo da dire, ma bisogna essere realisti su certe cose, e si vestiva sempre alla moda. Qualche volta, addirittura, inventava qualche nuova linea raccattando stoffe gettate via.

A differenza di come può sembrare, se la cavava abbastanza bene da convincere sua sorella a diventare la sua modella personale per un futuro imprecisato.

-Ruth, ti ricordi che giorno è oggi, vero?- sorrise la ragazza, prendendo a braccetto l'amica.

Eccome se lo sapeva. Per sua sfortuna, Tessa aveva avuto la paghetta propria quella mattina e ciò significava solo una cosa: shopping.

-Si.- rispose semplicemente la castana, controllando distrattamente le notifiche sul suo cellulare.

La differenza che passa tra le due protagoniste è a dir poco abissale. Se Tessa pensava solo ed esclusivamente ad apparire bella agli occhi dei ragazzi, Ruth era indirizzata verso un futuro concreto e preciso, fatto di documenti e pratiche da svolgere.

-C'è Liam.- bisbigliò l'amica.

Ed ora, come stavate aspettando, è giunta l'ora di introdurre un nuovo personaggio all'interno della storia.
Si chiamava Liam Payne e può essere catalogato come il classico bulletto di turno, accompagnato dai suoi 'scagnozzi'.

Nonostante la sua pessima reputazione, le occhiate che gli si rivolgevano erano all'ordine del giorno. Ovviamente tutte da parte di ragazze.
Aimè, Ruth faceva parte di quella cerchia. Ci aveva provato davvero a non fregarsene e tirare dritto, ma non era poi così facile dimenticare qualcuno come Liam Payne, specialmente poi se frequenta la tua stessa scuola e te lo ritrovi ovunque nei corridoi.
Così, aveva semplicemente accettato di avere una cotta per lui.

-È così sexy...- bisbigliò, sentendo le gote arrossarsi, rendendosi conto di averlo detto proprio davanti alla migliore amica.

-Sai già cosa sto per dirti.-

-No, Tess, una scopata non calmerebbe i miei ormoni da ragazzina innamorata.-

Dipoi si voltò nuovamente a guardare il ragazzo, ammaliata dalla sua disarmante bellezza.
Per quanto però il suo cuore pompasse nel petto e la sua mente creasse scenari immaginari, Ruth sapeva che il suo amore non sarebbe mai stato corrisposto.

E forse era meglio così.

Dangerous. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora